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 2005  gennaio 01 Sabato calendario

Accordo Multifibre

Con la fine del cosiddetto “Accordo Multifibre” (un patto protezionistico firmato da Usa ed Europa nell’ambito del Wto) gli scambi globali nel settore tessile sono da oggi liberalizzati. La Cina controlla il 17 per cento del commercio mondiale del settore e senza dazi e tariffe può arrivare al 45 per cento quest’anno e superare il 50 l’anno prossimo. Si rischia la perdita di 30 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, di cui oltre 22 milioni femminili (stime di Business Week). Motivo: la Cina ha buona rete di infrastrutture, macchinari moderni e bassissimo costo del lavoro (un lavoratore cinese del tessile guadagna meno di 59 euro al mese). Durante i colloqui tra Ue e Cina di dicembre, Barroso ha chiesto al premier Wen Jiabao di limitare le esportazioni nel tessile, ma quello ha fatto finta di niente. Gli imprenditori italiani, riuniti nel Sistema Moda Italia e impauritissimi, dicono che le banche cinesi finanziano la loro industria tessile senza chiedere indietro i soldi, pratica proibita in Occidente e dal Wto. La Ue potrebbe rivalersi sulla Cina con dazi o nuove restrizioni. Si teme che gli scaffali dei nostri negozi siano invasi da merci cinesi. Gli americani hanno calcolato che il prossimo anno perderanno 700 mila posti di lavoro. In Italia i lavoratori del settore sono 800mila.