Nick Shook, D, Lui, la Repubblica 26/11/2016, 26 novembre 2016
SUPER SUPER BOWL
Era la scusa per radunarsi in qualche parcheggio abbandonato e vedere da vicino i migliori atleti del Midwest. Ora è la più grande attrazione dello sport mondiale. Il Super Bowl incorona la migliore squadra di football americano, cade sempre di domenica, si gioca in sede neutra per le 2 squadre sfidanti, ospita i concerti delle maggiori star della musica ed è un evento spettacolare che accumula record di share e milioni di sponsorizzazioni. Circondati da migliaia di spettatori, 22 uomini prendono posizione in campo in attesa del fischio d’inizio.
E pensare che il football americano nacque in sordina presso una concessionaria di auto di Canton, in Ohio. Fu lì che nel 1920 i rappresentanti di quattro squadre dello Stato e di un club dell’Illinois si diedero appuntamento per fondare l’American Pro Football Association, che poi avrebbe preso il glorioso acronimo di Nfl (National Football League). I primi decenni di attività furono a dir poco modesti: ogni anno le squadre finivano in deficit e alcune, durante la guerra, furono costrette ad accorparsi per sopperire alla scarsità di talenti, causata dalle partenze per il fronte. Ma la finale 1958 entusiasmò talmente tanto il pubblico sugli spalti e i primi telespettatori, accalcati attorno alla luce incerta degli apparecchi in bianco e nero, che il football fu lanciato nell’Olimpo degli sport e divenne simbolo dell’americanità. Il Presidente “Ike” Eisenhower disse: «Ateo è colui che guarda una partita di football e non gli importa chi vincerà».
Nel 1966, in seguito all’accordo che avrebbe poi portato alla fusione della Nfl con l’Afl (l’American Football League, che all’epoca contava 10 squadre), fu stabilito che ogni anno le vincitrici dei due campionati avrebbero disputato una finale: nasceva il Super Bowl. A contendersi la prima edizione furono i Green Bay Packers per la Nfl e i Kansas City Chiefs per la Afl. Il wide receiver, lo specialista nella ricezione dei passaggi, Max McGee segnò il primo touchdowm (la meta, che vale 6 punti) e finì con i Packers che sconfissero i Chiefs, consolidando la fama di superiorità della Nfl. Solo alla terza edizione una squadra Afl riuscì a conquistare il titolo: l’onore toccò ai New York Jets sui Baltimore Colts.
Pete Rozelle fu il geniale visionario che guidò questo sport per 29 anni, a partire dal 1960, facendolo diventare lo sport più amato d’America. Determinato a dare al football una maggiore visibilità, inaugurò gli incontri in prime time con il debutto (il 21 settembre 1970) del Monday Night Football, trasmesso allora dall’American Broadcasting Company: un classico dell’intrattenimento televisivo, seguito ancora ogni lunedì da milioni di spettatori. Gli anni ’70, grazie alla steel curtain (la “cortina d’acciaio” della loro inespugnabile difesa) furono la decade dei Pittsburgh Steelers: alla ribalta per essere riusciti ad aggiudicarsi 4 Super Bowl in 6 anni, comprese due trionfali vittorie sui Dallas Cowboys, fra le squadre più amate dopo la conquista di due titoli. Negli anni ’80 la popolarità del football americano crebbe ancora: un successo dovuto anche alla nascita del network Espn, ovvero notizie sportive 24 ore su 24. Nuove squadre si unirono alla Nfl, mentre accadeva un clamoroso sorpasso: molti tifosi del baseball si convertivano al football, e un sondaggio tra i lettori di The Sporting News decretava la maggiore popolarità del secondo. Espn iniziò così a trasmettere gli aggiornamenti di mercato e si assicurò i diritti delle partite del campionato. «Fu in assoluto la mossa più importante», disse Steve Bornstein, ex presidente Espn, a Michael MacCambridge nel libro America’s Game. «Fu davvero la svolta».
I fan impazzirono per le leggendarie riprese della Nfl Films, che romanzavano e idealizzavano le scene salienti, mostrandole al rallentatore e accompagnandole con una colonna sonora orchestrale composta appositamente dal mitico Sam Spence. I filmati, ideati dal regista Ed Sabol e girati dal figlio Steve, esaltavano gli incontri, presentati alla stregua di gloriose lotte tra gladiatori in uniforme e casco, o di danze atletiche quasi tribali. La combinazione tra queste epiche riprese e la copertura via cavo fecero approdare la Nfl nelle case di tutto il Paese. Nel 1982, dati Nielsen, il 16esimo Super Bowl fu seguito dal maggior numero di spettatori nella storia di tutto lo sport Usa: 40 milioni di persone, 20mila famiglie.
A partire da allora, la popolarità della Nfl fu inarrestabile. A solleticare l’interesse del pubblico si aggiunsero l’introduzione della free agency (la possibilità per i giocatori di cambiare squadra liberamente) e un maggiore interesse verso il football-mercato, che fece segnare buoni ascolti anche durante la bassa stagione. La League si arricchì di due squadre e dopo il trasferimento a Baltimora la società di Cleveland cambiò nome. Nel 2002 gli Houston Texans divennero il 32esimo membro della Nfl, in rappresentanza di 31 città (solo New York ha due squadre). Negli anni seguenti, gli atleti più in vista divennero stelle di prima grandezza, icone della cultura pop Usa. Oltre a essere lautamente retribuiti, iniziarono a firmare contratti di sponsorizzazione da decine di milioni di dollari.
Il nuovo millennio ha visto crescere l’importanza del ruolo del quarterback (il lanciatore). Peyton Manning, uomo di punta dei Denver Broncos, ha infranto ogni record, coronando la sua leggendaria carriera con 55 touchdown nella sola stagione 2013. Nello stesso anno la sua squadra fu sconfitta un’unica volta: al Super Bowl vinto dai Seattle Seahawks.
E siamo a oggi. La Nfl gioca oggi tre giorni a settimana e gli incontri sono trasmessi in tivù lunedì, giovedì e domenica. Nel 2016 i Broncos si sono aggiudicati per la terza volta il Super Bowl (alla 50esima edizione), imponendosi sui Carolina Panthers. La League è sbarcata persino su Twitter, da cui trasmette in streaming le partite, incoraggiando i follower a condividere passioni e opinioni. Con l’avvicinarsi del periodo più caldo della stagione (questi giorni: fine novembre e dicembre) la febbre aumenta. Momento clou sarà il 5 febbraio, quando a Houston, Texas, prenderà il via il 51esimo Super Bowl. Incollati agli schermi milioni di appassionati. Compresi Barack Obama e Donald Trump, perché questo è “lo” sport dell’America.
(Traduzione di Marzia Porta)