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 2016  novembre 18 Venerdì calendario

MELANDRI: «LE MIE DONNE MI FANNO VOLARE» – Con un Marco Melandri già vicino al top la Superbike si lancia a tutta velocità verso un 2017 di grandi emozioni

MELANDRI: «LE MIE DONNE MI FANNO VOLARE» – Con un Marco Melandri già vicino al top la Superbike si lancia a tutta velocità verso un 2017 di grandi emozioni. Fermo da fine giugno 2015, cioè dalla burrascosa chiusura del matrimonio Aprilia, nella due giorni di Aragon (Spagna) il neoacquisto Ducati ha girato ad appena tre decimi dal compagno Chaz Davies. Che non solo ha vinto 11 gare la passata stagione, due più dell’iridato Jonathan Rea, ma su questo tracciato è stato spesso imbattibile. La prima tornata di collaudi si chiude comunque con la Kawasaki di nuovo in fuga con il Cannibale sceso a 1’49”8 e di nuovo a caccia del tris iridato. Melandri, per il momento, ha altri orizzonti. «Sono molto contento, ho avuto conferme delle sensazioni dell’ultimo test fatto a Valencia, con la Panigale del test team. Ci sono aree dove dobbiamo migliorare, il grip al massimo angolo di piega non è perfetto. Il carattere della bicilindrica però mi piace proprio tanto». Si aspettava di essere cosi vicino al top? «Ero convinto che non sarei stato lontano. Davies è il più in forma, le Kawasaki sul giro secco sono superiori da anni, i tempi dei test fanno poco testo. Conta il passo e siamo tutti molto vicini. Erano due anni e mezzo che non giravo ad Aragon, una pista bellissima che si sposa molto bene con la Ducati». Obiettivo del test? «Ho conosciuto la squadra, il mio capotecnico Aligi Deganello (ex di Marco Simoncelli e artefice del Mondiale di Sylvain Guintoli in Aprilia, n.d.r.) e l’elettronico Alessandro Castagnetti che è nuovo in Ducati. Infatti sulla gestione motore abbiamo rimandato il grosso del lavoro alle prossime uscite» Dopo un anno e mezzo di stop dalle gare si sente arrugginito? «Dopo Valencia ero tornato a casa che non alzavo le braccia, avevo le spalle distrutte. Invece qui tutto bene. Non ho fatto uscite molto lunghe, però non ho avuto problemi particolari» Per giocarsi il Mondiale bisognerà battere Chaz Davies, 11 vittorie, meglio di Rea. «Battere Chaz significherebbe che stiamo andando bene, molto bene. L’ho già avuto come compagno in Bmw 2013 (tre vittorie a testa, n.d.r.) ma negli ultimi tre anni in Ducati è maturato tantissimo. Per cui avrà qualcosa più di me. Non faccio partenze da un anno e mezzo. Non si vincono gare in tre giri, ma si possono perdere». Qual è il suo punto di forza? «E’ il più grande frenatore della storia della moto. Passarlo in staccata è quasi impossibile. In questi test ho cercato di copiare i suoi riferimenti ma su dieci tentativi sono finito dritto sette-otto volte. Bisognerà andare più forte in altri settori». Nel finale di stagione Ducati ha stracciato Kawasaki ma qui le verdi sono ripartite all’assalto. «Rea correva per il Mondiale, non per vincere. In Qatar, a giochi fatti, s’è scatenato e per poco non batte Davies». A 34 anni è l’ultima chance? «Non ci penso. Per me questa è “la chance”. Ho la squadra e la moto che voglio, negli ultimi dieci anni non mi è mai successo. Con Yamaha, nel 2011, ho fatto bene ma quando bisognava concretizzare hanno chiuso. Con Bmw, nel 2012-13, avevo una bella situazione, la moto stava crescendo tanto ma quando era ora di concretizzare hanno chiuso pure loro». Sente pressione? «Ho niente da perdere, ero a casa. Non poteva andare peggio di così. Andrò in pista per divertirmi». A casa che ne pensano? «La mia compagna Manuela è molto carica, ma anche la piccola Martina (tre anni, n.d.r.). Ogni volta che mi arriva a casa l’uomo dei caschi si mette ad urlare “babbo brum brum”. La voglio portare alle gare, credo che per una bambina sia un ambiente molto stimolante. La sfida Mondiale 2017 farà crescerà anche lei». I TEMPI: 1. Rea (Kawasaki) 1’49”8; 2. Davies (Ducati) 1’50”4; 3. Sykes (Kawasaki) 1’50”4; 4. Melandri (Ducati) 1’50”7; 5. Hayden (Honda) 1’50”8; 6. Bradl (Honda) 1’51”0; 7. A. Lowes (Yamaha) 1’51”2; 8. van der Mark (Yamaha) 1’51″6.