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 2016  novembre 22 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA MENINGITE IN TOSCANA REPUBBLICA.IT Allarme meningite in Toscana. Secondo decesso in due giorni

APPUNTI PER GAZZETTA - LA MENINGITE IN TOSCANA REPUBBLICA.IT Allarme meningite in Toscana. Secondo decesso in due giorni. Non ce l’ha fatta Lilia Agata Caputo, 64 anni, ricoverata da un mese all’ospedale di Livorno a causa della meningite da pneumococco. La donna, originaria di Rimini ma residente a Viareggio (Lucca), è deceduta a causa di complicazioni legate a una vasculite cerebrale. Per l’ex insegnante, che era in pensione dalla scorso anno scolastico, il calvario era iniziato il 24 ottobre con febbre alta. Non si è trattato in questo caso di meningococco, ma di meningite pneumococcica, non contagiosa. A morire a causa della meningite C, ieri a Firenze, è stata invece una donna di 45 anni, una immigrata russa che lavorava come collaboratrice domestica e abitava nella zona delle Cure. Si tratta in questo caso, della malattia che sta destando grande preoccupazione in Toscana perché contagiosa e molto diffusa nel 2015 e nel 2015 tanto che anche la campagna di vaccinazione avviata dalla Regione non sembra in grado di sconfiggerla. La donna era arrivata all’ospedale di Santa Maria Nuova in gravissime condizioni, priva di sensi. È sopravvissuta in ospedale per due ore, dalle 5 alle 7. I medici hanno avuto giusto il tempo di rendersi conto di quanto stava succedendo, tentare una terapia farmacologica e inviare i campioni dei prelievi al Meyer. La risposta è arrivata velocemente: l’infezione da meningococco C ha colpito di nuovo in Toscana e questa volta ha provocato una vittima, la dodicesima in meno di due anni e oggi la tredicesima considerando anche l’insegnante in pensione morta a Livorno. Bisogna capire se nel caso fiorentino a colpire sia stato il sottotipo di meningococco C St11, quello che in Toscana nel 2015 e nel 2016 ha provocato 57 ricoveri, dei quali 26 quest’anno. Si ritiene molto probabile che sia così per via di una serie di sintomi riferiti dal compagno della donna russa, tra i quali un mal di pancia che di solito non si manifesta insieme alla meningite batterica. La certezza che l’agente responsabile sia lo stesso di quasi tutti gli altri casi registrati in Toscana in questi due anni, comunque, la potranno dare solo gli esami svolti dal laboratorio del Meyer diretto da Chiara Azzari, il centro di riferimento regionale per questo tipo di accertamenti. I risultati saranno a disposizione a breve. L’ufficio di igiene dell’azienda sanitaria fiorentina ieri mattina ha subito avviato l’indagine epidemiologica, con la ricerca dei contatti della donna malata. Tutti coloro che l’hanno incontrata negli ultimi dieci giorni dovranno prendere una compressa di antibiotico. Tra questi, oltre ad amici, conoscenti e familiari, oltre alle famiglie dove lavorava, anche il personale sanitario che l’ha seguita, quindi chi si trovava a bordo dell’ambulanza che l’ha soccorsa l’altra notte e anche medici e infermieri che erano di turno al pronto soccorso di Santa Maria Nuova, una delle strutture che ha visto più casi di meningite in Toscana. In tutto si tratterebbe di poche decine di persone quindi si conta di chiudere la profilassi nel giro di poco tempo. L’antibiotico elimina eventuali meningococchi C presenti nella gola delle persone. Fino ad ora questo tipo di prevenzione ha sempre funzionato, e infatti in in Toscana non si vede un caso “secondario”, cioè di persona contagiata direttamente da un altro malato, da oltre 10 anni. L’ultima volta che la malattia è passata direttamente, e cioè non attraverso portatori sani, da una persona all’altra è avvenuto all’interno di una discoteca. La Regione ormai da diversi mesi ha chiesto agli uffici di igiene di fare una profilassi “allargata”, coinvolgendo il maggior numero di persone possibili anche per eliminare eventuali portatori sani del meningococco C. La vaccinazione. Con la notizia di un caso mortale di meningite a Firenze, le richieste di vaccino anti meningococco sono subito più che raddoppiate. Ieri intorno all’ora di pranzo di ieri si è saputo della morte della donna di 45 anni a Santa Maria Nuova a Firenze e c’è chi si è attaccato al telefono per contattare il Centro di prenotazione della Asl Toscana centro. I numeri sono ancora bassi, del resto dopo l’estate non si vaccinava quasi più nessuno, ma