Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 19 Sabato calendario

MR. “O”


Osservatelo bene e rispondete a queste domande. È bello? Vi comunica un’idea di salute? Vorreste essere come lui? La maggior parte della “gente normale” risponderebbe no, no, no. Eppure c’è tutto un mondo in cui Phil Heath è The Gift, il dono. Perché, nel body building, l’americano non è semplicemente una leggenda. È molto di più. Per i suoi tifosi, un regalo dal cielo, appunto. Un dio greco, Apollo reincarnato. La perfezione in ogni dettaglio, quasi che i suoi muscoli siano stati scolpiti da Fidia. Per questo, Olympia è il suo regno. E il titolo di Mister Olympia, il più ambito dai body builder, quello che Arnold Schwarzenegger conquistò per sette volte prima di involarsi verso la gloria di Hollywood, è sempre e soltanto cosa sua. Phil è arrivato a sei, tutti in fila, dal 2011 a due settimane fa, quando a Las Vegas ha di nuovo annichilito la concorrenza. Colui che è stato Conan sul grande schermo, adesso, è lontano solo una tacca, mentre a quota otto, record, ci sono due miti del culturismo: Lee Haney e Ronnie Coleman. Mr. Olympia è nato nel 1965 e in 52 edizioni ha premiato solo 13 body builder, tra cui il nostro Franco Columbu nel 1976 e nel 1981: un gotha di cui si possiede la chiave d’accesso solo con una dedizione (e un fisico) che non sono di questa terra.
E pensare che Phil, originario di Seattle, dove nasce nel 1979, si avvicina al body building solo nel 2002, tardi per gli standard di un atleta di vertice: a quell’età, per dire, Schwarzy vinceva il primo Mister Olympia, nel 1970. Heath, infatti, prova la strada del basket, dapprima al liceo (la Rainier Beach High School, dove ha come compagno di squadra Jamal Crawford, tre volte sesto uomo dell’anno nella Nba) e poi al college, la Denver University, ateneo di Division I. Non sarà mai un talento eccelso, ma in palestra scopre di non riuscire a fare a meno della fatica: «Era più forte di me, più mi allenavo e più avrei passato ore a sottoporre il mio corpo a sforzi sempre più al limite». Abbandonato il basket, ha ancora un anno da studente e un giorno decide di seguire il consiglio di un amico, che lo porta in palestra: «Era piena di ragazzi che si prendevano cura dei loro corpi, mi sembravano molto felici. Uno di loro mi fece vedere una sua foto e rimasi folgorato dalla bellezza della sua figura, da quei muscoli armoniosi. Mi fece anche capire che il primo segreto era l’alimentazione, mentre io ero abituato a pizza, hamburger e birra. Dopo qualche mese, ho capito quanto può essere appagante trasformarsi da una persona a un’altra persona. Poi mi sono reso conto di essere dotato anche geneticamente per il body building, e che potevo dimostrarlo vincendo». Nel 2005, appena tre anni dopo, è già campione americano Npc e il successo gli schiude le porte del professionismo: da allora Phil si prende la scena mondiale con la forza fenomenale che sprizza da ogni suo muscolo. Con una giornata tipo che inizia alle 5 del mattino con la preparazione cardio, prosegue con sette pasti a intervalli di due ore/due ore e mezza con assunzione di 4.500/6.000 calorie, massaggi, decompressione e, quattro volte alla settimana, camera ipobarica: «Semplicemente, tratto il mio corpo come quello del miglior body builder del pianeta: la priorità è recuperare in fretta dalle fatiche. Spesso passa l’idea che se non sei morto di stanchezza, la tua preparazione quotidiana è stata inutile e invece significa soltanto che hai dato retta al tuo corpo e hai recuperato bene».
