Alessandra Retico, la Repubblica 5/12/2016, 5 dicembre 2016
CARINI, LA NUOVA ONDA: «IO, TRA GREG E FEDERICA»
Giacomo, il delfino del nuoto italiano. Così si sussurra di Carini, ragazzo che a 19 anni svolazza di promesse. Farfallista nato (a Piacenza), è cresciuto guardando Federica Pellegrini vincere il vincibile davanti alla tv. «E a maggio scorso mi sono ritrovato a fare colazione accanto a lei in albergo agli Europei di Londra. Molto straniante. E un’emozione pazzesca». Lo rasarono in modo allegramente indecente per il suo esordio in nazionale («andai coi capelli lunghi per risparmiare sul barbiere»), adesso eccolo in Canada dove torna il nuoto azzurro dopo il bagno di bellezza a Rio. È tra gli 11 convocati dal dt Cesare Butini per i mondiali in vasca corta a Windsor (da domani all’11), prescelto di un gruppo a ranghi ridotti (20 in meno rispetto a Doha 2014) per ragioni soprattutto economiche nonostante l’aumento di contributi dal Coni che ha premiato una federazione da 8 medaglie olimpiche. La vicinanza col Brasile e il rettangolo dei 25 metri non particolarmente agognato dagli italiani hanno favorito la squadra ristretta. Per dire, Filippo Magnini è out. Invece c’è Giacomo e un’altra esordiente, la dorsista di 20 anni Silvia Scalia. Gli altri nove sono big: il campione olimpico Gregorio Paltrinieri e il suo gemello del mezzofondo Gabriele Detti (due bronzi a Cinque Cerchi), il velocista Luca Dotto e il ranista Fabio Scozzoli al mondiale dopo due anni. Nuota tra gli squali, Giacomo: «La convocazione? Mi ha sorpreso. Ma devo dire che quest’estate guardando le Olimpiadi alla televisione, per la prima volta mi sono sentito come fossi sul blocco zero. Sono pronto».
Pronto e via proprio domani nei 200 farfalla (poi giovedì i 100), subito dopo i 200 stile libero di Fede. «Entro in scena subito tra i big. Sarà un’esperienza formidabile. Crescerò». Già lo ha fatto poche settimane fa a Massarosa dove ha sbalordito sfiorando nei 200 farfalla il record italiano di Niccolò Beni che lo stabilì all’epoca dei costumi gommati. Gli mancano solo 23 centesimi per superare il maestro. «A cosa punto? A migliorare. E pensare che i 200 io li odiavo. Mi ricordo benissimo la prima volta che li ho fatti: traumatico. Piangevo mentre nuotavo. Non solo per la fatica, ma proprio un blocco mentale. Sì, un po’ come i 400 sl di Federica ». In piscina a 5 anni spinto da mamma Patrizia, ex dorsista vincente, adesso prof di matematica e fisica al liceo. Da papà Ulisse ha preso lo sprint: «Correva nei rally, mezzo matto. Ma ha messo la testa a posto e ha un negozio di attrezzature sportive». Preoccupato per Margherita: «Mia sorella di 16 anni, che nuota ma è adolescente. Si distrae dalla fatica. Io mi sveglio alle 7 per la prima delle due sedute in acqua al giorno. Mi sono diplomato con 88 allo Scientifico, sono entrato nelle Fiamme Gialle e sono iscritto a Economia aziendale alla Cattolica. Suono la chitarra, quella acustica sennò mia madre mi caccia. I miei idoli? Facile: l’enorme Phelps. E Laszlo Cseh, che a 31 anni sta ancora lì. Magnini il capitano. Paltrinieri che è davvero un bravo ragazzo. E sempre Federica, la donna maiuscola del nuoto». La giovane farfalla apre le ali. «Non sono né un orso né un gigante. La mia forza è la leggerezza della bracciata. E ho scelto il nuoto perché è uno sport che se non riesci ti lascia deluso. Se invece ce la fai, niente è più bello della doccia calda alla fine». Carino, Carini.