Antonio Armano, Il Fatto Quotidiano 24/11/2016, 24 novembre 2016
CHE VI HA FATTO IL SESSO PER SCRIVERNE COSÌ
MALE? –
Neanche Donald Trump è riuscito a entrare nella cinquina dei finalisti del “Bad Sex in Fiction Award,” premio assegnato dalla Literary Review alle peggiori descrizioni sessuali nei romanzi. Nello specifico i lettori hanno segnalato la conversazione sulle donne (“Se sei un vip puoi far loro quello che vuoi”), che gli è valsa il titolo di Groper in chief (Palpeggiatore capo) ma non gli è costata l’elezione. La Literary Riview ha scartato Trump perché non si trattava di fiction. Tutto vero, purtroppo.
L’impresa di accedere alla fase finale del premio è però riuscita a Erri De Luca. Il giorno prima della felicità, uscito in Italia nel 2009, è stato tradotto in Inghilterra entrando nel mirino dell’ironico riconoscimento. L’unico di risonanza internazionale che nessuno vorrebbe mai vincere. L’ignobel della pagina erotica. Un italiano non se l’è mai aggiudicato. Potrebbe essere la volta buona? Speriamo. Lo sapremo il 30 novembre.
Veniamo al brano incriminato. Anzi no: facciamo un passo indietro. Appena prima c’è una frase che potrebbe uccidere non solo l’immaginazione erotica del lettore ma anche il desiderio di finire il libro. Siamo a vette assolute anche per un premio fondato nel lontano 1993: “I sessi pronti, fermi nell’attesa, si appoggiavano appena, ballerini tesi sulle punte”.
La mente va ai piedi di Carla Fracci e la libido crolla sotto terra, se non si è feticista delle estremità contorte delle ballerine.
Veniamo al passo incriminato dalla rivista di Soho: “Premette sui miei fianchi, un ordine che mi spingeva dentro. Entrai. Non solo il sesso, io entrai dentro di lei, nelle sue viscere, nel suo buio a occhi spalancati senza vedere niente. Tutto il corpo era sceso nel sesso. Entrai con la sua spinta e restai fermo. Mentre mi abituavo alla quiete, al battito del sangue tra le orecchie e il naso, mi spinse un poco fuori e poi di nuovo dentro. Lo fece e lo rifece, mi teneva con forza e mi spostava a ritmo di risacca”.
Non facciamoci distrarre dagli effetti speciali, dalla risacca nel buio (versione napoletana della vague, l’onda che va e viene in Je t’aime… moi non plus, di Birkin & Gainsbourg?), sta arrivando un’altra perla portata dal mare: “Agitò i seni sotto le mie mani, aumentò le spinte”. Tecniche inaudite, soprattutto per la Napoli dell’occupazione e della liberazione in cui è ambientato il romanzo. Neanche Malaparte, che pure nella Pelle aveva descritto toupé pubici biondi e omosessuali partorienti idoli pagani di legno, poteva concepire una donna che riesce ad agitare i seni mentre le vengono palpati. Si dimena? Usa un elettrostimolatore? De Luca non chiarisce. Il buio favorisce incantesimi.
Che l’amante del protagonista – la focosa vedova Anna – avesse superpoteri, che manco Supersex (il Rocco Siffredi alieno, dei fotoromanzi d’antan, che eiaculava al grido di “ifix cen cen”), si doveva capire leggendo un passaggio precedente: “La giacca era già via, i bottoni della camicia si aprivano da soli sotto la sua spinta”.
E ancora: “Mi sfilò la cintura, i pantaloni caddero da soli per la magrezza. Mi spinse sul letto e mi tolse i calzini e le scarpe. Ero nudo e mi infilai sotto le lenzuola…”.
Passino i giochi di prestigio con bottoni ma alt… E le mutande? Come avrà fatto a toglierle? Cadute anche loro per la magrezza? Andiamo avanti: “I suoi seni piccoli si spalmarono sul mio petto”. Pur essendo piccoli i seni possono spalmarsi. Inquietante.
Ci fermiamo. Scrivere scene di sesso è maledettamente difficile. Il pudibondo Calvino le respingeva al mittente. Più facile descrivere un omicidio che un atto sessuale. Per ragioni commerciali, per non disgustare il lettore più sensibile, non si chiamano le cose col loro nome.
Tocca sempre tirare in ballo Arbasino. Nell’ultima e più spinta versione di Fratelli d’Italia, quella Adeplhi, a margine di una scena di sesso gay in spider, spiega che parole come “cazzo” e “fica” si usano senza problema tranne quando si parla di sesso. Allora vengono sostituite da termini burocratici (stile da fumetti per camionisti Anni 70): tipo “glande turgido”. O “pene” che, come ha scritto il Belli, nella poesia sui sinonimi gergali (Er padre de li santi: “Er cazzo se pò ddì rradica, uscello…” ecc.), evoca soprattutto sofferenze.
Arbasino nota come l’italiano, lingua prolissa, sia meno adatto dell’inglese a certe descrizioni. Mancano espressioni come “suck that dick baby”. In questo caso non si può concedere l’attenuante. De Luca è stato tradotto.
Il premio viene conferito sulla base di descrizioni “eccezionalmente brutte”, seppure contenute in “romanzi buoni”, non dichiaratamente erotici o pornografici. L’albo d’oro comprende Tom Wolfe (I Am Charlotte Simmons, 2004) e Norman Mailer (The Castle in the Forest, 2007). Per il resto gli autori non sono molto noti fuori dai confini britannici. Questi i concorrenti di De Luca: Ethan Canin (A Doubter’s Almanac), Tom Connolly (Men Like Air), Janet Ellis (The Butcher’s Hook), Gayle Forman (Leave Me) e Robert Seethaler (The Tobacconist). Il gancio del macellaio promette bene.