Michelle Obama, Aspenia 9/2016, 23 novembre 2016
DONNE PER DONNE: PERCHÉ HILLARY MERITA IL VOTO– È davvero difficile credere che siano passati otto anni dalla prima volta che salii su un palco per spiegare come mai credevo che mio marito dovesse diventare presidente
DONNE PER DONNE: PERCHÉ HILLARY MERITA IL VOTO– È davvero difficile credere che siano passati otto anni dalla prima volta che salii su un palco per spiegare come mai credevo che mio marito dovesse diventare presidente. Parlai del suo carattere, delle sue idee, della sua rispettabilità e della sua grazia. Parlai anche delle nostre figlie e di come siano al centro dei nostri cuori, dei nostri mondi. Durante il nostro periodo alla Casa Bianca abbiamo avuto la gioia di vederle crescere: da bambine si sono trasformate in giovani e serene donne. Un viaggio che è iniziato subito dopo il nostro arrivo a Washington, quando sono partite per il primo giorno nella loro nuova scuola: non dimenticherò mai quel mattino quando vidi le nostre due ragazze di appena sette e dieci anni salire a bordo di quei grandi SUV neri, con tutte quelle guardie del corpo armate. Vidi i loro piccoli visi schiacciati sui finestrini e riuscii a pensare solo: “Cosa abbiamo fatto?”. Perché in quel momento mi resi conto che il tempo trascorso alla Casa Bianca avrebbe gettato le fondamenta per ciò che sarebbero poi divenute nella vita e sapevo che il successo dipendeva da noi, da come avremmo gestito al meglio questa esperienza. Questo è ciò che Barack e io pensiamo ogni giorno mentre cerchiamo di guidare e proteggere le nostre due ragazze nella grande sfida di questa insolita vita sotto i riflettori: le abbiamo esortate a ignorare quanti mettevano in dubbio la cittadinanza del loro padre o la sua fede, insistiamo nel dire loro che le parole cariche di odio che sentono pronunciare da figure pubbliche in televisione non rappresentano lo spirito vero di questo paese, abbiamo spiegato loro che quando qualcuno è crudele o agisce come un bullo non bisogna mai abbassarsi al suo livello. Il nostro motto è: noi voliamo più in alto! Il medesimo approccio Barack e io lo seguiamo nelle nostre attività di presidente e First Lady. Perché sappiamo che le nostre parole e le nostre azioni hanno importanza non solo per le nostre ragazze, ma per tutti i bambini di questo paese. Bambini che dicono di averci visti in televisione, di aver scritto un tema su di noi a scuola. Bambini come quel piccolo ragazzo di colore che guardando mio marito con occhi spalancati e pieni di speranza gli ha detto: “Ma abbiamo i capelli uguali?”. A novembre, quando andremo alle urne, sarà il momento della grande decisione. Non democratici o repubblicani, non destra o sinistra. Si tratta di stabilire chi avrà il potere di formare i nostri figli per i prossimi quattro o otto anni delle loro vite. E in queste elezioni c’è un’unica persona alla quale mi sentirei di conferire tale responsabilità, una sola persona che giudico realmente qualificata per essere presidente degli Stati Uniti. Si tratta della nostra cara amica Hillary Clinton. Io ho fiducia in Hillary e nella sua capacità di guidare questo paese, perché ho visto la devozione che ha mostrato durante la sua intera vita verso i figli della nostra nazione. Non solo verso sua figlia, che ha allevato alla perfezione, ma verso tutti i bambini che hanno bisogno di un modello di riferimento: quelli che fanno la strada più lunga andando a scuola per evitare le gang, quelli che si chiedono come potranno mai permettersi l’università, quelli i cui genitori non parlano una parola d’inglese ma che sognano una vita migliore, quelli che guardano a noi per capire chi e cosa potranno essere nella vita. Hillary Clinton ha passato decenni a lavorare senza sosta per riuscire a fare davvero la differenza nelle loro vite. Ha lottato per i bambini disabili quando era un giovane avvocato, ha lottato per l’assistenza sanitaria ai bambini quando era First Lady e per l’assistenza di qualità ai bambini quando era al Senato. Quando otto anni fa non si è aggiudicata la nomination non si è arrabbiata, non ha fatto le valigie per tornarsene a casa. Da vero servitore dello Stato, Hillary sa che il quadro generale è molto più importante dei suoi desideri e delle sue delusioni personali. Così, si è rimessa con orgoglio al servizio del suo paese come segretario di Stato, viaggiando in tutto il mondo per garantire la sicurezza dei nostri figli. Ci sono stati molti momenti nei quali avrebbe potuto decidere che questa vita era troppo dura e che il prezzo da pagare era troppo alto; che non valeva la pena di essere presa in giro per il suo aspetto fisico, per il modo di vestire o di parlare, o finanche di ridere. Ma ecco il punto: quello che più ammiro in Hillary Clinton è che non cede mai sotto pressione, non sceglie mai la soluzione più facile. E quando penso al tipo di presidente che vorrei per le mie ragazze e per tutti i nostri figli, ecco cosa voglio: una persona che abbia la forza di perseverare, di farcela, una persona che conosca questo lavoro e lo prenda sul serio, una persona che comprenda che le questioni affrontate dal presidente non sono solo bianco e nero e non possono essere riassunte in 140 caratteri. Perché quando si dispone dei codici per il lancio dei missili nucleari e si comanda l’Esercito non si possono prendere decisioni improvvisate, non si può reagire in modo impulsivo. È necessario essere stabili, misurati e bene informati. Io voglio un presidente che abbia alle spalle una carriera spesa al servizio dello Stato, una persona la cui storia mostri ai nostri figli che non dobbiamo inseguire fama e fortuna per noi stessi. Noi lottiamo per dare a tutti la possibilità di farcela, di avere successo, e non vi rinunciamo neanche quando ci costa un grande sacrificio, perché sappiamo che c’è sempre qualcuno che sta peggio di noi, e allora andiamo avanti. Io voglio un presidente che insegni ai nostri figli che in questo paese tutti contano qualcosa, un presidente che davvero creda nella visione dei nostri antichi padri fondatori, secondo la quale tutti siamo stati creati uguali e tutti facciamo parte della grande storia americana. E quando la crisi colpisce duro non ci rivoltiamo gli uni contro gli altri, ma ci sosteniamo gli uni con gli altri, perché siamo sempre più forti se siamo uniti. Questo è il tipo di presidente che sarà Hillary Clinton, e per questo sono al suo fianco. Tutte le mattine mi sveglio in una dimora costruita dagli schiavi e guardo le mie figlie, due bellissime e intelligenti donne di colore, che giocano con i loro cani sui prati della Casa Bianca. Grazie a Hillary, i nostri figli potranno dare per scontato che una donna possa diventare presidente degli Stati Uniti. Michelle Obama, avvocato e First Lady, ha pronunciato questo discorso alla convenzione democratica.