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 2016  dicembre 09 Venerdì calendario

Io e il mio bambino FOCUS prevenzione L’influenza è in arrivo: pensiamoci prima Colpisce grandi e piccoli, con sintomi molto fastidiosi come febbre alta, tosse e mal di gola per circa una settimana

Io e il mio bambino FOCUS prevenzione L’influenza è in arrivo: pensiamoci prima Colpisce grandi e piccoli, con sintomi molto fastidiosi come febbre alta, tosse e mal di gola per circa una settimana. Ma si può evitare grazie al vaccino: scopri a chi è raccomandato e offerto gratis e a chi è comunque consigliato di Maria Cristina Valsecchi Anche quest’anno è iniziato il conto alla rovescia per l’arrivo, inevitabile, dell’epidemia stagionale di influenza. Già dallo scorso febbraio, gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno formulato le loro previsioni sui ceppi virali che circoleranno nell’emisfero settentrionale (dunque anche in Italia) durante la prossima stagione. Sulla base di queste informazioni, le aziende farmaceutiche hanno avviato la preparazione dei relativi vaccini, che sono disponibili in farmacia e negli ambulatori vaccinali da ottobre. E come ogni anno, il ministero della Salute ha pubblicato le sue indicazioni sulle categorie di cittadini considerati a maggior rischio di complicazioni in caso di infezione, per cui la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente. Come sarà la prossima influenza? Durante la scorsa stagione influenzale, a cavallo tra il 2015 e il 2016, il virus è stato “buono” con gli italiani: ha infettato complessivamente l’8,2% della popolazione (il 22,7% dei bambini da 0 a 4 anni e il 16,5% nella fascia 5-14 anni). “Meno di cinque milioni di persone”, osserva Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e direttore dell’Osservatorio Influenza. “Per la prossima stagione ci aspettiamo un’epidemia più vivace, con 6-7 milioni di casi”. I virus che secondo l’OMS circoleranno in Italia nei prossimi mesi sono i ceppi A/California/7/2009 (H1N1), A/Hong Kong/4801/2014 (H3N2), B/Brisbane/60/2008 e B/Phuket/3073/2013. Il primo è il virus H1N1 pandemico emerso nel 2009, che ancora persiste infettando gli ultimi individui suscettibili perché non vaccinati o perché non l’hanno fatta prima”, spiega il virologo. “Gli altri sono ceppi nuovi, differenti da quelli circolati l’anno scorso. Chi si è vaccinato o ammalato nel 2015/2016, dunque, non può considerarsi immune quest’anno: rischia l’infezione”. Per quanto riguarda i sintomi della malattia, non cambiano in funzione dei ceppi virali. “Sono sempre gli stessi”, dice Pregliasco. “Febbre alta, rinite, tosse, dolori muscolari, mal di testa, talvolta disturbi gastrointestinali. Il tutto per una settimana circa”. Bambini: quando è meglio vaccinarli comunque? Nel nostro Paese si discute da tempo dell’opportunità di offrire la vaccinazione antinfluenzale gratuitamente a tutti i bambini dai 6 mesi in su, anche a quelli sani, che non presentano specifici fattori di rischio. “Negli Stati Uniti il vaccino antinfluenzale è raccomandato anche ai bimbi sani”, dice Guido Castelli Gattinara, responsabile del Centro Vaccinale dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Qui da noi è gratuito solo per i gruppi a maggior rischio per una questione economica, di priorità, ma le famiglie che vogliono proteggere i loro bimbi, benché sani, possono richiederlo all’ambulatorio vaccinale di zona dietro pagamento di un ticket oppure acquistarlo in farmacia e farlo somministrare dal pediatra di famiglia. Io lo consiglio a tutti, soprattutto ai piccoli che fanno vita di comunità, che frequentano l’asilo nido o la scuola dell’Infanzia: spesso sono loro il veicolo che porta il contagio in famiglia, infettando anche gli adulti. La loro vaccinazione riduce la circolazione generale del virus”. È particolarmente utile immunizzare i bambini se trascorrono molto tempo in compagnia di persone anziane, come i nonni, oppure se in famiglia c’è qualcuno a maggior rischio di complicanze, per esempio perché soffre di una malattia cronica. “È opportuno vaccinare anche i bimbi che avranno presto un fratellino, se la nascita è prevista entro la stagione influenzale, in modo da tutelare il neonato dal rischio di infezione”, aggiunge il pediatra. E i bambini sani, ma soggetti a frequenti infezioni delle vie respiratorie? “Il raffreddore è diverso dall’influenza ed è causato, nella maggior parte dei casi, dai rinovirus: vaccinare questi piccoli, quindi, non li mette al riparo dalle diverse forme parainfluenzali che possono contrarre durante la stagione invernale, ma almeno li protegge dall’influenza”, spiega Guido Castelli Gattinara. “Sarà un’infezione in meno che rischiano di prendere e, tra tutte quelle di stagione, è anche la più fastidiosa”. L’unica circostanza in cui il vaccino antinfluenzale è controindicato è in caso di precedente reazione allergica grave allo stesso tipo di farmaco. “Il prodotto contiene virus inattivati, morti, quindi ha un elevato profilo di