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 2016  novembre 26 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA MORTE DI FIDEL CASTRO REPUBBLICA.IT FIDEL CASTRO è morto a Cuba: aveva 90 anni

APPUNTI PER GAZZETTA - LA MORTE DI FIDEL CASTRO REPUBBLICA.IT FIDEL CASTRO è morto a Cuba: aveva 90 anni. La notizia della scomparsa del leader cubano arriva dalla Tv nazionale dell’isola dal fratello, Raul Castro. Aveva lasciato il potere una prima volta nel 2006, a causa di una diverticolite all’intestino, e definitivamente nel 2008. È morto alle 22.29 ora cubana (le 4.29 italiane) e sarà cremato. Raul Castro ha concluso il suo commosso annuncio con lo slogan tanto caro al fratello maggiore che gli aveva trasferito tutti i poteri nel 2008: "Hasta la victoria, siempre". Il governo dell’Avana ha deciso di tributare al ’líder maximo’ nove giorni di lutto nazionale, i funerali si svolgeranno il 4 dicembre. Morto Fidel Castro, l’annuncio del fratello Raúl ai cubani Condividi PUBBLICITÀ inRead invented by Teads LE REAZIONI Festeggiano i dissidenti e gli esuli. Gentiloni: "Pagina grande e drammatica" La sua storia. L’uomo che entra trionfalmente all’Avana l’8 gennaio del 1959 in piedi su una jeep è un giovanotto di 32 anni, alto 1.90, molto miope, con una lunga barba e una divisa militare verde oliva. Nato sotto il segno del Leone il 13 agosto del 1926, è laureato in legge. Si è già sposato e ha divorziato. Ha tre figli: Fidelito, nato dal matrimonio con Mirta Diaz Balart; Jorge Angel e Alina, frutto di due relazioni extraconiugali. È già stato in carcere per aver guidato, sei anni prima, un disastroso assalto di ribelli al cuartel Moncada, una caserma dell’esercito vicino a Santiago, la seconda città dell’isola. Arrestato e condannato a 15 anni, ne sconterà poco più di uno. È stato in esilio diciotto mesi, fra Messico e Stati Uniti. E il 2 dicembre del ’56, è tornato clandestinamente con un piccolo yacht, il "Granma", e 88 compagni. La maggior parte moriranno subito dopo lo sbarco ma, insieme a lui, una quindicina - dodici come gli apostoli secondo la leggenda - riusciranno a raggiungere le montagne, la Sierra Maestra, per dare inizio alla guerriglia vittoriosa. Quell’8 gennaio Fidel Castro è già il capo indiscusso di una rivoluzione che allora nessuno sa dove andrà ma che ha appena liberato Cuba, l’isola più grande dei Caraibi, da un dittatore, Fulgencio Batista, legato alla Mafia italo-americana e a Lucky Luciano, che nella notte di Capodanno del ’59 è volato via con 100 milioni di dollari e pochi fedelissimi per rifugiarsi nella Repubblica Dominicana. Fidel Castro: la rivoluzione, il baseball, i viaggi. 16 scatti in bianco e nero Navigazione per la galleria fotografica 1 di 15 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () L’impatto mondiale del trionfo dei "barbudos", non più di 800 guerriglieri in tutto, è immenso. Uno squarcio nello scacchiere della Guerra Fredda. Il primo viaggio all’estero di Fidel Castro è negli Stati Uniti, nell’aprile del ’59, su invito della Società degli editori di giornali. Nei suoi discorsi americani Castro sosterrà che la sua rivoluzione è "umanista", prometterà di convocare libere elezioni e di difendere la proprietà privata. Alla Casa Bianca lo riceve Nixon, allora vicepresidente, mentre Eisenhower gioca a golf. "E’ un tipo naif, ma non necessariamente un comunista", riferirà Nixon al presidente. Ma le relazioni tra i due paesi, separati appena da 90 miglia d’acqua, peggioreranno in fretta. All’Avana sono mesi caotici con i processi sommari e centinaia di condanne a morte per chi, militari e civili, aveva collaborato con il regime di Batista e era accusato di crimini di guerra. Per tutto il 1959 all’interno del gruppo dirigente dei barbudos si sviluppa lo scontro, sempre più aspro, sul futuro della rivoluzione. Raùl e Che Guevara premono per la via socialista; Camilo Cienfuegos, Sori Marin e Huber Matos