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 2016  novembre 19 Sabato calendario

IL RITORNO DI MIRANTE: «LA FINE DI UN INCUBO»

«La fine di un incubo». Non servono tanti giri di parole ad Antonio Mirante, che ieri ha finalmente ricevuto il certificato di idoneità per tornare all’attività agonistica. Lo attendeva da diverse settimane, il portiere del Bologna, come una luce in fondo al tunnel in cui era entrato a fine agosto. Domenica 28 incassa 5 reti a Torino contro i granata, ma il vero incubo comincia il giorno dopo con un malore. Problemi cardiaci, la diagnosi, con ricovero immediato al policlinico Gemelli di Roma. «Un giorno giocavo contro il Torino e quello dopo avrei potuto smettere col calcio. Brutti ricordi che mi hanno reso più forte – ammette il 33enne di Castellammare di Stabia -. Al di là dello sconforto iniziale ho subito reagito con ottimismo e questo mi ha consentito di affrontare la situazione con un’ottica diversa. Quando succedono cose del genere è ovvio che ti fai mille domande e mille cose ti frullano per la testa. Mi sono rifugiato nelle mie certezze come la famiglia, gli amici e il Bologna, la cosa che mi è mancata di più è lo spogliatoio».

AFFETTO Le giornate sono state lunghe, il mese di settembre è passato sottoponendosi a ogni genere di test che, giorno per giorno, davano esiti confortanti. Il ritorno in campo non sembrava in dubbio, l’incertezza riguardava solo le tempistiche, ma l’affetto che lo ha circondato è stato una benzina fondamentale per affrontare questo percorso. Ieri, durante la conferenza stampa, il Bologna ha proiettato un video nel quale i portieri della Serie A (da Buffon al concittadino Donnarumma e tutti gli altri) gli hanno dato il bentornato in campo: «Messaggi come questi mi hanno dato la forza per tenere duro e non cadere nello sconforto in un momento particolare della mia carriera. Questi attestati di stima da parte dei miei colleghi mi commuovono, ma tanta gente mi è stata vicino. Voglio ringraziare il prof. Zeppilli e la sua equipe, gli infermieri del policlinico Gemelli che umanamente sono eccezionali. Raffaele Palladino è un amico fraterno, mi ha commosso perché è venuto a Roma da Crotone per due giorni, mi ha straziato vedere mia mamma addormentata con la testa sul tavolino della mia stanza d’ospedale ma mi ha anche fornito un motivo in più per reagire e alzarmi».

DA COSTA A inizio ottobre era arrivata la luce verde per riprendere gradualmente ad allenarsi, da un paio di settimane stava già lavorando con il gruppo in attesa dell’idoneità per tornare a giocare in partite ufficiali. Da ieri è nuovamente a disposizione di Donadoni ed è probabile che domani torni fra i convocati per la partita del Palermo in attesa di rivederlo fra i pali, dove gli ha tenuto in caldo il posto Da Costa: «Dal primo giorno ho capito che era una persona eccezionale, mi è stato d’aiuto la scorsa stagione e lo è adesso che devo riprendere la forma. Dopo un periodo del genere, riprendere il mio posto è l’ultimo dei pensieri, siamo più che coperti con lui e siamo fortunati ad averlo». Per rivederlo in campo servirà ancora qualche giorno: «La prossima settimana è quella decisiva per ritrovare la forma ottimale, comincio ad avere la gamba piena, ma mi manca un po’ di reattività. Già da ora, però, sono a disposizione di Donadoni». La notizia che tutti aspettavano.