le percentuali spiegano comunque quanto la paura spinga verso la prevenzione. Lunedì scorso, il 14 novembre, in tutto avevano chiamato 42 persone per prenotare la vaccinazione. Ieri il dato è salito a 97 e probabilmente oggi sarà ancora maggiore. Del resto il medicinale che viene iniettato gratuitamente dalle Asl a tutti i toscani resta l’unico strumento per fronteggiare l’epidemia. Ieri l’assessore alla Salute Stefania Saccardi ha di nuovo invitato i cittadini a contattare le aziende sanitarie: «Ricordo che la Regione ha prolungato la campagna straordinaria di vaccinazione contro il meningococco C fino al 31 marzo 2017». Visto che i bambini tra 0 e 10 anni hanno quasi tutti preso il farmaco (la copertura è al 90%), si punta tanto su chi ha tra gli 11 e i 20, visto che i giovani sono considerati il bacino più importante di diffusione del batterio. Al momento in quella fascia di età la copertura è intorno al 60%. Ma visto che si ammalano pure gli adulti, anche loro sono invitati a rivolgersi alla Asl o al proprio medico. In tutto in Toscana ci sono 300mila bambini e oltre 600mila persone dagli 11 anni in su che hanno fatto il vaccino. Evidentemente questi numeri non bastano ad evitare che la malattia circoli. E così quest’anno casi registrati sono stati pochi meno di quelli dell’anno scorso, quando il numero dei partecipanti alla campagna era assai più basso. I decessi. I morti sono stati 12, 6 nel 2015 e 6 quest’anno per meningococco C. La vaccinazione al momento resta l’unico modo per evitare la malattia, anche se non è sempre efficace: 11 dei 57 casi toscani avevano infatti preso il medicinale che dovrebbe prevenire la meningite C, anche se in due casi l’iniezione è stata fatta pochissimi giorni prima del manifestarsi della malattia e quindi la risposta immunitaria non era certo pronta. I sintomi della meningite sono febbre alta e forti dolori, in particolare alla testa ma anche, nel caso del sottotipo St11, all’addome. Inoltre, quando l’infezione si fa strada, sul corpo compaiono delle macchioline. Intervenire in tempo con una massiccia cura di antibiotici può fare la differenza, sia in fatto di sopravvivenza che di danni. IL FATTO Il meningococco, in questo caso il sierogruppo C, è tornato alla ribalta delle cronache per i recenti casi di meningite talora letale che si sono verificati. Ieri abbiamo avuto notizia della morte per questa causa di una donna di 45 anni a Firenze. Si tratta della dodicesima vittima avvenuta in Toscana per causa del ceppo di meningococco C St11 a partire dal 2015. Nella zona di Viareggio oggi sarebbe stata registrata un’altra morte di una donna di 64 anni per meningite, ma in questo caso sembra che il batterio in gioco sia uno pneumococco. Come si trasmette il meningococco da persona a persona? Attraverso le secrezioni respiratorie. Il meningococco è un batterio poco resistente alle variazioni di temperatura ed all’essiccamento. Dunque, fuori dell’organismo sopravvive solo per pochi minuti. La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia. Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo sei causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, Y e W135 e molto più raramente in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono i più frequenti. La diffusione del menigococco potrebbe essere legata allo sbarco di una nave da crociera nel porto di Livorno nel 2012, dando luogo a questo che a tutti gli effetti può essere considerato un focolaio epidemico. La vaccinazione è attualmente disponibile per tutti i sierogruppi principali ed è rappresentata da due diversi tipi di vaccino: uno per i sierogruppi A, C, Y e W135; un secondo efficace per il sierogruppo B. La preparazione di quest’ultimo è stata frutto di un lavoro di ricerca che si è protratto nel tempo, ma che è stato alla fine particolarmente interessante e fruttuoso. Qualche anno descrissi la produzione del vaccino anti-menigococco sierogruppo B in questo mio post pubblicato su ilfattoquotidiano.it. Ma quanti casi di meningite da meningococco si verificano in Italia? “Nel 2014 sono stati segnalati 163 casi di malattia invasiva da meningococco, con un’incidenza pari a 0,27 casi per 100.000; l’incidenza risulta in linea con i due anni precedenti (0,23 nel 2012 e 0,29 nel 2013). Nella maggior parte delle Regioni l’andamento è pressoché stabile o presenta piccole oscillazioni nel triennio 2011-2013. Invece, si segnala nei dati provvisori del 2015 un aumento