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 2016  dicembre 02 Venerdì calendario

OUI, CALLEGARI!

Il nome va annotato con cura. In fondo, non è da tutti esordire nel Psg a soli 18 anni. E se poi il ragazzo in questione ha passaporto italiano, l’attenzione si accentua. Perché le prospettive di Lorenzo Callegari potrebbero un giorno riannodarsi alle radici della terra d’origine e magari fargli fare il tragitto inverso rispetto a quello compiuto da Marco Verratti, suo idolo e compagno di squadra, che nel 2012 mollò l’Italia per farsi un nome nella Ville Lumière. E che mercoledì, frenato da un lieve infortunio, ha permesso al giovane centrocampista di esordire con la maglia del club che ha sempre tifato, dove sta crescendo con gli insegnamenti dell’altro suo idolo Thiago Motta. Sette minuti in tutto contro l’Angers (2-0), ma che papà Giuseppe, di sangue piacentino, e mamma Patrizia, foggiana, hanno seguito con emozione in tv, come il fratello gemello Antonio e le cinque sorelle.

DANNI Il pensiero sarà andato a quel giorno in cui mamma Patrizia decise di iscrivere Lorenzo nella squadra di quartiere di Clamart, periferia sud di Parigi: «Faceva ancora l’asilo – racconta Giuseppe, nato a Parigi nel 1959, l’anno dopo che i genitori emigrarono da Groppallo in provincia di Piacenza –, ma lui viveva in simbiosi con il pallone e in casa faceva danni. Se gli toglievamo la palla, lui se ne faceva una arrotolando i calzini per giocare con suo fratello». A dodici anni, Callegari finì nei taccuini degli osservatori del Psg che se lo portarono in accademia. E nel giro di cinque anni il ragazzo è diventato uno dei talentini da covare, blindato con un triennale nel 2015. Nel frattempo, Callegari si è laureato campione di Francia con l’Under 19 del Psg, con cui la scorsa stagione è arrivato anche in finale di Youth League, la Champions dei giovani, persa contro il Chelsea. Il tutto dopo aver conquistato l’Europeo Under 17 con la Francia, con il figlio di Zidane, Luca, tra i pali.

FUTURO Con le nazionali Bleu Callegari si sta facendo spazio, ma il passaporto italiano lo rende appetibile pure in Azzurro: «Il nostro cuore – spiega papà Giuseppe, proprietario di due ristoranti a Issy-Les-Moulineaux, alle porte della Capitale – è diviso a metà. Ma per decidere c’è tempo». Ne ha di meno il Psg, visto che il contratto scade nel 2018. Il ragazzo, che trascorre spesso le vacanze a Groppallo, si è affidato da quest’estate ad Alessandro Canovi, procuratore anche di Thiago Motta, che spiega: «Prima di decidere se rinnovare il contratto e a quali condizioni, vorremmo capire il progetto tecnico del Psg». Premessa necessaria per evitare un nuovo caso Coman, a suo tempo sfilato a zero euro dalla Juve al club parigino facendo infuriare il presidente Al Khelaifi. Forse per questo il tecnico Unai Emery quest’estate si è portato Callegari in tournée negli Stati Uniti. E il centrocampista si è messo in luce da titolare nelle amichevoli vinte contro Inter e Real Madrid, nel ruolo di Verratti e Motta. Mercoledì, però, i sette minuti in campo sono stati ben più intensi nonostante i pochi palloni giocati: «Il mio cuore – ha poi ammesso il 18enne che ammira anche Pirlo, Xavi e Iniesta –, batteva più forte. Sono felice e fiero. Ho ripensato a quando venivo allo stadio e mi emozionavo vedendo entrare i ragazzi del centro di formazione. Stavolta è toccato a me. Spero di giocare ancora, ma sono all’inizio e ho davvero molto da imparare».