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 2016  novembre 22 Martedì calendario

FIORENTINA, COSA VA, COSA NON VA

Modulo e un super Berna: Sousa ha trovato la strada

Testa e gambe innanzi tutto. Dopo tanto faticare, la condizione fisica (e quella mentale) adesso è quella giusta. Berna sta che è una meraviglia, Astori dietro è un gigante, ma anche Tello, Kalinic, Tata e perfino Badelj sono in netta crescita. Servirebbe ancora qualcosa in più dagli imprescindibili Borja e Gonzalo e da Ilicic (nonostante la doppietta, lui stesso ha ammesso di non essere al massimo), ma lo sbocciare, quasi tutti insieme, dei suoi uomini migliori, è il vero segreto della risalita di Sousa. Proprio Paulo poi ci ha messo il suo personale zampino. Con il cambio di modulo innanzi tutto, fin troppo ritardato visti i tristi risultati di inizio stagione, ma certamente basilare per liberare gente come Bernardeschi dalla fastidiosa fase difensiva e per soffrire meno gli attacchi avversari. Non a caso i viola sono diventati squadra tosta da battere (appena 2 sconfitte in stagione), un pregio raro e solo in parte sciupato dalla pareggite. L’allenatore però ha lavorato sodo anche dal punto di vista mentale. L’autostima è alla base dei successi («Grande gara, ci tenevamo», ha detto ieri Astori alla Rai ) e la Fiorentina pareva averla smarrita. L’atteggiamento del corpo degli uomini del portoghese adesso dice tutto il contrario. La squadra pressa e si aiuta, gioca e si diverte. Un buonissimo segnale di fiducia e motivazioni ritrovate che conta più della tattica. Tutto questo per altro sta riportando entusiasmo tra i tifosi, pure loro imprescindibili per pensare a una stagione di successi. Al resto potrebbe pensare Adv. Sempre innamoratissimo della sua Fiorentina e deciso a puntare all’Europa. Anche a costo di qualche sacrificio a gennaio.
Leo.B.

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Solo quattro gol al Franchi E una coperta troppo corta
Mancano punti in casa. E vere alternative ai titolari (soprattutto in attacco). Il gioco viola è svelto e ficcante, ma solo quando gli spazi si fanno più larghi. Non a caso, anche a Empoli, la partita viola si è stappata dopo l’ingenuità di Diousse che ha regalato il raddoppio. Al Franchi contro squadre chiuse Sousa è sempre rimbalzato come contro un muro di gomma e infatti ha segnato la miseria di 4 gol totali (solo l’Empoli ha fatto peggio) e collezionato una serie di X costati anche qualche fischio dalle tribune. Berna è cavallo di razza ma nel dribbling stretto non eccelle e anche Tello, se braccato, diventa innocuo. Le caratteristiche tecniche del gruppo insomma sono queste, esattamente come sono questi i limiti dei panchinari. Sanchez è sparito, Babacar idem, mentre i baby Hagi e Diks («Non sono ancora pronto», ha ammesso l’olandese) sono acerbi. Del bocciato (da Sousa) Zarate è quasi inutile parlare, mentre lo stesso Chiesa è solo alla prima esperienza coi grandi. Restano Salcedo, i muscoli di Cristoforo e ovviamente Vecino. Troppo poco probabilmente per pensare di tenere questo ritmo, a meno che Sousa non s’inventi altre soluzioni tattiche. Ci sono poi le famose amnesie che ancora fanno capolino durante le partite. Anche contro l’Empoli sullo 0-0 Tatarusanu ha salvato il risultato, mentre Tomovic è stato graziato dall’arbitro: episodi che vanno a unirsi con l’intermittenza già messa in mostra praticamente in tutte le partite. Contro avversari più tosti (come l’Inter) certe leggerezze potrebbero essere pagate care. I lavori in corso dunque sono a buon punto, ma per confermarsi competitivi come negli anni scorsi, i viola hanno ancora parecchio da fare.
Leo.B.