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 2016  dicembre 02 Venerdì calendario

SE PEPPA PIG PARLA PIOVONO MILIONI


Chi ha figli che ancora non parlano sa di cosa stiamo parlando. Peppa Pig potrebbe sembrare solo una maialina stilizzata che grugnisce e salta nelle pozzanghere di fango, in realtà è molto, molto di più, e non solo perché in sua presenza si compie il miracolo per cui tutti i bambini smettono istantaneamente di fare capricci o spalancano la bocca per ingoiare la cena senza fiatare. Peppa Pig è stata il primo cartone animato, dopo Topolino e prima di Masha e Orso, a sedurre e, come direbbero i maghi del marketing, fidelizzare i bimbi in età prescolare e oggi è al vertice di un impero che genera nel mondo un giro d’affari di un miliardo di euro. Mica male per un maiale.
La notizia che farà piacere a genitori, piccoli fan e amanti del genere è che, dopo il successo del 2014, la divetta dalla faccia rosa e dall’abito rosso è di nuovo al cinema, fino all’11 dicembre, con il film Peppa Pig in giro per il mondo: sette episodi di cinque minuti ciascuno e uno inedito di 15. Due anni fa, in soli quattro giorni, il primo lungometraggio incassò quasi 3 milioni di euro e, per la prima volta, 480 sale cinematografiche in Italia vennero invase da passeggini e bimbi in delirio.
Peppa Pig è nata nel 2004 in un pub inglese dalle menti di tre amici: Phil Davies, Mark Baker, Neville Astley già esperti del mondo dell’animazione. La scommessa era proprio quella di creare un personaggio che piacesse ai più piccoli. Perciò la disegnarono come farebbe un bambino di 4 anni (l’età che ha Peppa), usando forme semplici e colori vivaci, e inventarono intorno a lei storie ispirate a quello che succede in tutte le famiglie: il papà che non sa attaccare un quadro, la mamma che sbaglia candeggio, il fratellino George di 2 anni che dice a ripetizione il solo vocabolo che conosce, “dinosauro”. Gli episodi durano solo cinque minuti, come le favole della buonanotte, e risultano utili persino per imparare le prime parole, tanto che se un bambino di 3 anni usa a proposito un congiuntivo o dice una frase come «mamma, questo piatto è delizioso», possiamo supporre che stia anche imitando Peppa.
In una decina d’anni il cartone ha fatto il giro del mondo (come Peppa nel film, appunto) e oggi è diffuso in 180 Paesi. «L’Italia detiene il primato europeo di interesse per questo fenomeno», dice Antonietta Carollo, responsabile marketing di Ets, agente italiano di eOne, la società canadese che detiene i diritti di Peppa Pig. «Negli ultimi cinque anni la vendita di giocattoli, libri e vestiti legati a questo marchio è stata travolgente, generando un giro d’affari di circa 100 milioni di euro. Per fare un esempio, solo di libri ne sono stati venduti otto milioni di copie».
Anche in Tv Peppa Pig ha fatto il botto. Secondo i dati Auditel, ogni giorno 500 mila bimbi guardano la loro beniamina su Rai YoYo, che in poco tempo ha raddoppiato gli ascolti diventando il canale per bambini più visto nella fascia 3-8 anni. Peppa va forte anche su YouTube: l’episodio più visto, Il piccolo Alex, ha totalizzato sette milioni di clic, non poco se si pensa che a guardarlo sono piccoli che a malapena navigano su Internet.
Per questo in Italia sta avendo un enorme successo Leolandia, il secondo parco tematico dedicato, in parte, alla maialina rosa più famosa al mondo dopo Paultons Park, in Inghilterra. Situato a Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, il parco dal 2015 ha un’area di 2.500 metri quadrati in cui si sviluppa il Mondo di Peppa: la casa della famiglia Pig è situata su una collina come nella storia originale, con stanze coloratissime da esplorare; si può poi “guidare” la macchina rossa di papà Pig parcheggiata in pendenza e c’è pure il parco giochi con le pozzanghere di fango dove i bambini possono saltare come fanno Peppa e George. Ovviamente è possibile incontrare anche i due famosi fratelli “in carne e ossa”.
«In un anno abbiamo avuto 800 mila visitatori», dicono i gestori di Leolandia. Un vero successo che non accenna a spegnersi.
Roberta Spadotto