per il ritorno alla Costituzione del 1940, libere elezioni e democrazia. Camilo Cienfuegos morirà in un incidente aereo il 28 ottobre del 1959. Huber Matos, l’altro comandante che si ribella alla deriva socialista della rivoluzione, sarà processato e condannnato a vent’anni di carcere. A febbraio del ’60, la svolta. Il primo ministro sovietico, Anastas Mikojan, arriva all’Avana e firma l’accordo commerciale che provocherà la rottura delle relazioni con Washington, il via libera alle operazioni della Cia e ai numerosi tentativi americani di assassinare Fidel Castro. Il 17 aprile 1961 un piccolo esercito d’invasione composto da 1500 esuli cubani, addestrati e finanziati dalla Cia, proverà a sbarcare sull’isola per rovesciare i barbudos. È la Baia dei Porci che finirà tragicamente per gli assalitori soprattutto perché John Kennedy, succeduto a Nixon e a Eisenhower, si rifiuterà di timbrare come sua un’operazione decisa da altri e impedirà ai caccia dell’aviazione Usa di appoggiare lo sbarco. È morto Fidel Castro: la vita del Líder Maximo icona della rivoluzione comunista Navigazione per la galleria fotografica 1 di 91 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () Un anno e mezzo dopo, nell’ottobre del ’62 la crisi dei missili: quando gli americani scopriranno l’installazione di rampe di lancio sovietiche per testate nucleari, il mondo bipolare dell’epoca sarà, per 13 giorni, sull’orlo della guerra atomica. Finché Nikita Krusciov non accetterà il compromesso secondo il quale Washington prometteva di non promuovere nuove invasioni dell’isola e Mosca di non armarla con testate nucleari. Castro, non consultato, venne colto di sorpresa dal "cedimento" di Krusciov. E da quel momento il leader sovietico diventerà a Cuba Nikita mariquita, Nikita il frocetto. I rapporti di Fidel Castro con la famiglia non sono mai stati facili. Suo padre, don Angel, gestiva una fattoria di 10mila ettari e coltivava la canna da zucchero, a Biran nell’Oriente dell’isola. Sua madre, Lina, era la giovane colf che don Angel aveva sedotto ma che sposerà solo nel 1943, quando Fidel ha 17 anni, dopo la morte della sua prima moglie. Don Angel, che manteneva Fidel e Raul nei loro studi all’Avana, si rifiuterà di partecipare al matrimonio di suo figlio con Mirta Diaz-Balart nel 1948 perché voleva che studiasse e diventasse avvocato. Morirà nel ’56 mentre Fidel e Raul sono in esilio a Città del Messico. Ma l’episodio più tragico che dividerà per sempre la famiglia Castro è del 1964 quando Juanita, la sorella minore, lascia Cuba diretta in Messico dove rivela di aver lavorato, contro i due fratelli, come agente della Cia. Nome in codice: "Donna". A provocare il tradimento di Juanita era stata la condanna a morte di Humberto Sori Marin, comandante dell’esercito rivoluzionario sulla Sierra che dopo la vittoria si oppose alla svolta marxista-leninista organizzando una ribellione armata. Videoritratto: Zucconi racconta Fidel Castro Condividi Fra il 1963 e il ’64 con due viaggi a Mosca Fidel Castro stringerà l’alleanza con l’Urss e il Patto di Varsavia che collocherà definitivamente Cuba nell’orbita dei paesi socialisti. Il primo effetto sarà il dissenso con Che Guevara che deluso (la sua opinione è che l’Urss sia per il Terzo mondo una potenza imperialista come gli Stati Uniti) si allontanerà progressivamente dal gruppo dirigente cubano fino alla tragica avventura in Bolivia dove verrà assassinato nell’ottobre del 1967. L’alleanza con Mosca modifica un po’ tutte le idee e progetti dei primi anni della Rivoluzione quando anche Fidel Castro puntava sull’industrializzazione di Cuba per rompere le catene della monocultura dello zucchero. Per compiacere Breznev che, nel frattempo, è subentrato a Krusciov al Cremlino, il leader cubano lancerà la famosa "zafra" (la raccolta della canna da zucchero) dei dieci milioni di tonnellate. Cifra che non si raggiungerà mai ma che mobiliterà