Nel suo regime alimentare in preparazione degli eventi, la carne di pollo è la regina della tavola, poiché arriva a consumarne fino a nove chili la settimana, mentre in un giorno normale assume circa due chili di proteine, attraverso carne di manzo o bianchi d’uovo. E non mancano crema di avena, riso e sali minerali: «Tre volte al giorno, poi, mangio avocado perché serve a mantenere alto il livello di grassi, mentre la quantità di acqua quotidiana va dai tre ai quattro litri. Ma non pensate che la mia sia una vita di privazioni: quando non sto preparando una gara, un paio di volte alla settimana mi concedo pizza, sushi o qualche buon piatto di cucina italiana». In ogni caso, l’attenzione all’alimentazione è l’atout che, fin qui, ha reso Phil un monumento ineguagliabile per tutti gli avversari, tanto che dal 2014 è sul mercato la sua linea di integratori che prende (ovviamente) il nome di Gifted Nutrition, trasformandolo nel primo body builder a gestire un business mentre è ancora nell’agonismo. Non solo: a Heath fanno capo anche due linee di abbigliamento, e le critiche di chi ritiene che un atleta in attività dovrebbe occuparsi solo della sua disciplina sono state sempre respinte al mittente nell’unico modo che serve a zittire gli scettici: vincendo. Anzi, dominando. Tra l’altro, Mister Olympia è sempre andato orgoglioso della sua abilità di mescolare sport e affari: «Tanti miei colleghi 15 giorni prima di un appuntamento importante vanno in clausura, mentre io rilascio interviste, vado in tv, pubblicizzo i miei prodotti. Il risultato? Quando li vedi sulla pedana sono stanchi, svuotati dall’attesa, mentre io sono rilassato e tranquillo». Eppure, è proprio la gestione della quotidianità l’aspetto più difficile della vita di un body builder: «Non puoi vivere isolato, ma è difficile seguire la routine della preparazione se non riesci a conciliare amici e famiglia con la tua attività. A me piace andare al cinema, ma al posto degli hamburger porto la mia razione di cibo, e lo stesso faccio quando mi invitano a un barbecue: non posso permettermi di perdere o acquistare peso fuori controllo».
In pratica, Phil vive solo in funzione del titolo di Mister Olympia, che infatti è l’unica competizione cui partecipa. Ha portato i muscoli al limite, forse oltre la natura umana, e anche se a quei livelli i controlli antidoping sono effettuati addirittura dalla Wada, non si possono allontanare i sospetti su una disciplina molte volte chiacchierata: cultura fisica significa rispetto per se stessi e non egoistica esagerazione. Phil è stato sposato dal 2007 al 2015 con Jennie Laxson, e in generale viene considerato un sex Symbol: «Forse si ha la concezione che i culturisti siano una calamita per le donne, in realtà ci sono donne che impazziscono per noi e altre cui non importa nulla. A me è accaduto che una mi dicesse di avere la passione per gli uomini grossi, poi mi mandò una foto in cui stava con un ciccione enorme. Ma non mi lamento, la pelle ambrata e gli occhi verdi sono un buon richiamo». Anche se di certo non sono il motivo delle sue tante vittorie, un’eredità che chi vorrà raccogliere dovrà sapere mettere a frutto in ogni dettaglio: «Al ragazzo che si avvicina al body building, consiglio innanzitutto di curare la propria alimentazione, di cambiare abitudini alimentari, rendendosi conto di quanti soldi in più si spendono a comprare cibo spazzatura. Dovrà allenarsi tre o quattro volte alla settimana, e quando comincerà ad avvertire benefici, ad amare il proprio corpo, salirà a cinque o sei. Io con il body building ho imparato la leadership e la perseveranza: spero che qualcuno possa avere la mia fortuna». Parole scritte nel marmo, ma non certo una dichiarazione di resa. Anzi, nel futuro di The Gift c’è un’impresa che lo porterebbe tra gli immortali: «Sono stato sei volte Mister Olympia, davanti a me ci sono tre body builder che verranno ricordati per sempre. Però posso fare di meglio: voglio arrivare a dieci. Semplicemente, voglio essere il più grande».