13 novembre 1922
Il Duce: «Sono nemico giurato di tutti i monopoli di Stato»
• Mussolini ad un inviato del Journal a Roma: «Voglio togliere al Parlamento la discussione delle leggi economiche. Avete mai visto un Parlamento al mondo che sia capace di trattare seriamente delle questioni tecniche? Pure mantenendo una centralizzazione politica assoluta a Roma, voglio creare una specie di Parlamento corporativo, eletto dagli agricoltori, dalla gente di mare, dai professionisti di ogni grande industria (…). Ogni cittadino conserverà il suo diritto di voto al Parlamento di Roma. Ma un professore di università o un grande tecnico deve avere una parola in più che un facchino o un analfabeta. L’operaio pure (…). Vi dirò anche che non darò il diritto di voto alle donne. È inutile (…). Sono nemico giurato di tutti i monopoli di Stato. Il compito dello Stato è di assicurare la finanza, la giustizia, la difesa estera e l’ordine. Tutto quello che è sforzo industriale dovrebbe tornare all’iniziativa privata (…). L’Italia ha voluto un governo forte e l’avrà. Noi abbiamo 240.000 ferrovieri quando 80.000 basterebbero. Li ridurrò: ho già cominciato». [Cds 15 novembre 1922]