l’isola in una battaglia nazionale di consenso popolare verso Fidel. Negli anni successivi l’isola si riempirà di consulenti sovietici e, sotto l’impulso di Raul, che sarà sempre il più filo-Mosca tra i dirigenti cubani, attuerà i piani quinquennali, la burocrazia, e soprattutto il sistema di controllo, mutuato dal Kgb, voluti dall’Urss. Fino alla fine degli anni Ottanta, Cuba scambierà con il Patto di Varsavia zucchero con aiuti di tutti i generi: dalle lattine di fagioli per i soldati, alle auto, ad ogni altro genere di prodotto e aiuto. Fidel Castro, le frasi Navigazione per la galleria fotografica 1 di 12 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () L’Urss investirà miliardi per conservare l’avamposto strategico di Cuba a 90 miglia dagli Stati Uniti. E per Fidel saranno anni abbastanza dorati nel corso dei quali l’isola sarà portata ad esempio per la qualità del suo socialismo: scuole e ospedali soprattutto. Il leader cubano sarà costretto però a tenere a freno tutte le velleità rivoluzionarie nel resto del continente americano anche se continuerà a finanziare guerriglie in po’ ovunque. Per compiacere Mosca approverà l’invasione di Praga mentre all’interno dell’isola si stringeranno sempre di più i cordoni della censura, la caccia al dissidente e il conflitto con gli intellettuali. Il caso più famoso della "sovietizzazione" del socialismo caraibico sarà, nel 1970, l’arresto di Heberto Padilla, un poeta che aveva scritto versi critici e che sarà costretto ad una pubblica abiura. Il caso Padilla provocherà la rottura del regime cubano con numerosi intellettuali europei e latinoamericani. Ma Fidel resterà per molti anni ancora un "tiranno fashion", coccolato e vezzeggiato da molti, come Oliver Stone e Garcìa Màrquez. Il momento più critico degli anni "sovietici" sarà nell’aprile dell’80 con quello che si ricorda come "l’esodo del Mariel" (per il nome del porto) quando migliaia di cubani raggiunsero gli Stati Uniti grazie ad un accordo con il presidente Carter dopo giorni di proteste nelle strade dell’Avana. Poi le cose fileranno lisce fino all’89. L’avvio della perestrojka nell’Urss avrà molti estimatori a Cuba. Primo fra tutti Raul, il fratello minore del lider maximo. Invece Fidel vedrà immediatamente nelle riforme di Gorbaciov l’inizio della fine. E si batterà contro tutti per evitare qualsiasi contagio. Fidel Castro: la rivoluzione, il baseball, i viaggi. 16 scatti in bianco e nero Navigazione per la galleria fotografica 1 di 15 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () () () () () () () () () () () () () () Così mentre il socialismo reale implode, il tempo a Cuba verrà scandito dalla ’Causa numero 1’, il processo contro alcuni uomini molto importanti della nomenclatura castrista: il generale Orlando Ochoa, eroe dell’Angola; e i due gemelli Tony e Patricio de la Guardia, cervelli di molte operazioni segrete. Una epurazione interna, Ochoa e Tony de la Guardia furono condannati a morte e giustiziati, che servì soprattutto a serrare, con il terrore, le fila intorno al comandante en jefe nella fragilissima stagione della perdita dell’Urss. Con gli anni Novanta inizia il periodo più travagliato per il regime. Mosca chiude i rubinetti dei fondi a perdere iniettati per più di un quarto di secolo nell’avamposto socialista dei Caraibi. L’economia crolla e Cuba, che importa quasi tutto quello di cui ha bisogno, entra in una drammatica carestia che Fidel battezzerà come "Periodo especial" imponendo sacrifici alla popolazione in nome di nazionalismo, indipendenza e socialismo. Per salvarsi, dopo anni di autarchia finanziata da Mosca, Cuba spalancherà le porte al turismo e alle rimesse degli esuli. Un processo che, con la liberalizzazione dell’uso dei dollari, cambierà il volto dell’isola rovesciandone la piramide sociale. Ricchi diventano tutti quelli che hanno relazioni con il turismo del biglietto verde: impiegati