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 2016  dicembre 01 Giovedì calendario

GINO & MICHELE: «LA COMICITA’ ORMAI È IN RETE. IL CABARET SI DEVE REINCARNARE» – Anche i comici nel loro piccolo si celebrano

GINO & MICHELE: «LA COMICITA’ ORMAI È IN RETE. IL CABARET SI DEVE REINCARNARE» – Anche i comici nel loro piccolo si celebrano. Dopo trent’anni di vita, diciotto stagioni e una costellazione di stelle nate nel soffitto della cantina di viale Monza, Zelig chiude definitivamente i battenti. Monologhi e mattatori del programma che ha trasformato il cabaret in un genere televisivo si potranno ricapitolare da oggi su Canale 5 nelle quattro serate di Zelig Event affidate alla coppia Christian De Sica-Michelle Hunziker. E se a Gino&Michele più Giancarlo Bozzo (trattandosi di Zelig, i papà non potevano essere meno di tre) si domanda il perché del prepensionamento, loro ti assicurano che gli incentivi del governo non c’entrano. “Era inevitabile. Nei tempi d’oro eravamo arrivati a fare il 40 per cento, mentre l’ultima stagione ci siamo fermati al 16…”. Il 16 non è da buttar via di questi tempi. Semprini si leccherebbe i baffi. Ragione di più per lasciare a testa alta. Per vent’anni abbiamo portato in Tv il meglio del cabaret sotto ogni punto di vista. Ora questo non è più possibile, non possiamo portare in televisione gli youtuber. Perché no? Perché non li possiamo mettere su un palcoscenico. Ci abbiamo provato, ma il problema c’è. Anche i più bravi, come il Terzo Segreto di Satira, sono troppo legati alla Rete e alle loro sceneggiature. Bisogna trovare un punto di incontro tra tv e web, ma non può essere Zelig. Il cabaret si reincarnerà, come è sempre accaduto. Proviamo a ricapitolare le sue vite. Negli anni 60 a Milano c’era il Derby, il papà dello Zelig. Quello era lo zio. Il vero padre dello Zelig è stato il Refettorio, dove ci siamo esibiti anche noi. Il nostro gruppo si chiamava I Bachi da Sera. Com’era il cabaret dei Bachi da Sera? Lo si potrebbe definire l’anello di congiunzione tra I Gufi e I Gatti di vicolo miracoli. Ma preferiremmo non parlarne. Non molto impegnati. No, però come Bachi da Sera ci esibivamo solo la notte. Al mattino andavamo nelle fabbriche a cantare le canzoni di lotta agli operai. E gli operai? Ci tiravano dietro il panino: ‘Vogliamo Morandi!’. Mattino nelle fabbriche e sera al cabaret. Non c’era conflitto d’interessi? Certo che sì, ma avevano le mani pulite. Non guadagnavamo nulla da una parte e nulla dall’altra. Finché siete passati a Radio Popolare. Ci siamo messi in testa di fare gli Arbore e Boncompagni di sinistra. Prendere per il culo il ’68 dieci anni dopo in quel covo di compagni duri e puri sembrava una follia, invece ha funzionato. I Bachi da Sera intanto si erano ritirati. Ormai stavamo dietro le quinte. E nel frattempo avevamo cominciato a scrivere per la Tv. Nel 1986 apre il locale di viale Monza e si avvia a raccogliere il testimone del Derby, che chiude i battenti di lì a poco. Abbiamo avuto successo da subito, ma sempre con le pezze al sedere. Nel ’96 eravamo alle prese con la ristrutturazione della nuova sede e vivevamo nascosti nei cessi per non pagare quello dei prosciutti. Continuavamo a proporre ai capistruttura un programma di cabaret dal vivo ma tutti continuavano a dirci di no. Finché Italia 1, in occasione del decennale, decise di produrre le due puntate di Buon compleanno Zelig. Quindi l’incontro con Mediaset fu frutto di pura casualità. A quanto ci risulta, sì. A meno che Berlusconi non abbia saputo che eravamo tutti comunisti, e si sia fatto avanti. L’abbraccio con la Tv del Cavaliere è stato benefico o corruttore? Dal punto di vista economico, strabenefico. Ci ha permesso di uscire dai nascondigli e pagare i creditori. E dal punto di vista artistico? Non sarà che il video annacqua il cabaret? Questa è una vecchia diatriba. Se parliamo di satira, bisogna dire che Zelig non è mai stata una trasmissione satirica, ma solo la longa manus catodica di una tradizione milanese, quella del Derby e del Refettorio. Il cabaret se ne è sempre strasciacquato le palle della satira. Prendi Cochi e Renato, i due comici più rivoluzionari degli ultimi 50 anni: la satira non sanno che cosa sia, ma è anche per questo che resteranno nella storia. Però è innegabile che in questi vent’anni tanti autori, da Paolo Rossi ad Antonio Cornacchione a Checco Zalone, hanno abbandonato la vena più satirica in favore di quella comica. Ma questo non dipende da Zelig, dipende dal mondo e dai tempi. Ovunque la satira politica si fa sempre meno. E sostenere che in Tv si fa sempre meno satira è un luogo comune. La satira non ha mai avuto spazio, se non nella la forma dell’imitazione. I satirici della nostra Tv sono Ballantini, Sabina Guzzanti, Paola Cortellesi. E naturalmente Crozza. Anche la bolla dei comici in Tv è una falsa impressione? Può darsi che Zelig abbia tracciato una strada oggi fin troppo battuta, ma la bolla si è già sgonfiata. Oggi i ragazzi preferiscono cantare, o cucinare. Nei festeggiamenti di Zelig Event ci sono due grandi assenti, Claudio Bisio e Checco Zalone. La riconoscenza non è di questo mondo. Il fatto è che tutti e due hanno un contratto di esclusiva; Claudio con Sky, Checco con il cinema miliardario (in euro)… Va bene, ma le esclusive si aggirano. Lo fa perfino Maria De Filippi. Forse hanno paura del confronto con il passato… È umano… Probabilmente anche noi, al loro posto, faremmo lo stesso… Va bene, ma non ci sarà un’altra spiegazione? Forse sì. Forse sono due stronzi.