Giulia Sinopoli, NuovoTV 15/11/2016, 15 novembre 2016
L’attore romano è il protagonista delia nuova fiction poliziesca di Raidue Ruvido, scorretto, fuori dagli schemi, ma con un grande intuito investigativo e un cuore d’oro
L’attore romano è il protagonista delia nuova fiction poliziesca di Raidue Ruvido, scorretto, fuori dagli schemi, ma con un grande intuito investigativo e un cuore d’oro. È questo il vicequestore della polizia di Stato Rocco Schiavone, protagonista della nuova fiction in onda ogni venerdì sera su Raidue. Nato dalla penna dello scrittore Antonio Manzini, in tivù il poliziotto ha il volto dell’attore Marco Giallini. Romano di Trastevere, ma trasferito ad Aosta per motivi disciplinari, nelle sei puntate della serie Schiavone investiga su alcuni casi di omicidio con l’aiuto della sua squadra. Accanto a lui, in particolare, ci sono Italo Pierron (Ernesto D’Argenio), un giovane poliziotto valdostano con cui il vicequestore stringe un rapporto di amicizia, e Caterina Rispoli (Claudia Vismara), una poliziotta in gamba che con il suo fascino attira l’attenzione sia di Rocco sia di I-talo. Ma il cuore di Schiavone, in realtà, continua a soffrire per la scomparsa prematura di sua moglie Marina (Isabella Ragonese). Marco, raccontaci chi è Rocco Schiavone... «A suo modo è un anarchico. Ha solo tre amici di cui si fida, quelli con cui giocava per strada a guardia e ladri: loro, però, sono rimasti ladri, mentre lui è diventato guardia. Gli piacciono le donne, anche se l’unica che continua ad amare è la moglie Marina. Lei è morta, ma lui immagina di parlarle ogni giorno, in dialoghi che corrono sul filo del rimpianto e della malinconia. È un uomo che, un po’ come me, ha capito che a questo mondo si muore. E quindi dice quello che pensa, agisce come vuole e rispetta solo la gente che se lo merita, mentre si comporta male con chi, per lui, non lo merita. È un po’ duro, un poliziotto scomodo per i suoi superiori, ma molto intuitivo». Ti riconosci in Rocco? «Io mi riconosco un po’ in tutti i personaggi che interpreto. Come diceva un grandissimo attore – molto più bravo e più bello di me, Mastroianni – “metto sempre un po’ di Marcello in ogni carattere”. In comune con Rocco sicuramente ho la vena ironica, che mi porto dietro anche nel mio quotidiano, perché altrimenti sarebbe difficile vivere. E poi anche io dico quello che penso e non mi piace vivere con il peso addosso di dover dire o dover fare cose per essere qualcuno». Sei da sempre un estimatore dei film polizieschi, come mai? «Mi piacciono molto fin da quando ero ragazzino, perché mio padre divorava tutti i film di questo genere. Lui era un operaio, faticava tutto il giorno e i protagonisti di quei film erano i suoi miti. Li guardavamo insieme e oggi, pensando a lui, sono emozionato di interpretare un ruolo come quello di Schiavone». La prima puntata di Rocco Schiavone si è scontrata con una serie avversaria, Solo, in onda su Canale 5: avverti mai la pressione degli ascolti? «No, agli ascolti non ho mai pensato. E poi mi dicono che anche Solo è molto bella, magari la guardo». Dopo questa serie tv, dove ti rivedremo? «Al cinema in Beata ignoranza, un film di Massimiliano Bruno. Ma questa, per ora, è un’altra storia».