d’albergo, taxisti, jineteras; poveri e poverissimi gli insegnanti, i medici, i funzionari di Stato. Cuba: le prime reazioni alla notizia della morte di Fidel Castro Condividi L’ultimo fenomeno degli anni Novanta saranno i "balseros" in fuga verso la Florida sulle zattere. Boat people disperati spinti via dalla fame. Infine a partire dal 1998 la Cuba di Fidel riuscirà in parte a sostituire quello che fu l’ombrello sovietico con il Venezuela di Chavez. Greggio e fratellanza ideologica. Tra il ’92 e il 2006 Fidel Castro ha due gravissime crisi per la diverticolite all’intestino. Tutte e due le volte rischia la morte dopo l’intervento chirurgico. Nell’estate del 2006 cede temporaneamente il potere ad una giunta formata da fedelissimi insieme al fratello Raúl che nel 2008 gli subentra definitivamente come presidente e capo del partito (Pcc). Ora Fidel se n’è andato mentre i suoi eredi s’impegnano con cura a smontare il sistema che ha costruito per conservare il potere. Lascia, insieme alla moglie Dalia, più di dieci figli, solo sei legittimi da due matrimoni. Una scia di grandi passioni senza mediazione tra l’amore e l’odio più viscerali. E più di tre milioni di esuli dispersi tra Stati Uniti, Messico e Spagna. L’ultima grande stagione politica di Fidel Castro fu quella che si ricorda come la Primavera Negra del 2003 e dei cosidetti "Talibani", un gruppo di giovani dirigenti a lui fedelissimi, uniti nella difesa dei principi del socialismo nell’isola. Una settantina di esponenti dell’opposizione, tra cui il poeta Raúl Rivero, che oggi vive tra Madrid e Miami, vennero incarcerati, processati e condannati a pene pesanti. Ma furono gli ultimi fuochi. Con la malattia e l’avvento al potere di Raúl tutti le personalità più vicine a Fidel vennero allontanate dai posti di comando. Alcuni, come Carlos Lage e l’ex ministro degli esteri Felipe Perez Roque, in circostanze ancora tutte da chiarire. In poco tempo Raúl smontò gran parte del sistema costruito dal fratello, sostituendo i funzionari civili con i militari che lui aveva formato e cresciuto come Capo delle Forze armate di Cuba. E concedendo molte nuove libertà. Come il passaporto per viaggiare all’estero, assolutamente proibito negli anni di Fidel. Una lenta apertura del regime, soprattutto in economia, con la nascita delle attività private: dal barbiere ai proprietari di stanze per i turisti. Processo portato a compimento da Raúl con la pace, nel dicembre 2014, firmata con i grandi nemici di Fidel: gli Stati Uniti d’America. Lui non lo avrebbe fatto. E quando ne ebbe la possibilità criticò la svolta del fratello minore. LEGGI Obama: "Un giorno nuovo per le relazioni Usa-Cuba" Forse, essendo sopravvissuto a una infinità di presidenti americani, aveva già immaginato che dopo "l’amico" Obama nei circoli della Casa Bianca sarebbero tornati in auge i suoi acerrimi nemici della diaspora cubana, quelli che sconfisse il primo gennaio del 1959. Cuba, a 90 anni Fidel Castro riappare in pubblico e critica Obama () Tags Argomenti: cuba morte fidel castro Protagonisti: Fidel Castro raul castro © Riproduzione riservata 26 novembre 2016 Articoli Correlati È morto Fidel Castro: la vita del Líder Maximo icona della rivoluzione comunista È morto Fidel Castro: la vita del Líder Maximo icona della rivoluzione comunista È morto Fidel Castro: la vita del Líder Maximo icona della rivoluzione comunista Morte di Fidel, la dissidenza cubana: Morte di Fidel, la dissidenza cubana: "Finalmente". E a Miami fanno festa Fidel: Trump Esulta. Obama: Fidel: Trump Esulta. Obama: "Amicizia per cubani". Putin: "La sua Cuba un esempio". 