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 1922  ottobre 28 Sabato calendario

La speculazione vista dal Popolo d’Italia

• Il Popolo d’Italia, diretto da Mussolini, è particolarmente attento alla questione dei cambi. Oggi pubblica due pezzi firmati e una lettera, introdotti da un breve testo anonimo intitolato “Il Fascismo non c’entra” che comincia così: «C’è un rialzo nei nostri cambi. La sterlina ha aumentato il suo divario dalla lira e più ancora dal franco francese. La colpa è del Fascismo, vanno vociferando i ciarlatani del pus. La colpa è in ogni caso e sempre del socialismo, di tutte le specie! Ognuno vede che l’oscillazione odierna dei La prima pagina del Popolo d’Italia (Biblioteca di Storia moderna e contemporanea - Roma)cambi non è un fenomeno soltanto italiano, ma anche francese (...)». Ercole Piatti scrive che «la visione di un prossimo colpo di Stato fascista, o anche quella di un netto cambiamento, d’indirizzo politico, attraverso alla legalità, pare abbiano sfrenato tutte le cupidigie dei banchieri e degli speculatori di Borsa». Lamenta il ruolo di «istituti bancari che in gran parte dirigono il movimento internazionale dei cambi (e a questo proposito invocheremo dal nuovo Governo fascista una legge che proibisca finalmente a sudditi esteri di dirigere Istituti di credito italiani)». L’allusione messa tra parentesi è a Giuseppe Toeplitz, dal 1914 amministratore delegato della Banca Commerciale. Dal 1912 cittadino italiano, il potente banchiere è nato nel 1866 a Varsavia da una famiglia dell’alta borghesia ebraica. Ne parla anche la lettera di un Fausto Del Santo: «Caro Mussolini, (...) il dollaro salito improvvisamente a 26,40!! la sterlina a 117?!! Ecco gli effetti delle minaccie, delle imposizioni del Fascismo. La delittuosa manovra è della Banca di Toeplitz che in questo momento ha immobilizzato a Londra tutto il suo capitale facendo il bel giuoco del rialzo». Il banchiere scrive lo stesso giorno al Popolo d’Italia: «Le presunte manovre della Banca Commerciale sui cambi, le circolari segrete, le attuali e volute immobilizazioni di capitale all’estero, sono invenzioni fantastiche». [Po.It. 28/10, 29/10/1922]