Silvia Casanova, Gente 22/11/2016, 22 novembre 2016
LIZ QUEL GIORNO FU CHIAMATA LA SPOSA PERLA
[Elizabeth Taylor]
«Lo amo e voglio vivere con lui per tutta la vita. Il cuore mi dice che è l’uomo giusto». In realtà non è andata così. L’incorreggibile Elizabeth Taylor queste parole le ha pronunciate ogni volta che si è sposata. Nonostante l’entusiasmo e i buoni propositi, la diva con gli occhi viola scomparsa nel 2011 ha finito per collezionare otto matrimoni e otto divorzi. Se i mariti sono solo sette è perché a Richard Burton, il grande amore, ha detto “sì” due volte. «Sono una moglie molto indaffarata. Anzi, sono indaffarata perché mi sono sposata spesso», ha scherzato l’attrice in proposito. Con una media di un matrimonio ogni cinque anni, tra il 1950 e il 1991, Elizabeth Rosemond Taylor è diventata un’esperta in materia e si è sbizzarrita con acconciature e abiti. Ha scelto il bianco, l’azzurrino, il giallo. E poi il verde, il giallo pallido. Ha indossato modelli lunghi e corti, li ha abbinati a veli da principessa e a cappucci in chiffon, ha intrecciato mughetti fra i capelli scuri o coperto la testa con cascate di fiori. Per l’ultima cerimonia, a 59 anni, si è presentata con un vestito romantico in pizzo, lungo e scollato. Ma l’abito passato alla storia è il primo, indossato nel 1950 per le nozze con il ventitreenne Conrad Nicholson (Nicky) Hilton jr. Proprio lui, l’erede del magnate degli alberghi, nonché prozio delle più note prezzemoline milionarie dei giorni nostri, Paris e Nicky Hilton. Per rendere l’idea del successo di quel vestito, in seta color ostrica e decorato con migliaia di perle, basta ricordare che tre anni fa è stato venduto da Christie’s al prezzo record di 143.569 euro.
Quando Elizabeth Taylor lo sfoggia ha solo 18 anni, ma è già una star nota in tutto il mondo. A 11 anni ha interpretato Torna a casa, Lassie!, poi Gran Premio e Piccole donne. Guadagna 5 mila dollari a settimana ed è la diva di punta della Metro Goldwyn Mayer.
Le nozze con il primogenito di Conrad Hilton sono l’evento più esclusivo di Hollywood. I comuni mortali devono accontentarsi di sfogliare la rivista Life per contemplare l’ex bambina prodigio in abito da sposa: l’hanno vista crescere sotto i loro occhi, proprio come una figlia o una nipote. Ora Elizabeth può abbandonare i personaggi infantili, che detesta, perché l’idea di restare intrappolata nel ruolo di eterna Shirley Temple la terrorizza. Ha cominciato a reclamare una parte da adulta già a 14 anni, mostrando a produttori e registi il seno sempre più florido. La ottiene solo nel 1948 con Alto tradimento: un flop al botteghino, ma la sua interpretazione convince la critica. Poi è la volta di Un posto al sole (distribuito però nel 1951) e de Il padre della sposa, che esce, manco a dirlo, un mese dopo il matrimonio della Taylor con Hilton. Le doppie nozze, nella vita e sul set, vengono programmate e organizzate dalla MGM con una tempistica perfetta per il lancio del film. È il primo passo di un lungo cammino costellato di “sì” e divorzi. «Appena nata, non ho aperto gli occhi per una settimana. Quando l’ho fatto, è arrivato il primo anello di fidanzamento», disse la diva commentando la sua passione per i gioielli e per i fidanzati, in particolare per quelli in grado di regalarle gioielli preziosi. Il primo arriva quando Elizabeth ha 17 anni. È sua madre Sara, un’ex attrice votata alla carriera della figlia, ad annunciare con orgoglio il fidanzamento della giovane star con il 22enne William Pawley, figlio di un diplomatico statunitense. Dopo tre mesi però, i due si lasciano.
