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 2016  novembre 20 Domenica calendario

MERDA «Firmai il primo contratto con la Williams a 19 e non ero pronto per la F1: non c’erano allora i simulatori, i programmi riservati ai giovani, ero davvero inesperto, tanto che arrivato al primo Gp mi dissi “oh, merda”» (Jenson Button, pilota della McLaren, che domenica ad Abu Dhabi correrà il suo ultimo Gp in F1)

MERDA «Firmai il primo contratto con la Williams a 19 e non ero pronto per la F1: non c’erano allora i simulatori, i programmi riservati ai giovani, ero davvero inesperto, tanto che arrivato al primo Gp mi dissi “oh, merda”» (Jenson Button, pilota della McLaren, che domenica ad Abu Dhabi correrà il suo ultimo Gp in F1). PAROLE «Mai come in questo momento vorrei esprimermi in italiano, ma le parole non mi vengono. Voglio solo dire che sono estremamente felice per i giocatori e per i tifosi. È solo un inizio, ma un bell’inizio. Abbiamo molto da fare per cambiare il rugby in Italia» (Conor O’Shea, c.t. della nazionale italiana di rugby che sabato scorso ha sconfitto il Sudafrica per la prima volta nella sua storia). FRETTA «Se volete difetti, dicono che parlo in fretta e soprattutto mi dimentico tutto. Una volta, da piccoli, io e mio fratello siamo andati al campo ma abbiamo dimenticato la borsa a casa. Tutti e due!» (Roberto Gagliardini, calciatore, centrocampista rivelazione dell’Atalanta). SUBITO «Io dico sempre ai miei giocatori di provare a fare gol subito. Certe volte ci riesce, altre un po’ meno…» (Walter Mazzarri, allenatore di calcio, del Watford, club di Premier League che sabato ha sconfitto il Leicester allenato da Claudio Ranieri). SOLARE «Lorenzo è un ragazzo solare, sorride sempre e i compagni gli vogliono bene. Non ho mai messo in discussione le sue qualità, neanche quando non segnava» (Maurizio Sarri, allenatore di calcio, del Napoli, a proposito della doppietta di Lorenzo Insigne che ha permesso agli azzurri di battere l’Udinese sabato scorso). LETTO «Da bambino non mi separavo mai dal pallone... Mia madre racconta che ci dormivo anche nel letto. Ero piccolo, incosciente, felice. Vivevo per tirar calci» (Marco Borriello, calciatore, attaccante del Cagliari). CASA «Questa potrebbe anche essere l’ultima stagione di calcio giocato. Poi mi metterò a studiare per prepararmi a un nuovo ruolo. Ma il calcio è la mia casa» (Kakà, calciatore, centrocampista dell’Orlando City). SOFFITTO «Non è facile per un atleta smettere. I primi tempi non sapevo cosa fare: rischi di passare le giornate a guardare la tv o fissare il soffitto. Ho fatto tante cose in questi anni. Ma per la prima volta sento di avere qualcosa di mio: la Akron, un’azienda che produce costumi per atleti» (Domenico Fioravanti, ex nuotatore).