sicurezza anche nei bimbi che hanno difese immunitarie deboli”, spiega il pediatra. “È opportuno rinviare l’inoculazione se il piccolo ha un’infezione in corso con febbre, ma è sufficiente attendere che sia sfebbrato per procedere”. In attesa, per proteggere te e il bebè Perché le future mamme sono tra le categorie a rischio a cui la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente? La gravidanza non è una condizione patologica, ma durante l’attesa le difese immunitarie materne sono fisiologicamente più basse per evitare che l’organismo della mamma sviluppi reazioni indesiderate nei confronti del nascituro. Per questa ragione, la donna che aspetta è più vulnerabile alle infezioni e più esposta al rischio di complicazioni in caso di influenza. “Inoltre, se si vaccina nella seconda metà della gravidanza, gli anticorpi prodotti dal suo organismo in risposta agli antigeni del vaccino attraversano la placenta e passano al nascituro”, spiega Susanna Esposito, presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologia. “Alla nascita, il piccolo risulta così immune all’influenza, protetto per circa sei mesi, quel che basta per superare la stagione influenzale in corso, dal momento che non può essere vaccinato direttamente prima dei sei mesi d’età”. La circolare ministeriale raccomanda la vaccinazione alle future mamme al secondo e terzo trimestre, escludendo quelle al primo. “Ma il vaccino non è controindicato nel primo trimestre”, spiega Esposito. “In altri Paesi, per esempio negli USA, le donne in attesa si vaccinano anche nel primo trimestre e la letteratura medica non ha evidenziato rischi per la loro salute o quella del nascituro. La ragione per cui in Italia la raccomandazione è limitata a secondo e terzo trimestre è di ordine precauzionale: nel primo, sono più frequenti le interruzioni spontanee della gravidanza per diverse ragioni. Se dovesse accadere dopo la somministrazione del vaccino, qualcuno potrebbe correlare i due eventi anche se tra loro non c’è alcun nesso di causa ed effetto”. Ai piccoli che sono vaccinati per la prima volta vengono somministrate due dosi, a distanza di almeno quattro settimane una dall’altra RACCOMANDAZIONI DEL MINISTERO Si legge nel documento del ministero che “il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni”. ♦ Per alcune categorie di adulti e bambini, oltre che indicata, la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente: si tratta dei bimbi dai 6 mesi in poi e degli adulti affetti da malattie croniche espiratorie, cardiocircolatorie, renali, diabete, patologie neuromuscolari, tumori, deficit immunitario e malassorbimento intestinale. A questi si aggiungono le donne in attesa al secondo o terzo trimestre, tutti gli over 65, i familiari di persone a rischio e il personale medico. ♦ La finestra temporale utile per vaccinarsi è compresa tra la metà di ottobre e la fine di dicembre. L’immunità indotta dal vaccino inizia due settimane dopo l’inoculazione e dura per 6-8 mesi, poi inizia a declinare. Per questo motivo, e perché possono cambiare i ceppi in circolazione, occorre vaccinarsi ogni anno. Per i bimbi fino a 9 anni, le dosi da somministrare sono due, a distanza di almeno quattro settimane una dall’altra, se vengono vaccinati per la prima volta, una se sono stati già vaccinati contro l’influenza in passato. Dai 10 anni, la dose è singola in ogni caso. ♦ “Anche quest’anno nel nostro Paese è disponibile il tradizionale vaccino intramuscolo trivalente, attivo cioè contro tre dei quattro ceppi che si prevede circoleranno e un vaccino quadrivalente, attivo anche contro il quarto ceppo, indicato dai 3 anni in su. Chi desidera fare quello, per garantirsi una protezione più ampia, può esprimere la sua preferenza all’ambulatorio vaccinale o chiederlo in farmacia se si immunizza privatamente”, spiega Fabrizio Pregliasco. “Il vaccino in forma di spray nasale, che pure è stato autorizzato al commercio in Italia, non è per ora disponibile”. FALSI ALLARMI E PAURE INGIUSTIFICATE La copertura vaccinale contro l’influenza in Italia è ancora troppo bassa. ♦ “Siamo ben lontani dal 75%, obiettivo minimo previsto dal piano nazionale di prevenzione vaccinale”, dice il virologo Fabrizio Pregliasco. “In passato abbiamo sfiorato il 70% nelle categorie a rischio. Poi c’è stato il virus dell’influenza aviaria, H5N1 del 2005, e quello della cosiddetta ‘influenza suina’, A/H1N1 del 2009, tuttora circolante. In entrambi i casi i timori si sono rivelati superiori ai danni effettivi. Una fortuna, ma il pubblico ha percepito l’allarme delle autorità sanitarie come un’esagerazione, col risultato che la copertura vaccinale negli anni successivi è drasticamente calata. Due anni fa, poi, c’è stato il falso allarme dei decessi erroneamente correlati alla vaccinazione, che ha comportato un’ulteriore diminuzione della percentuale dei vaccinati. ♦ Bisogna ricordarlo sempre: l’influenza non è un’infezione banale. Può mettere a repentaglio la salute e anche la vita delle persone a maggior rischio”.