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 2016  novembre 28 Lunedì calendario

TOGLIETE LA PAROLA A UN DOCENTE RAZZISTA: SI TRASFORMA IN SOCRATE


In Hyde Park, vicino Marble Arch, c’è lo Speaker’s Corner. È una specie di Internet ante litteram: ognuno può piazzare sull’erba una cassetta della frutta o una scaletta per imbianchini, salirci sopra e spiegare pubblicamente la propria opinione su questo o quello. Nella maggior parte dei casi si tratta di gente da quattro soldi, proprio come in Internet; però, nello Speaker’s Corner, ci hanno parlato persone come Marx, Lenin, Orwell. Che certamente suscitarono uno sconcerto minore del tizio che ho ascoltato io pochi giorni fa: propalava le sue fole sulle scie chimiche e molta gente ne usciva seriamente preoccupata.

Esporsi nello Speaker’s Corner richiede un certo coraggio: diversamente da quanto avviene con Internet, lì la gente reagisce fisicamente: contesta, insulta, talvolta si arriva alle mani. La Polizia interviene rarissimamente, solo se le cose degenerano in maniera preoccupante. Tutti considerano lo Speaker’s Corner una istituzione di libertà. Attenzione, non di democrazia: che ogni imbecille condivida la propria ignoranza non è indispensabile; ma lo è la sua libertà di farlo; meglio, l’impossibilità di impedirglielo.

Sembra che anche in Gran Bretagna, patria della Magna Charta (nel 1215!), la cultura della libertà sia in decadenza. Il 21 novembre i quotidiani inglesi (tra cui Telegraph, Financial Time e Evening Standard) hanno dato notizia dell’intervento dell’Unità contro l’Estremismo del Dipartimento dell’Educazione che ha fatto divieto a Milo Yiannopoulos di tenere una conferenza presso la sua ex scuola, la Simon Langton Grammar School for Boys, un istituto sito in Canterbury, nel Kent, dove era stato invitato a parlare dal Direttore. La ragione dell’ostracismo sembra da ricercarsi nella personalità e nelle idee di Yiannopoulos, appartenente a gruppi razzisti e nazionalisti, noto (e apprezzato in quegli ambienti) sostenitore di Trump. Secondo il Dipartimento dell’Educazione, la sua conferenza avrebbe potuto provocare disordini; da qui la necessità di vietarla. Più sincera la motivazione espressa da Christine Dickinson, segretaria dell’Unione Nazionale degli Insegnanti –Sezione del Kent, che ha spiegato come “chiunque incoraggi il razzismo, il sessismo e ogni forma di ineguaglianza ed è contro il valore britannico della tolleranza” non deve poter aver accesso ai giovani.

Probabilmente Yiannopoulos è una persona odiosa e insopportabile: credo lo dimostri il fatto che ha attribuito il divieto di parlare nella sua ex-scuola e le accuse di razzismo, sessismo, nazionalismo etc alla volontà di perseguitarlo in quanto gay; per non parlare delle sue idee che – ad occhio – prima di essere sbagliate e irritanti sono cretine. Il che non toglie che egli abbia il diritto di avere queste idee e – soprattutto – di esporle, proprio in funzione di quel “valore britannico della tolleranza” cui fa riferimento l’evidentemente illogica miss Dickinson.

Ciò sarebbe valido anche se Yiannopoulos fosse il solo a professare questa imbarazzante ideologia; ma così non è. A parte che essa forma il bagaglio ideologico e politico del Presidente degli Usa Trump (che, secondo l’Evening Standard, ha invitato la Gran Bretagna a nominare Yannopoulos ambasciatore in Usa), le idee del reprobo sono condivise da moltissime persone: nel caso di specie, da oltre 200 studenti (la quasi totalità della popolazione studentesca) del Simon Langton e dalle loro famiglie che avevano firmato la loro prenotazione ad assistere alla sua conferenza. Naturalmente almeno altrettante (si spera…) le disapprovano. Ma qual è la ragione per violare il diritto di Yiannopoulos di parlarne? Secondo il Dipartimento dell’Educazione, la possibilità di disordini. Dunque una resa alla violenza; predisporre un idoneo servizio d’ordine non si poteva, evidentemente. Ovvero non si voleva perché, anche al il Dipartimento dell’Educazione, Yiannopoulos stava antipatico?

Come ben si capisce, anche a me questo tizio fa girare le scatole; ma ancora di più mi irrita il fatto che egli, ora, può a buon diritto essere accomunato a Socrate (!) nella lista delle vittime dell’intolleranza.