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 2016  novembre 25 Venerdì calendario

CORONA, I GIUDICI NON GLI CREDONO PIÙ: IN CARCERE PER CINQUE ANNI!


Milano
“Mi sento accerchiato, ho commesso un errore ma non un reato, se mi date il tempo per pagare le tasse su quei contanti potrò proseguire nell’affidamento, perché sono una persona onesta che ha guadagnato un mucchio di soldi ammazzandosi di lavoro”. Fabrizio Corona aveva cercato così, con queste accorate parole, di convincere i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano a non revocargli l’affidamento in prova ai servizi sociali. Ebbene, non è riuscito a toccare il loro cuore.

“MI SENTO ACCERCHIATO”

I magistrati non solo gli hanno revocato il benefìcio che gli avevano concesso, ma hanno anche disposto la revoca ex tunc dal 22 ottobre del 2015: vuol dire, cioè, che l’anno già scontato in affidamento dovrà essere nuovamente scontato, ma questa volta in carcere. Insomma, tempi duri per l’ex agente fotografico, tornato in carcere quasi un mese fa con l’accusa di intestazione fittizia di beni, dopo che la Guardia di Finanza gli ha trovato un tesoro nascosto nel controsoffitto della casa della sua più fidata collaboratrice, Francesca Persi. In una settimana i magistrati gli hanno sequestrato la casa e hanno deciso che rimanga a San Vittore.
Corona, dal canto suo, le aveva provate tutte per giustificare quei 1,7 milioni di euro nascosti nel controsoffitto e molti altri soldi portati nelle banche austriache. Aveva detto, sempre ai giudici del Tribunale di Sorveglianza: «Sono andato a denunciare la bomba carta esplosa sotto casa mia la scorsa estate e da lì è partito tutto, mi hanno trattato come un criminale, ma io su quei contanti sono ancora in tempo per pagare le tasse». Quanto alla casa sequestrata, in centro a Milano, in uno dei quartieri più belli, gli accertamenti della Finanza hanno permesso di scoprire che l’abitazione, del valore di 2,5 milioni e intestata a un prestanome, era in realtà nella sua piena disponibilità. L’ex re dei paparazzi l’ha acquistata nel 2007 con risorse finanziarie in gran parte sottratte per vie traverse e illecite alle sue società. Quindi, Corona avrebbe commesso altri illeciti, anche se quasi dieci anni fa.
Non basta ancora, perché in questo ottobre da incubo ha perso anche uno dei suoi amici più fidati, l’unico che aveva cercato in qualche modo di salvarlo, don Antonio Mazzi.
Ha detto il prete che lo aveva accolto nella sua comunità per tossicodipendenti appena uscito dal carcere, cercando di farlo cambiare: «Non mi cerchi più perché mi ha fregato. Più che pentito per averlo accolto, mi sono arrabbiato, mi pare di essere stato imbrogliato. Ero convinto che non avesse voglia di fregarmi e invece... Forse c’è stato un periodo in cui si è convinto di non fregarmi, ma dopo è venuto fuori ancora il Corona. Sono arrabbiato che sia in galera, la galera a Corona e a persone così non serve, bisogna che trovi un altro luogo ma io non voglio più avere a che fare con lui».
Non è dato sapere, invece, se gli rimarrà fedele almeno Francesca Persi, la sua collaboratrice, la custode del tesoro segreto. La donna, arrestata insieme a Corona a ottobre, qualche giorno fa è riuscita a uscire dal carcere e ora è ai domiciliari.

“ACCUSE VECCHIE E LO DIMOSTREREMO”
E, quindi, ora che ne sarà del divo, capace di guadagnare – come hanno riferito i suoi collaboratori – fino a 2mila euro in appena 16 minuti? Di fronte a sé ha solo la prospettiva di passare in carcere i prossimi cinque anni, quelli che gli erano rimasti da scontare, più uno di “punizione” per aver violato l’affidamento in prova ai servizi sociali. E poi deve affrontare i processi per le nuove accuse di intestazione fittizia di beni, frode fiscale e violazione delle norme patrimoniali. I suoi nuovi avvocati, appena arruolati, comunque promettono di dare battaglia. Dicono Federico Cecconi e il professore Franco Coppi, entrambi legali anche di Silvio Berlusconi: «Le relazioni dei servizi sociali e degli psicologi dimostrano che Corona ha compiuto un percorso serio. Una volta non avrebbe nascosto il denaro in casa, ma lo avrebbe fatto sparire alle Cayman. Qui si applicano misure di prevenzione, come il sequestro della casa, con dieci anni di distanza: è stata acquistata nel 2007... nessuno si è accorto di nulla? Quanto poi al milione e 700 mila euro, Corona voleva pagarci le tasse e lo avrebbe fatto, ma la scadenza è la primavera del 2017. C’era, insomma, tutto il tempo». Sicuramente tenteranno di dimostrare che il re dei paparazzi non può restare in carcere, perché gravemente depresso e incline al suicidio.