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Aderisci alla causaPurina I COMMENTI DEI LETTORI Segui le risposte ai miei commenti Ciao utente67924 (Logout) 265 commenti Ordina 8 ore fa trotta15 Piango l’uomo e il suo mondo ideale."Hasta la victoria, siempre" RispondiCondividi6 risponde 30 16 6 ore fa sikomoro Sarà l’effetto renzi, ma è possibile che a sinistra nessuno abbia più il coraggio di dire che fu un grande uomo? RispondiCondividi3 risponde 11 8 5 ore fa vpesca Forse ha ucciso troppe persone? Condividi 8 7 4 ore fa trotta15 Non pentito Sono ebreo Sono omosessuale Sono zingaro Sono COMUNISTA Sono nero Sono povero Sono disoccupato Sono profugo Sono straniero Sono triste Sono solo Mi dichiaro colpevole del reato: ESSERE UMANO. Condividi 4 6 2 ore fa r c Forse ha creato un paese del terzo mondo grazie al "suo mondo ideale"? Condividi 2 1 3 ore fa alex2044 Lo giudicherà la storia ma purtroppo partito come un liberatore ha vissuto da dittatore . La cosa più triste , però , è stata che a sostituirlo ha nominato suo fratello . Insomma come nelle più banali monarchie anche in un sistema comunista le successioni avvengono per via dinastica . Non molto rivoluzionaria come soluzione . RispondiCondividi 3 3 41 minuti fa urgruder per la sinistra i morti ammazzati dalle dittature ideologiche non sono uguali ...Stalin non il male come Hitler ... ne Lenin è male come Mussolini . E’ la relatività morale sinistra ...del resto per questo sono sinistri ... RispondiCondividi 0 0 8 ore fa Johan Padan 1 Comunque la pensiate, è stata una vita degna di essere vissuta . Quanti di noi, al termine della nostra parabola umana, potranno dire altrettanto ? RispondiCondividi17 risponde 24 14 8 ore fa urgruder si può dire lo stesso di Gheddafi ...Mussolini ... ecc . RispondiCondividi3 risponde 8 14 8 ore fa tiocfaidharla entrambi finiti appesi a testa in giù Condividi 10 1 4 ore fa exbanna gheddafi sì,mussolini,invece da chi si difendeva>? Condividi 0 0 3 ore fa adrianoriano Non ti viene il dubbio che se Castro non è stato appeso per i piedi è perché non ha mai trattato i suoi connazionali come hanno fatto Gheddafi o Mussolini? Neanche quando era vecchio e malato si sono sognati di toccarlo. Condividi 3 5 7 ore fa nomad15 Io potrò dire di non avere mai ucciso nessuno e di non avere mai tolto la libertà a nessuno. Ciò mi differenzia a sufficienza dai vari dittatori del 20 secolo, tra cui Castro, e mi basta. Rossa o nera una dittatura è sempre una dittatura. W la liberta. RispondiCondividi3 risponde 15 12 6 ore fa sikomoro quindi vota NO. Condividi 6 10 5 ore fa vpesca Bravo. Anche io la penso come te. Condividi 5 5 3 ore fa robertogambirasio puoi dire di non essere nessuno, che non hai cambiato niente e sei capace di votare per renzi gasparri o giovanardi, la dittatura italiana la conosci a malapena ma tolleri i nazileghisti..quindi la differenza è che tu come me non sei nessuno ma anonimamente ti vuoi distinguere..e basta leggere.. Condividi 1 3 6 ore fa vedotuttodaquassu ne ha di morti sulla coscienza questa ’vita degna di essere vissuta...’ RispondiCondividi1 risposta 13 8 2 ore fa cenzinofregnacciapet­tinicchio Non scriverlo più, molti adoranti potrebbero turbarsi. Condividi 2 0 5 ore fa vpesca La vita ’degna’ ha avuto sulle coscienza molti morti, troppi. RispondiCondividi 4 6 5 ore fa madmax90 No, io non potrò mai vantare di aver fatto il dittatore. RispondiCondividi4 risponde 6 2 3 ore fa robertogambirasio potrai vantarti di non essere stato mai nessuno Condividi 1 1 3 ore fa madmax90 E’ vero, non sono nessuno. Non ho mai fatto niente degno di nota, faccio un lavoro piuttosto logorante sotto tutti i punti di vista, stento ad arrivare alla fine del mese e fra 20 giorni mi scade pure il contratto. Però io non ho mai ucciso nessuno, non ho mai fatto del male a nessuno, non ho mai tentato di impedire a nessuno di esprimere le proprie idee, ne ho mai fucilato qualcuno che si è opposto alle mie. Meglio morire povero ed essere dimenticato dalla storia, che morire con decine di migliaia di morti sulla coscienza. Meglio morire liberi, che vivere da oppressi. Condividi 2 1 1 ora fa mito condriaco @madmax90 mi raccomando abbozza sempre e continua a puntare il dito contro chi invece ha