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 2016  dicembre 05 Lunedì calendario

“FALLICO”! LO SMALTO È MASCHILISTA


Se stendere lo smalto sulle unghie vi sembra un’attività privata, da svolgere nell’intimità di un bagno o nella stanzina di un’estetista, beh vi sbagliate. Dipingersi mani e piedi può diventare un atto antifemminista o, peggio, una celebrazione del maschilismo più bieco. Lo sostiene il New York Times in uno spassoso articolo a firma di Vanessa Barbara, Paint Your Nails With Patriarchy! (dipingi le tue unghie con il patriarcato!).
Vagando per i siti delle aziende, l’autrice ha scoperto che, invece di introdurre un nuovo colore e chiamarlo semplicemente con il pantone corrispondente, l’industria della bellezza battezza ogni nuova sfumatura con epiteti sempre più irreali, giochi di parole e frasi nonsense: niente più “Rose Petal”, “Wedding Pearl”, “Pink Champagne”, ma, ad esempio, “Moon Over Mumbai” (tramonto su Mumbai), “Up the Amazon Without a Paddle” (sul Rio delle Amazzoni senza pagaia), “Hotter than You Pink”, “But of Corpse” (tutto fuorché un cadavere), “Snow White” (neve bianca, per uno smalto rosso), “I Only Eat Salads” (mangio insalate, perlomeno verde), “Are Mermaids Real?” (le sirenette sono vere?: un viola brillante con sfumature dorate).
C’è poi la serie di smalti che esprimono stati d’animo: “Eternal Optimist” (ottimista eterna), “Shattered Souls” (anima a pezzi), “Today I Accomplished zero” (oggi non ho fatto nulla), per non parlare di” “Bitter Buddhist” (buddista amara) di Smith and Cult, un verde opaco che ha una bizzarra, e ironica, spiegazione psicologica: lo smalto nascerebbe da “una mescolanza di teenager che cercano di risolvere i propri problemi, prima che ne abbiano, e donne di mezza età con un aspetto disperato da ‘salvami’ sulla faccia”.
Se ci fermassimo qui – nomi strampalati, comici – ci sarebbe ben poco di misogino. Invece i creativi degli smalti hanno intrapreso da un lato la strada degli epiteti osceni – “Phallic”, “Between the Sheets” (tra le lenzuola), “Orgasm” o “Creamy Climax Dream” (collezione Naughty Nailz’s XXX) – ma soprattutto una serie di sintagmi o frasi che sembrano sottintendere che la donna sia un essere frivolo, impegnato a mettersi smalti per conquistare un uomo bello e ricco.
Ecco qualche esempio della collezione Sephora by Opi: “What’s a Tire Jack?” (cos’è uno pneumatico, Jack?), “Domestic Goddes” (divinità domestiche), “How Many Carats” (quanti carati), “Never Enough Shoes” (mai abbastanza scarpe). Il brand Essie ha cominciato con “Where’s My chauffeur” (dov’è il mio parrucchiere), “Trophy Wife” (moglie da trofeo), “Show me The Ring” (mostrami l’anello), mentre China Glaze ha coniato “Marry a Millionaire” (sposa un milionario) e Debora Lippmann ha lanciato “Before He Cheats” (prima che ti tradisca). Sempre Opi ha chiamato uno smalto rosso “I’m not Really a Waitress” ( non sono una cameriera..). L’anno scorso, uno brand brasiliano ha lanciato una collezione di smalti che esalta le gesta maschili (“Guto Has Proposed to me!!” – Guto mi ha chiesto di sposarlo!!, e così via). Anche qui, le donne sono creature manipolabili, con un debole senso dell’umorismo e un disperato bisogno di uomini. E allora se non vi riconoscete in questa descrizione, occhio alla prossima boccetta di smalto: perché sì, l’emancipazione passa anche per la manicure.
Elisabetta Ambrosi