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 2016  dicembre 09 Venerdì calendario

Arte RISERVATO & PERSONALE ARTISTI DIETRO LE QUINTE di Arianna Baldoni Flavio Favelli, diventato artista per insoddisfazione Flavio Favelli (Firenze, 1967) vive e lavora a Savigno, Bologna

Arte RISERVATO & PERSONALE ARTISTI DIETRO LE QUINTE di Arianna Baldoni Flavio Favelli, diventato artista per insoddisfazione Flavio Favelli (Firenze, 1967) vive e lavora a Savigno, Bologna. Allo Studio Sales di Roma, fino al 26 novembre, è in corso la personale One pound; fino all’8 gennaio è in mostra al Museo d’arte contemporanea di Cleveland. Favelli, lei è laureato in storia orientale. Quando ha deciso che avrebbe fatto l’artista? «Circa nel 1995 stavo risistemando l’appartamento che mi aveva lasciato la nonna materna Tosca, donna di sani e ambigui principi borghesi. Cercai di trasformarlo in un luogo personale, perché quello che passa il convento non mi ha mai soddisfatto. E l’arte giunge quando si è insoddisfatti». Chi sono i suoi maestri? «Gesù Cristo, Sandokan (quello con Kabir Bedi) e Andy Warhol, anche se non sono dei gran modelli psicologici, me ne rendo conto. Ma ho bisogno di immagini e profezie». Ha raccontato di essere attaccato al tempo che ha vissuto, un po’come Mazzarò nelle Novelle di Verga. Qual è la sua “roba”? «Quella che verrà via con me, perché la porti dentro. Alla fine la roba è tutta una faccenda mentale, è una capacità di vedere e di sentire: è una specie di polvere magica, ma non è detto che brilli sempre. Comunque credo nelle cose. Si può vivere senza le persone, ma non senza le cose». Nelle sue installazioni ha utilizzato materiali di scarto, elementi architettonici e frammenti di mobilio. Perché ha scelto questi oggetti? «Più che materiali, elementi e frammenti sono cose precise, uniche e irripetibili. A ogni cosa do un nome e così si crea una specie di mondo parallelo, artificiale, diverso dal mondo iniquo della Natura. Diffidare degli artisti che dialogano con lei». C’è un’opera di un altro artista che comprerebbe? «Anal kisses di Wim Delvoye». Quali sono le letture che predilige? «Ogni giorno due quotidiani cartacei, mi tengono al passo coi miei tempi. E poi soprattutto saggi più che narrativa». La cosa che fa meglio? «Giocare al pallone da solo contro il muro. È tutto immaginario, compresa la porta. Ma alla fine sono felice e fradicio di sudore». E invece quella che fa peggio? «Dimostrare il proprio valore. È come sbagliare volutamente un calcio di rigore. Ma anche questo bisogna saperlo fare bene». La sua più grande paura? «Dopo che è morta mia madre, dopo che mio padre è serrato in una casa di cura e dopo che ho deciso di non avere figli... sembrerebbe tutto in discesa». Flavio Favelli in tre parole. «Fanta. Amica Fanta». 1. Flavio Favelli. 2. Maranathà, 2016, acrilico su muro, cm 120x620. 3 Super, 2015, collage di poster, cm 61x61.