Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 25 Venerdì calendario

PAPÀ NON ABUSO DI NOI FINALMENTE SARÀ LIBERO


In cella, Franco Saverio De Sario, 46 anni, ha già passato due anni e mezzo dei dieci che deve scontare. La condanna è la peggiore che ogni uomo possa subire: è in prigione per aver abusato dei propri figli di nove e sette anni. E pure di una nipote dodicenne. «Ma ora che il caso è stato riaperto sono sicuro che lo assolveranno. È innocente e finalmente la verità sta per essere accertata». A parlare è Gabriele, proprio uno dei due figli la cui testimonianza fu decisiva per portare in prigione papà. Perché questa è una storia strana, stranissima, che tenne banco sui giornali nel 2015, quando Gabriele e suo fratello Michele giurarono che tutto ciò che avevano detto nei confronti del padre quando erano piccoli fu un’invenzione. Bugie raccontate perché la mamma, che si voleva separare, li aveva convinti a dire così: troppo piccoli all’epoca per capire il male che gli stavano combinando. Dalla loro parte c’era pure la cugina, che già al processo aveva negato di essere stata violentata, ma non era stata creduta. In tv arrivarono i confronti tra madre e figli. E lei, Angela De Sario – che dell’ex marito è anche cugina di primo grado – spiegò che probabilmente Gabriele e Michele avevano semplicemente perdonato il padre perché «basta leggere le sentenze che sono state pronunciate per rendersi conto di quanta attenzione ci abbiano messo i giudici. E le prove non sono soltanto le accuse dei miei figli».
I giudici di Roma le diedero ragione, respingendo la richiesta di revisione del processo, ma con una motivazione sorprendente: la nipote aveva portato un certificato medico che ne acclarava la verginità. E dunque come poteva essere stata violentata, ripetutamente come sostenuto nelle sentenze? Ebbene, i giudici ipotizzarono che «non può escludersi, stante il tempo trascorso tra gli abusi (2001) e la visita effettuata (2015) che abbia subito un intervento per eliminare le lacerazioni dell’imene, riscontrate dai periti nominati dal gip». Possibile mai farsi un’imenoplastica solo per scagionare lo zio che ha abusato di te? E ancora: possibile mai che due bambini abusati dal padre, non appena diventano maggiorenni tornino a vivere con lui? Perché è esattamente ciò che è accaduto. Ricorda Gabriele: «Dopo le denunce fatte da bambini, fummo portati in una comunità perché ci fu detto che la mamma non’ poteva mantenerci. O meglio in due comunità diverse, perché io e Michele non dovevamo avere contatti. Ma già nel 2009 scrissi un lungo memoriale spiegando la verità: però, non so perché, non fu mai consegnato ai giudici. Appena compiuti i 18 anni siamo tornati da papà, sperando che ci perdonasse. Ci abbracciò subito. Ma poi le sentenze divennero definitive». Web designer lui, pizzaiolo Michele, dalla provincia di Oristano ogni settimana vanno a trovare il padre in carcere a Sassari. «La mamma? No, l’abbiamo vista solo in tv. E da allora non l’abbiamo più sentita». Intanto la Cassazione ha spostato il fascicolo alla Corte d’Appello di Perugia, che ha ritenuto ammissibile la revisione.
I motivi? Da una parte la ritrattazione delle accuse da parte di Gabriele e Michele. Dall’altra una perizia che assicura che la nipote di Franco Saverio è ancora vergine e non ha subito alcuna operazione di imenoplastica. Infine la testimonianza di un parente, raccolta dal suo legale Massimiliano Battagliola, che potrebbe rivelarsi cruciale. «Questa persona», dice Gabriele, «spiegherà ai giudici ciò che accadde all’epoca». Il 10 febbraio è fissata l’udienza. «E sono convinto che papà potrà tornare a casa da noi».
Edoardo Montolli