il coraggio di alzare la testa come hanno fatto Fidel e il popolo cubano. (Magari voti pure SI al referendum, non mi stupirebbe...) Condividi 0 2 51 minuti fa day ros max90 lei è una brava persona, ma purtroppo certa gente è difficile farla ragionare. Per loro basta che uno parli di quei finti ideali in cui credono, poi qualunque cosa faccia nella realtà va bene, lo giustificano lo stesso. Castro ha ammazzato centinaia di persone, reso Cuba un posto orribile e poverissimo? Non importa per loro, dato che si proclamava comunista e odiava gli USA lo considerano un santo. Che persone tristi. Condividi 0 0 55 minuti fa day ros Sul serio? Vita degna di essere vissuta? Uno che ha ammazzato centinaia di persone? Che ha ridotto il suo popolo nella miseria più nera? Mah, manderei chi inneggia a Castro a vivere a Cuba, con stipendio medio cubano e casa popolare (che cade a pezzi) cubana. Dopo un paio d’anni ci dite che ne pensate del defunto dittatore. RispondiCondividi 0 0 9 ore fa Hattori Hanzo Questo era davvero un comunista, mica come i Leopoldini e quelli della Jp Morgan. Loro sono di sinistra la Domenica dalle ore 10 alle ore 19. Anche a Natale... RispondiCondividi 22 12 8 ore fa brac55 Dopo lo sfaldamento dell’Unione Sovietica ed il conseguente embargo voluto dal WTO, dobbiamo riconosce a Castro la grande capacità di esser riuscito a creare una società alternativa non basata sul petrolio. Un violento ritorno all’ottocento con un Paese che non ha ceduto all’esportazione della democrazia, ovvero la sua colonizzazione . La colpa di Fidel è stata di non voler accettare Cuba resa prona difronte allo strapotere degli USA , come molti Paesi dell’america centrale e, dopo la rivoluzione, è stato costretto ad alleanze con il blocco dell’est. Certamente non c’è da esultare difronte ad una dichiarata dittatura, ma anche noi non siamo messi molto bene condizionati dai dispotici mercati finanziari , mentre ci illudiamo di essere liberi !! RispondiCondividi4 risponde 16 8 8 ore fa unlettorecomune Quella che lei chiama illusione, è la libertà di autodeterminarsi e scegliere la propria strada. Da noi, poteva e può scegliere di fare una vita pubblicamente all’opposizione del potere pro tempore, a Cuba se facevi (fai?) pubblicamente opposizione, venivi (vieni?) represso... Ogni uomo non è una isola, ma è un essere senziente con dignità e diritti singoli e personali. Calpestarli nel nome di chissà quale ideologia, è sbagliato a prescindere. RispondiCondividi2 risponde 4 8 7 ore fa brac55 Non contesto le sue convinzioni poiché formalmente corrette e non sono un fautore dei totalitarismi, ma, la libertà, da non confondersi con l’anarchia, è cosa ben diversa dall’attuale impostazione dei Paesi occidentali. La nostra è una democrazia impostata sul plagio e, quando prendiamo coscienza della nostra situazione, casomai sostenendo i populismi, allora siamo il volgo ignorante che non segue i dettami dell’intellighenzia. A titolo d’esempio, trovo scandalose le guerre di "pace" per esportare la democrazia, arrecando distruzione e morte a milioni di esseri umani, mentre tutti noi accettiamo queste logiche, senza soffermarci sulla feroce repressione ! Cordialità. Condividi 7 4 1 ora fa bullshit La realtà è che lui "autodeterminava" da solo tutto un popolo. Condividi 1 0 2 ore fa adrianoriano @brac55 "embargo voluto dal WTO" Ma di che embargo WTO parli. Su Cuba pesa un embargo americano da quasi 60 anni, voluto poco dopo la rivoluzione per punire gli espropri a società private americane. RispondiCondividi 0 1 8 ore fa claudio0652 Ci ha regalato la possibilità di sognare Ha commesso errori e l’embargo USA non l’ha aiutato Ha rappresentato la rivincita dei perdenti nel "giardino di casa" degli americani HASTA LA VICTORIA SIEMPRE RispondiCondividi2 risponde 16 8 4 ore fa exbanna troppo buono a definirlo giardino,gli americani lo definivano cortile ;) RispondiCondividi 1 1 1 ora fa bullshit