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 2016  dicembre 15 Giovedì calendario

CONTI TRUCCATI AL SOLE 24 ORE, LA PROCURA AFFONDA IL COLPO


Ieri per la seconda volta in pochi mesi i vertici del Sole 24 Ore, società editoriale quotata in Borsa e controllata dalla Confindustria, hanno dichiarato: “Siamo un libro aperto”. Viene in mente la storia del vecchio boscaiolo che raccontava di aver lavorato per molti anni nel Sahara, e alla logica obiezione (“Ma nel deserto non ci sono alberi”) replicava convinto: “Adesso!”.
Il libro del Sole 24 Ore è stato aperto ieri mattina dagli uomini del Nucleo valutario della Guardia di Finanza, comandato dal generale Giuseppe Bottillo. Su incarico del sostituto procuratore di Milano Gaetano Ruta, che insieme al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale indaga sulla gestione del quotidiano economico ipotizzando il reato di falso in bilancio, le Fiamme gialle si sono fatte consegnare tutti i verbali del consiglio d’amministrazione dal 2010 a oggi.
Ma soprattutto hanno chiesto e ottenuto la relazione della società di consulenza Protiviti a cui era stato chiesto dalla società uno studio per accertare quante fossero e a che prezzo venissero vendute le copie del Sole 24 Ore, in particolare i 109.500 abbonamenti online cosiddetti “multipli” piazzati a banche, grandi imprese ed enti pubblici. Il sospetto è che negli scorsi anni i dati diffusionali del giornale siano stati gonfiati ad arte.
Nel corso dell’assemblea degli azionisti che lo scorso 14 novembre ha rinnovato il consiglio d’amministrazione era stato chiesto da alcuni giornalisti-azionisti di conoscere i risultati dell’audit di Protiviti, e il vicepresidente Luigi Abete, che conduceva la riunione, aveva risposto che il documento non era ancora pronto. Dai verbali che si sono fatti consegnare ieri mattina gli inquirenti potranno trarre alcune utili informazioni. La Protiviti ha consegnato da tempo la sua relazione all’azienda committente, ma in due riunioni del cda immediatamente precedenti all’assemblea, il 3 e l’11 novembre, lo stesso Abete ha proposto di chiedere al consulente ulteriori approfondimenti.
Sul punto si è verificato uno scontro piuttosto acceso con il consigliere Niccolò Dubini, ferocemente critico con le gestioni precedenti, con il direttore del giornale Roberto Napoletano e con lo stesso Abete. Dubini ha sostenuto che i dati forniti da Protiviti erano più che sufficienti a dimostrare che la diffusione del Sole 24 Ore è stata gonfiata. Già il 3 novembre ha preso la parola per dire: “L’analisi campione condotta da Protiviti sugli abbonamenti digitali multipli consegna già un dato molto attendibile (…) Possiamo prendere atto che c’è un grandissimo scostamento tra il numero di copie dichiarate a Ads mediante autocertificazione e quelle che rispondono ai requisiti del regolamento”.
Ads è la società Accertamento diffusione stampa che produce i dati diffusionali dei quotidiani su cui si basa il mercato della pubblicità. La regola prevede che gli abbonamenti digitali debbano essere effettivamente attivati da un cliente riconoscibile e siano pagati almeno il 30 per cento del prezzo di copertina. A giugno scorso l’Ads aveva sospeso le copie digitali multiple dai suoi conteggi, tagliando 109.500 copie dalla diffusione del Sole.
Dubini è andato oltre, chiedendo il siluramento immediato di Napoletano. Gli è stato opposto un parere legale secondo cui il cda decaduto non poteva prendere una decisione così impegnativa che era meglio lasciare al nuovo organo che si sarebbe insediato di lì a pochi giorni. Nella stessa riunione Dubini era andato all’attacco: “Appare del tutto evidente che nel passato venivano assunte decisioni atte a far crescere la diffusione delle copie digitali multiple in funzione di obiettivi che il vertice aziendale di volta in volta voleva raggiungere. Come e da chi queste decisioni venivano assunte?”. La risposta gliel’ha data la dirigente Anna Matteo, capo dell’area publishing, invitata alla riunione: “Oltre all’amministratore delegato Donatella Treu (silurata lo scorso aprile, ndr) alle riunioni partecipava anche il direttore, il quale si interfacciava nel merito anche con le direzioni competenti”. Napoletano, dopo l’esplosione della scandalo, ha smentito di essersi mai occupato delle pratiche commerciali. Treu e Napoletano hanno avuto cospicui bonus legati anche alla diffusione, che sono stati trasformati a un certo punto da parte variabile a stipendio fisso, uno sfregio ai principi meritocratici che la Confindustria vorrebbe imporre ai dipendenti.
La cosa abbastanza curiosa è che stiamo parlando di una società quotata in Borsa, sotto esame della Consob per le irregolarità denunciate dal presidente del collegio sindacale Luigi Biscozzi e della magistratura per il falso in bilancio ipotizzato da un esposto del presidente dell’Adusbef Elio Lannutti, basato anche sulle notizie rivelate dal Fatto e per altri reati ipotizzati dagli esposti del giornalista-azionista Nicola Borzi: eppure né agli azionisti di minoranza, che hanno già perduto quasi tutto il capitale investito a fine 2007 quando la società fu quotata, né ai mitici mercati viene rivelata una notizia che pure il cda conosce: quante copie vende veramente Il Sole 24 Ore?
Il dato certo è che Dubini, manager di lungo corso, è stato fatto fuori dal consiglio insieme all’ex amministratore Gabriele Del Torchio, l’uomo che aveva cominciato a scoperchiare i pentoloni e forse ne ha scoperchiati troppi.
Il presidente della Confindustria Vincenzo Boccia aveva detto al Consiglio generale dell’associazione dello scorso ottobre che Del Torchio pretendeva la cacciata di Napoletano e per questo è stato liquidato. Dubini ha fatto mettere a verbale la richiesta che la liquidazione a Del Torchio, assunto solo il 13 giugno scorso sia pagata dall’azionista Confindustria e non dalla società. E oggi torna a riunirsi il Consiglio generale di Confindustria. All’ordine del giorno l’aumento di capitale necessario a salvare il Sole 24 Ore, che si è mangiato con le perdite correnti 350 milioni di patrimonio e non ha più un euro. Servono almeno 80 milioni subito e la Confindustria non li ha.