di casi di meningococco di tipo C in giovani adulti, (21 casi si sono verificati tra i 18 e i 34 anni di età, di cui 17 in Toscana)…”. L’incidenza della malattia invasiva da meningococco è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e in particolare nel primo anno di vita in cui l’incidenza supera i 4 casi per 100.000. Tuttavia l’incidenza si mantiene elevata fino alla fascia 15-24 anni. Si ricorda, infine, che nel piano nazionale di prevenzione vaccinale 2012-2014 adottato da tutte le Regioni italiane il vaccino contro il meningococco C è offerto gratuitamente al 13° mese di vita e agli adolescenti. Cosa fare adesso? In una parola: vaccinarsi contro la meningite. PANORAMA DI DUE ANNI FA È tornato l’allarme meningite, che scatta periodicamente, ogniqualvolta si verificano casi di contagio dalla malattia. Come accaduto nelle scorse ore a Livorno, a bordo di una nave da crociera, e come accaduto negli Stati Uniti, dove si parla gia’ di epidemia. E sotto accusa sono finiti persino dei farmaci. Nel caso italiano, ad essere colpiti sono stati quattro membri dell’equipaggio della nave Msc "Orchestra", tra i quali anche un italiano, in condizioni gravissime. Tutto e’ iniziato in navigazione, con uno dei sintomi più classici: una febbre altissima, che ha colpito un indonesiano di 32 anni, fatto sbarcare dalla nave e al momento in choc settico nel reparto di rianimazione all’ospedale di Livorno. I medici non hanno avuto dubbi sulla diagnosi: meningite batterica acuta. Dopo un paio d’ore si e’ sentito male anche un altro membro dell’equipaggio, un lavapiatti pakistano. Stessa diagnosi e per lui trattamento antibiotico. A seguire anche un brasiliano e un italiano di 47 anni hanno avuto bisogno del ricovero d’urgenza e l’italiano e’ in gravissime condizioni. Come sempre in questi casi, tutti i passeggeri (circa 3.000) sono stati sottoposti a profilassi in via precauzionale, con antibiotici e una dose di sciroppo ai circa 600 bambini che si trovavano a bordo. Ma se la crociera e’ poi ripresa, dopo il parere favorevole dei medici, proseguendo la rotta nel Mediterraneo, negli Usa proprio i farmaci sono sotto accusa nei casi di meningite che si stanno verificando. In particolare la causa dell’epidemia sarebbe un farmaco contaminato. Sono 91 le persone infette, 9 fino ad ora le vittime, secondo il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie Usa. Per gli esperti l’epidemia, che ha colpito soprattutto in Tennesse per poi estendersi a ben 9 Stati, ha origine batterica. I pazienti che hanno contratto la malattia, infatti, secondo il Time , erano stati sottoposti a iniezioni alla schiena a base di corticosteroidi con il batterio "aspergillus", contaminati in un laboratorio del Massachusetts. Il farmaco iniettato, infatti, è un antidolorifico per problemi alla schiena. E ora e’ allarme, perche’ il medicinale e’ stato somministrato in 23 Stati americani. La meningite è un’infiammazione a carico delle meningi celebrali, cioé quelle sottili membrane che avvolgono il cervello. I sintomi possono inizialmente essere confusi con quelli di una influenza: febbre alta, vomito, mal di testa molto forte e sonnolenza, oltre a rigidità del collo e della nuca, e dolore alla colonna vertebrale. A causare la meningite possono essere batteri o virus, ma anche particolari farmaci o malattie. La forma più grave è quella batterica, che può mettere in pericolo la vita del paziente se non viene curata tempestivamente. Esiste poi anche la meningite virale, nota anche come meningite asettica, piu’ comune e molto meno grave. Spesso non viene neppure curata, perché i sintomi possono essere confusi con quelli di una normale influenza. L’infezione si trasmette attraverso minuscole gocce di saliva da una persona infetta, quando si parla, si starnutisce o si ride. Veicoli di contagio possono essere anche alimenti, bicchieri, tovaglioli, stoviglie o asciugamani condivisi con una persona infetta. In caso di sospetta meningite batterica, viene solitamente somministrato subito dell’antibiotico in via venosa, mentre i corticosteroidi possono contribuire a ridurre l’infiammazione delle meningi. Quanto alle complicazioni della meningite batterica, puo’ essere necessaria una terapia aggiuntiva, come farmaci anticonvulsanti. Da qualche anno viene consigliata la vaccinazione per l’infezione batterica meningicoccica, che colpisce soprattutto bambini e adolescenti, con il cosiddetto "vaccino qadrivalente".