28 ottobre 1922
Partita chiusa in 48 ore
• Due giorni dopo, lunedì 30 ottobre, Mussolini è a Roma per ricevere dalle mani del re l’incarico di formare il nuovo governo che presenterà nella stessa giornata. Per raggiungere questo risultato, al leader del partito fascista non è stato necessario vincere nessuna battaglia insurrezionale. La partita è stata tutta politica. Quando domenica 29 ottobre Salandra, preso atto che Mussolini non accettava di entrare in un esecutivo presieduto da altri, rinunciava all’incarico, Vittorio Emanuele si è trovato in un vicolo cieco. Un percorso obbligato che il re ha costruito con le sue stesse mani. Come? Dopo aver rifiutato la firma sul decreto di stato d’assedio varato dal governo Facta che avrebbe potuto stroncare la minacciata insurrezione fascista; dopo aver convocato a Roma “per consultazioni”, fin dalla notte del 28 ottobre, Mussolini, cioè il capo del tentato golpe; dopo aver aperto trattative al Quirinale con Cesare Maria De Vecchi, ovvero con uno dei quadrumviri della marcia su Roma. Ecco, dopo aver preso queste decisioni al sovrano non restava altro da fare. Domenica sera 29 ottobre Mussolini partiva da Milano in vagone letto e nella serata di lunedì 30 il re accettava la sua lista di ministri. La mattina successiva il giuramento al Quirinale del primo governo Mussolini. [Antonio Di Pierro]