Io certi sogni non li ho mai fatti, con o senza Fidel. RispondiCondividi 1 0 3 ore fa adrianoriano La povertà dell’isola non è stata causata solo dal suo governo di Castro, ma dalla sanzioni che l’hanno tagliata fuori dal circuito bancario internazionale. Gli americani hanno sempre imposto la loro legge a tutte le banche che hanno una filiale negli Stati Uniti anche se non sono americane. Si è arrivati al punto che hanno multato banche inglesi, francesi e altre banche europee per miliardi di euro aver violato le sanzioni americane (non quelle internazionali) contro l’Iran. Per questo le banche hanno sempre avuto paura di trattare con Cuba e per questo Castro ha dovuto ricorrere al baratto per commenrciare con altri paesi. Il caso esemplare è l’accordo con il Venezuela, servizi medici in cambio di petrolio. Quello che i media occidentali hanno spacciato per sostegno venezuelano al regime cubano. RispondiCondividi1 risposta 9 2 24 minuti fa azzurri333 Esatto ! E l’embargo non riguardava solo il petrolio e i finaziamenti ma anche i medicinali ! E l’Italia era in prima linea con gli USA ! RispondiCondividi 1 2 5 ore fa bricconcello1 Qualcuno si dimentica volutamente di chi comandava a Cuba prima di Fidel. Il punto è capire da che parte saremmo stati durante la rivoluzione, o ai tempi della baia dei porci, quali erano allora le alternative. Perché i personaggi storici vanno sempre giudicati relativamente al momento e alla situazione. In astratto è poi ovvio che Fidel è stato un dittatore e che la rivoluzione socialista non ha funzionato e mai funzionerà. La priorità dei cubani allora, a mio parere, era liberarsi di Batista, delle mafie americane e quanto altro. E la storia ha offerto ai cubani Fidel, e null’altro. E, secondo me giustamente, hanno scelto Fidel. Voi, proprio voi che giudicate, cosa avreste scelto di fare allora? RispondiCondividi2 risponde 9 2 5 ore fa madmax90 Quindi nelle elezioni che si sono svolte circa a metà degli anni ’20, il 64% degli elettori italiani ha fatto bene a votare il Partito Nazionale Fascista nonostante già da anni fosse noto per l’uso della violenza, della tortura e dell’intimidazione nei confronti degli oppositori? Da una parte si può dire che gli Italiani se la sono anche cercata.. i Cubani, invece, non hanno mai chiesto a Fidel di instaurare una dittatura, anche perché nessuno lo ha mai votato. RispondiCondividi1 risposta 1 4 1 ora fa mito condriaco Non sapevo ci fosse stato in Italia un dittatore tipo Batista prima di Mussolini. Condividi 0 0 7 ore fa giulrick Castro, al di là dei meriti e demeriti nel suo operato politico, ha sicuramente portato avanti -al contrario di tutti i paesi dell’area- con successo una strenua resistenza all’asfissiante vicino, dimostrando una dignità di cui troppi -noi compresi- sonio privi,tanto che ora cominciano a pagarne le conseguenze. RispondiCondividi1 risposta 12 5 7 ore fa michel00 sta lei combattendo il cappio asfissiante della UE? RispondiCondividi 4 8 7 ore fa ghirigoro l’unico che non si è mai piegato al capitalismo. onore a Fidel. RispondiCondividi2 risponde 16 9 7 ore fa michel00 ma ha piegato i cubani, dalla fame RispondiCondividi1 risposta 10 16 4 ore fa robertogambirasio a cuba nessuno muore di fame, non hanno i-phone ma molta più dignità di noi italiani Condividi 3 3 5 ore fa Cristiana Tarozzi Ero a Cuba l’8 marzo di 12 anni fa. Castro ebbe un incontro nell’Auditorio Nacional con 10.000 donne de La Habana e parlò per 11 ore e 20 minuti, a braccio, senza discorsi scritti nè audifoni x suggeritori. Dialogò con loro, discussero e pianificarono politiche future insieme. L’uomo aveva il dono della Parola, interessante e lucido, in 11 ore non annoiò mai... Era molto amato, anche da quelli che voi chiamate poveri, perchè grazie a lui si sentivano ricchi di dignità comparati agli altri latinoamericani succubi delle ingerenze USA. ¡Hasta la victoria siempre, Comandante!