Tommaso Rodano, Il Fatto Quotidiano 21/11/2016, 21 novembre 2016
RENZI IN PIENA CRISI PUNTA SULL’ANTIPOLITICA: “CHI VOTA NO È UN DIFENSORE DELLA CASTA”
Casta, casta e ancora casta. Ironia della sorte: le ultime cartucce per salvare referendum e governo, Matteo Renzi se le gioca tutte sul più “populista” degli argomenti della sua riforma costituzionale: il taglio dei costi della politica. L’ennesima comparizione televisiva del premier è forse una delle meno brillanti. L’appuntamento è dopo pranzo su Rai Tre: di nuovo ospite di In mezz’ora di Lucia Annunziata, dov’era stato l’ultima volta il 23 ottobre, meno di un mese fa. Stavolta si confronta con Maurizio Landini, segretario della Fiom.
Renzi gioca in difesa già dall’abbigliamento: rinuncia alla giacca e si presenta con un insolito maglione grigio; la camicia bianca d’ordinanza spunta appena dal girocollo. Non cita Marchionne, ma vuole apparire informale e dimesso. Perché l’ultimo Renzi si è riscoperto antipolitico. Pigia sempre sullo stesso bottone: “Ho il sospetto che la riforma non l’abbia letta, Landini. Bisogna cambiare le cose, non difendere la casta come fate voi”. E ancora: “Il compito di un sindacalista è quello di difendere i lavoratori, non gli stipendi dei consiglieri regionali”. E di nuovo: “Capisco la solidarietà con i suoi colleghi sindacalisti che hanno riempito il Cnel, ma difenderlo è impensabile”. Insiste: “Per aiutare i poveri e il ceto medio non bisogna difendere la casta ma bisogna fare le cose. Sono in gioco i privilegi di chi da decenni difende con le unghie e con i denti le proprie poltrone”.
Al Renzi più grillino di sempre, Landini risponde con una domanda semplice semplice: “Ma chi le ha vietato di fare una legge ordinaria che riduca i costi della politica? Non serve una riforma della Costituzione, si può fare anche senza”.
Il segretario della Fiom contesta al premier di aver lacerato il Paese: “Quando lei deride chi la pensa in modo diverso, commette un errore. Le ricordo che quando fu approvata la legge truffa, nel 1953, protestarono sia il Partito comunista che il Movimento sociale. Nessuno si sognò di chiamarli ‘accozzaglia’”. Le “scuse” di Renzi sono un po’ beffarde: “Se ho offeso qualcuno, mi dispiace. Se preferite vi chiamo ‘coalizione’”.
Si passa al lavoro. Landini: “La gente per strada non mi ferma per chiedere della Costituzione ma dice che non ha un impiego o non può andare in pensione”. Renzi: “Quando Monti ha fatto il fiscal compact, avete fatto quattro ore di sciopero in tutto. A me quattro ore di sciopero me le fate la mattina per come mi sono pettinato”. Chiude Landini: “Veramente avevamo raccolto le firme per cancellare il pareggio di bilancio dalla Carta. Voi invece avete cambiato 47 articoli della Costituzione, guarda caso quello del pareggio di bilancio non lo avete toccato”.