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 2016  dicembre 04 Domenica calendario

ADDIO A LADY FRAIZZOLI, TIFOSA DOC NERAZZURRA

Non era solo la moglie del presidente. Renata Prada in Fraizzoli, per tutti lady Renata, scomparsa ieri a 92 anni a causa di una caduta in casa, è stata per tantissimi anni la prima tifosa della sua Inter. «E dire che a me piacevano le corse dei cavalli, perché mio papà aveva uno scuderia al trotto e al galoppo», aveva rivelato una volta raccontando di come la passione per il calcio le fosse stata trasmessa da suo marito Ivanoe. Entrambi figli della borghesia milanese, si erano conosciuti il 6 ottobre 1945, al ballo della Famiglia Meneghina, e dopo un anno di fidanzamento lui l’aveva portata a vedere Inter-Napoli, una partita che i nerazzurri persero 3-2. Faceva freddissimo, pioveva, l’Inter aveva perso e il futuro presidente era convinto che dopo quella volta lei allo stadio non ci avrebbe più messo piede. Invece l’Inter le entrò nel cuore, ancor di più da quando, il 18 maggio 1968, il marito rilevo il club da Angelo Moratti.

«TIFOSA, NON SPORTIVA» Da quel momento l’Inter era diventata più di «un hobby». «Io non sono sportiva, lo ammetto – ripeteva quasi scusandosi – io sono tifosa». A ogni partita dell’Inter a San Siro si ripeteva, immutabile, la stessa scena. L’onorevole Servello si avvicinava e le baciava la mano, subito imitato da Peppino Prisco e dagli altri dirigenti nerazzurri. Un rito nobile dopo il quale, al fischio d’inizio, lady Renata, si trasformava: si agitava, si sbracciava, si scatenava. Soprattutto, soffriva, perché ripeteva spesso «in tribuna d’onore bisogna essere educati, si sta seduti accanto alle autorità, alla moglie del presidente della squadra avversaria, che quasi sempre di calcio non capisce niente. Non si può nemmeno dire all’arbitro che ha fatto il birichino».

LA CESSIONE Birichino, diceva proprio così. Termini e modi di un’altra epoca. Quella dei Fraizzoli alla guida dell’Inter terminò dopo 16 anni nel 1984, quando Ivanoe cedette il club a Ernesto Pellegrini. Bastò una stretta di mano e una firma su tre paginette di contratto, ma appena dopo aver messo la sigla lui si era girato interrogativo verso la sua Renata: «E se poi vinciamo lo scudetto?». Una domanda che racchiudeva tutto il loro amore per un club che era diventato la loro famiglia, il loro hobby, quel figlio che non erano mai riusciti ad avere. «E adesso la Renata?». Era questa la domanda che Fraizzoli si era sentito rivolgere dagli amici quando aveva confidato loro che stava per lasciare. Invece era stata proprio stata lei, la tifosa numero uno, a chiedere al marito di lasciare. Lo vedeva patire, soffrire d’insonnia e a disagio in un mondo del calcio che ormai viveva e si nutriva di valori troppo distanti dai suoi. «Vendi, almeno riuscirò anch’io a dormire».

A MADRID Non era più la first lady, ma per tutti era comunque la prima tifosa. E tale è rimasta per altri 30 anni. Nella notte del triplete, ad esempio, alla non più tenera età di 85 anni, era al Bernabeu, a gioire nell’atto finale della stagione più vincente della storia dell’Inter. E ai pochi sorpresi dalla sua presenza, lei regalava un sorriso: «Dove dovrei essere secondo lei? Non sono più una giovinetta, ma non potevo mica mancare. Quest’anno ho visto partite anche a meno dieci gradi, al gelo». Proprio come quella domenica di 64 anni prima,