A Hollywood si dice che a provocare la rottura sia il torbido flirt dell’attrice con il miliardario Howard Hughes, 27 anni più di lei e una pessima fama. Sara Taylor, indignata, nega che la figlia abbia mai incontrato Hughes se non in sua presenza. Di lì a poco, mentre è impegnata nelle riprese di Un posto al sole, Elizabeth conosce il ricchissimo Nicky Hilton junior e si innamora perdutamente. «Sei proprio sicura, cara, che sia l’uomo giusto per te?», le chiede perplesso l’amico più fedele, l’attore Montgomery Clift. Sa quanto Elizabeth sogni il matrimonio e la supplica di riflettere. Ma i suoi avvertimenti circa le intemperanze di Hilton junior non servono a nulla. Liz gli assicura che Nicky è adorabile e che è fiero di lei. A differenza di Clift, la madre della Taylor decide di ignorare le voci che circolano sul conto del ragazzo, definito un playboy viziato e irresponsabile, addirittura violento. Si dice anche che Nicky sia un alcolista e faccia uso di droghe. Sciocchezze, ribatte la signora Taylor, felice di imparentarsi con il re degli alberghi. Per lei Nicky è il genero ideale: ricco, affascinante, gentile. Anche Hilton senior è molto soddisfatto della futura nuora, bellissima e strapagata. Divorziato da ZsaZsa Gabor, ha un debole per le donne giovani e attraenti. Di sicuro, dicono gli amici, ha invidiato il figlio, quando ha saputo il nome della sua fidanzata. Nel 1950 la MGM annuncia le nozze e mette in moto una gigantesca macchina pubblicitaria. Innanzitutto vieta la diffusione di qualunque immagine di Liz legata all’evento e comunica che le regalerà un vestito nuziale da favola.
L’onore di disegnarlo viene affidato alla celebre costumista degli Studios. Helen Rose, che nel 1956 realizzerà l’abito da sposa di Grace Kelly. La Rose si occupa anche dei vestiti delle damigelle e del completo color bronzo della madre di Elizabeth. Non appena si diffonde la notizia delle nozze, l’attrice viene sommersa di regali, inviati da sarti, fan, aziende in cerca di visibilità. Perfino un servizio da tè in argento, da 48 pezzi, accompagnato dalla richiesta di una foto della diva con la teiera in bella mostra. Per far posto ai pacchi i Taylor sono costretti a togliere i mobili dal soggiorno. La diva infatti accetta qualunque regalo, suscitando qualche perplessità nel fidanzato. Tra i più preziosi, c’è il magnifico anello con perla da 65 mila dollari del prozio paterno Howard Young e le azioni della società Hilton, un centinaio, donate dal padre dello sposo. Oltre al corredo, al trucco e all’acconciatura della sposa, la MGM si occupa di organizzare la cerimonia e il ricevimento nel lussuoso Country Club di Bel Air, a Los Angeles.
Nicky ha preteso una funzione religiosa, secondo il rito cattolico. Non è praticante, ma rispetta le tradizioni di famiglia. Sul comodino, accanto a riviste pornografiche, sonniferi e un’arma da fuoco, tiene sempre un rosario. Il 6 maggio 1950 Elizabeth fa il suo ingresso nella chiesa del Buon Pastore, a Beverly Hills. La MGM ha mantenuto la promessa: l’abito tempestato di perle è un sogno. Lo ha realizzato una squadra di 15 sarte, lavorando ininterrottamente per due mesi. Il modello riprende il tradizionale abito da ballo, tanto caro alle spose americane: scollato, strizzato in vita, gonna ampia. Il décolleté morbido della Taylor è sottolineato da un corpetto leggermente a cuore, ma l’ampia scollatura è coperta da un velo impalpabile di organza, decorato con perline e pizzo e chiuso in un collettino. Le maniche lunghe terminano in piccoli polsini di pizzo. Dal vitino sottile di Liz scende una gonna ricca e preziosa, decorata con motivi floreali realizzati con perle e ricami. Completa l’abito un velo voluminoso, fissato a una calottina in pizzo e tenuto fermo da una tiara a forma di cerchio, da cui spuntano i celebri boccoli neri dell’attrice. Il successo del vestito e dell’evento amplificano, un mese dopo, quello del film Il padre della sposa, dove l’attrice indossa un abito, anch’esso di Helen Rose, molto simile a quello delle sue nozze.
Si chiude in fretta, invece, il sogno d’amore di Elizabeth, che credeva di aver trovato l’uomo della sua vita. “La luna di miele, in Europa, durò due settimane”, scrive l’attrice nel 1965. “Anche il matrimonio durò due settimane. Poi, rude e brutale, arrivò la disillusione”. Il ragazzo adorabile si rivela un alcolista, si comporta in modo aggressivo e tratta la mogliettina con freddezza. Liz, per quanto innamorata, torna a casa della madre e chiede il divorzio. Nove mesi dopo è di nuovo nubile. Pronta per un nuovo, grande amore. E per un nuovo matrimonio.
Silvia Casanova