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 1922  ottobre 28 Sabato calendario

“Dovere patriottico”: l’editoriale uscito stamattina sul Corriere

La crisi – divenuta ufficiale con le dimissioni del Ministero – si apre in un’aura infiammata da propositi e da sospetti di movimenti insurrezionali, fra minacce non oscuramente pronunziate e dubbi angosciosi. L’eloquenza veemente dell’impazienza da una parte e l’immaginazione dall’altra di tutte le possibilità in questa fiacchezza precipitosa degli organi governativi collaborano a ingrandire il pericolo e a determinare una nervosità che è di per sé sola un danno enorme. (...) 
I fascisti, da parte loro, non possono illudersi pensando che gli ostentati propositi di azioni violente, che hanno un principio d’attuazione in Toscana, trovino davvero nel Paese quel vasto consenso sul quale è possibile fondare la rinnovazione della nostra vita politica nel Parlamento e fuori del Parlamento. Questo vasto consenso non c’è, e non ci può essere, perché un’azione violenta dei fascisti è già giudicata superflua in un paese dove alla loro volontà di portare nel Governo l’energia e le idee di cui si sentono forti non è opposto alcuno stolto impedimento ma sono aperte e libere le vie costituzionali. (...) 
Il primo accenno, in Toscana, d’un movimento rivoltoso troverà –speriamo – l’autorità governativa pronta a una inflessibile resistenza, come trova risoluta ad avversarlo la pubblica opinione, convinta che un’azione violenta di partito sarebbe una sciagura enorme. Essa non potrebbe avere l’approvazione, e neanche la rassegnazione, della grandissima maggioranza degl’italiani (compresa una parte dei fascisti), anche perché gl’italiani sanno – avendolo udito ripetere abbondantemente dai fascisti stessi – che l’Italia non è una nazione da trattare con dei colpi alla russa. E, indipendentemente dallo scopo, il metodo è di per sé un’offesa. L’Italia non vuole né bolscevismo né boulangismo. 
L’Italia vuole un Governo d’uomini coscienziosi ed esperti, i quali dimostrino con sollecita e intelligente energia che alla soluzione o almeno alla rassicurante semplificazione dei problemi ond’ella è quasi soffocata si può procedere efficacemente entro i larghi e giusti confini della nostra costituzione liberale. E invoca atti e parole che richiamino i temerarii a una condotta da cui non possano derivare conflitti dolorosi, che ristabiliscano la serenità dell’attesa e, rendendo meno difficile la costituzione del Governo, gli conferiscano sul nascere quell’autorità che viene da una meno inquieta fiducia. 
Non vediamo oggi un dovere patriottico di partiti e di folle più urgente e più fecondo di questo.[Cds 28/10/1922]
“La situazione”: l’editoriale scritto questa sera da Mussolini

La situazione è questa: gran parte dell’Italia Settentrionale è in pieno potere dei fascisti. Tutta l’Italia Centrale, Toscana, Umbria, Marche, Alto Lazio, è tutta occupata dalle Camicie nere. Dove non sono state prese d’assalto le questure e le prefetture, i fascisti hanno occupato stazioni e poste, cioè i gangli nervosi della vita della Nazione. L’autorità politica – un poco sorpresa e molto sgomenta – non è stata capace di fronteggiare il movimento, perché un movimento di questo genere, non si contiene e meno ancora si schiaccia. La vittoria si delinea già vastissima, tra il consenso quasi unanime della Nazione. Ma la vittoria non può essere mutilata da combinazioni dell’ultima ora. Per arrivare a una transazione Salandra non valeva la pena di mobilitare. Il Governo dev’essere nettamente fascista.
Il Fascismo non abuserà della sua vittoria, ma intende che non venga diminuita. Ciò sia ben chiaro a tutti. Niente deve turbare la bellezza e la foga del nostro gesto. I fascisti sono stati e sono meravigliosi. Il loro sacrificio è grande e dev’essere coronato da una pura vittoria. Ogni altra soluzione è da respingersi Comprendano gli uomini di Roma, che è ora di finirla ci vieti formalismi mille volte e in occasioni meno gravi, calpestati. Comprendano che sino a questo momento la soluzione della crisi può ottenersi rimanendo ancora nell’ambito della più ortodossa costituzionalità, ma che domani sarà forse troppo tardi. L’incoscienza di certi politici di Roma, oscilla tra il grottesco e la fatalità. Si decidano! Il Fascismo vuole il potere e lo avrà!
Mussolini
[Po.It. 29/10/1922]