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 2016  novembre 20 Domenica calendario

BUTTON: VOGLIO IL MONDIALE MA NEL TRIATHLON» – Il GP di Abu Dhabi sarà l’ultimo per Jenson Button

BUTTON: VOGLIO IL MONDIALE MA NEL TRIATHLON» – Il GP di Abu Dhabi sarà l’ultimo per Jenson Button. In piena era Verstappen, con Max pronto a sfilare una serie di record di precocità a Vettel, si fa fatica a ricordare che Frank Williams gli diede fiducia quando aveva appena 20 anni. «Firmai il contratto a 19 e non ero pronto per la F.1 — ammette ora candidamente —: non c’erano allora i simulatori, i programmi riservati ai giovani, ero davvero inesperto, tanto che arrivato al primo GP mi dissi “oh, merda”». Jenson non è stato un Verstappen, sia perché non ne ha probabilmente il talento, sia perché non ha guidato per lungo tempo macchine competitive, tanto da vincere il suo primo GP soltanto dieci anni dopo il suo debutto (a Budapest 2006 con la Honda), ma al momento dell’addio, quando vede approssimarsi il traguardo dei 37 anni (lì compirà il 19 gennaio), può vantare una carriera di tutto rispetto: 304 gare disputate, 15 successi, 8 pole ma soprattutto un titolo mondiale, quello del 2009 con la Brawn GP. Jenson, sicuro di non rimpiangere i GP? «No, perché avrò più tempo libero, oltre all’opportunità di restare in un luogo più a lungo e mi dedicherò di più alla mia famiglia, a mia sorella, ai suoi figli per cui io sono “il grande zio”, e a mia mamma». E lei non ha voglia di costruire una sua famiglia? «Sì, col tempo, non c’è fretta». Stop definitivo con le corse? «Lascio la F.1 ma non chiudo come pilota. Farò qualche gara nel GT giapponese e mi dedicherò ai rallycross, o come titolare o come collaudatore, una specialità che era la passione di papà. Ma non correrò tutte le domeniche come fa Barrichello che si divide tra i kart e le stock cars». Ha citato suo padre mancato nel gennaio 2014, le manca molto? «Sì, lui ai GP c’era sempre. E’ un vuoto che si sente». Avrebbe approvato la sua scelta di lasciare la F.1? «Non conosco questa risposta. Credo che avrebbe creduto nella mia decisione, comprendendo che era il momento. E sarebbe felice che mi dedicassi al rallycross, pura competizione senza altre balle…». Nella sua decisione ha influito la natura di queste monoposto? «Mah, di certo erano più divertenti quelle di una decina di anni fa. Il punto debole è che a un certo punto quando percorri la curva senti come uno schiocco e la macchina che parte, questo comporta un modo di guidare differente dal passato. Ma credo che la direzione presa per il 2017 sia quella corretta». E quanto ha pesato la mancanza di competitività della McLaren? «Se hai un mezzo vincente, ti esalti e non senti la necessità di smettere. Ma non posso rispondere perché non sono in quella condizione». La Brawn GP è stata la macchina del suo Mondiale, capì sin dal primo test di avere un missile? «Beh, era ben bilanciata, veloce ma non aveva la supremazia che sta manifestando adesso la Mercedes. Noi, a parte il primo GP d’Australia, ogni vittoria ce la siamo dovuta sudare». Il segreto di quella stagione? «L’affidabilità, mai avuto un problema e poi la fiducia che c’era nel team dopo aver trascorso un inverno difficile. Abbiamo fatto un lavoro fantastico, se pensiamo che non dovevamo neppure essere al via». Mai rimpianto di essersene andato da quel team, poi diventato questa Mercedes vincitutto? «No, perché volevo continuare a vincere e la McLaren me ne offriva l’opportunità. E poi volevo confrontarmi con un pilota talentuoso come Hamilton. Per tre anni la scelta si è rivelata corretta, nei tre successivi no. Ma la rifarei, perché ho avuto l’opportunità di guidare per la scuderia che, quando ero ragazzino e vedevo i GP in tv, vinceva con Senna. E poi sono fortunato perché in F.1 ho corso con due dei tre team, (Williams e McLaren, n.d.r.) più gloriosi della F.1. Il terzo è quello del suo Paese». Al quale fu vicinissimo. «Vero, accadde quando c’era Stefano Domenicali: per tante ragioni non se ne fece nulla». A quale boss è rimasto più legato in questi anni? «Ho avuto ottime relazioni con Ron Dennis, David Richards e Ross Brawn ma quella speciale fu con Martin Whitmarsh (ex team principal McLaren; n.d.r.) e dal punto di vista umano con Domenicali. Sta facendo un ottimo lavoro…». Jenson, come sarà il prossimo Capodanno? «Probabilmente sarò dalle parti di Monaco ad allenarmi. Ho un Mondiale nel mirino…». Scusi? «Si, farò il Mondiale di triathlon per amatori».