Marisa Poli, La Gazzetta dello Sport 18/11/2016, 18 novembre 2016
ERRIGO RADDOPPIA: «CON LA SCIABOLA MI METTO IN GIOCO» – La seconda vita (schermistica) di Arianna Errigo comincia ufficialmente oggi, con i gironi della coppa del Mondo di sciabola a Orleans (Fra)
ERRIGO RADDOPPIA: «CON LA SCIABOLA MI METTO IN GIOCO» – La seconda vita (schermistica) di Arianna Errigo comincia ufficialmente oggi, con i gironi della coppa del Mondo di sciabola a Orleans (Fra). In gara a sue spese, con l’approvazione del c.t. del fioretto Andrea Cipressa. Cinque coppe del Mondo di fioretto, 2 ori mondiali e un argento olimpico in tasca, raddoppia l’impegno. Con un bersaglio diverso (tutta la parte alta del corpo invece del corpetto del fioretto), più fisica e veloce, con il colpo valido anche se assestato di taglio, oltre che di punta. Comincia una nuova avventura. Aspettative? «Era quello che desideravo. Difficile un pronostico, spero di superare la prima giornata. Partirò dai gironi, dopo otto anni, e questa è forse la parte di gara che mi spaventa di più». Perché la sciabola? «Ho sempre avuto in testa il tarlo di volerla provare. La sciabola si avvicina alle mie caratteristiche. Già prima di Rio avevo deciso di provarci, se fosse andata diversamente (è uscita agli ottavi nel torneo olimpico), ci avrei dedicato ancora più tempo. E prima di Londra avevo detto: se vinco, per due anni lascio il fioretto e mi alleno con la sciabola. Ora il fioretto non lo voglio abbandonare, voglio vedere se è possibile fare tutte e due le armi contemporaneamente. Nella stagione post olimpica mi posso dedicare ad altro, invece di fare qualcosa in tv o partire per un viaggio, provo con la sciabola». Ha fatto pace col fioretto dopo i dispiaceri di Rio? «E’ stata una brutta esperienza, ma non ho mai pensato di abbandonarlo. Con il c.t. Andrea Cipressa ho parlato, potevo anche saltare le prime gare di Coppa ma le ho fatte lo stesso e sono andate bene anche se mi sono allenata soprattutto con la sciabola negli ultimi due mesi, con il fioretto solo due o tre volte. Farò così fino a gennaio, voglio vedere quanto valgo, farò tutte le prove di Coppa. E poi mi incuriosisce questa cosa di portare avanti due armi contemporaneamente». Aveva bisogno di una pausa? «Questi otto anni sono stati intensi, non c’è mai stato il tempo di rallentare. Europei, Mondiali, Olimpiadi. Più la tensione per la qualificazione olimpica individuale a Rio. Ci voleva». Il maestro nel fioretto ancora non c’è. Nella sciabola? «Nel fioretto deciderò a gennaio, per la sciabola mi sono affidata a Lucio Landi, che lavora a Frascati. Il rapporto va bene, cerca di lavorare su cose semplici, io devo imparare tutto, non può dirmi diecimila cose tutte insieme. E’ strano, quando mi dà consigli usa vocaboli o gesti che per uno sciabolatore sono automatici e per me sono completamente nuovi». C’è qualcosa che già le riesce bene? «Posso dire prima quello che non mi riesce: il lavoro di gambe. Nella sciabola non puoi mai farti trovare fuori equilibrio. E’ una pecca che ho anche con il fioretto, ma lì riesco a compensare. Il buono è che sono molto esplosiva, anche se le gambe non sono perfette. Ho una fisicità importante e mi vengono cose istintive. La cosa che mi piace di più è la velocità della stoccata. Nel fioretto siamo molto più lenti, è la cosa che mi è sempre piaciuta di meno». Con la Di Francisca c’è stato un allontanamento. E’ definitivo? «In questa qualificazione individuale ognuna era concentrata sul proprio cammino, poi lei non fa più le gare a squadre, non abbiamo più avuto momenti comuni. Non ha ancora ripreso ad allenarsi, quando ricomincia vedremo come va».