Sabrina Bonalumi, Gente 15/11/2016, 15 novembre 2016
FACCIO IL PRETE MA HO PERSO LA FEDE
[Gianluca Guidi]
Quando Paolo Sorrentino gli ha comunicato che avrebbe indossato gli abiti talari di padre Amatucci in The young Pope ha stappato una bottiglia di bollicine. Non spumante, Coca Cola. È uomo di sostanza più che di apparenza, Gianluca Guidi. Il gesto plateale non fa per lui, i vezzi del divo non gli calzano a pennello quanto invece le vesti degli ecclesiastici che, nella sua carriera, ritornano con una certa puntualità. «È capitato già tre volte. E sì che sono ateo. La fede arriva gratis: nella vita la avverti e la coltivi, non segui corsi per acquisirla. Io, crescendo, non ho più sentito questo impulso», ci confida. «Sono stato felice di lavorare con un grande regista, un maestro come Sorrentino, di far parte di un progetto che via via prendeva sempre più forma e sostanza. E con Silvio Orlando, nei panni del segretario di Stato, il cardinale Angelo Voiello, mi sono trovato splendidamente. È un attore bravissimo e un collega di grande generosità». La serie di Sky sta andando benissimo, tanto che si sta già pensando al sequel. E Guidi sarebbe ancora prete. «Vero, ma sogno di interpretare Sherlock Holmes, il mio mito. Sul set di The young Pope ne ho parlato con Jude Law, che fu Watson nello Sherlock di Robert Downey Jr, nel 2009».
Seduto davanti a un caffè fumante, il primogenito di Johnny Dorelli (vero nome Giorgio Guidi) e Lauretta Masiero parla veloce, guardandoti sempre negli occhi. E chi, per un attimo, chiudesse i suoi potrebbe confondere il timbro della voce con quello di suo padre. Un’eredità preziosa, come «l’autoironia, la riservatezza, la curiosità, una certa causticità rispetto agli eventi della vita e una passione sfrenata per il lavoro di attore». Mestiere che Gianluca decise di fare alle elementari. «Avevo 7 anni quando entrai per la prima volta al teatro Sistina. Papà era don Silvestro in Aggiungi un posto a tavola. Rimasi incantato dalle luci, dal sipario che, aprendosi, svelava un mondo magico. Dal profumo e dall’eleganza delle ballerine. Ricordo di essere uscito dallo spettacolo pensando che da grande avrei voluto essere sul palco, davanti a quella tavola». Trentasei anni dopo la parte di papà fu sua. «Avevo 43 anni, mi sembrò di aver chiuso un cerchio. Da lì ero partito, lì tornavo. Una sera uscendo dal teatro incontrai un uomo con un bimbo per mano. “Sa che io venni a vedere suo padre quando avevo 6 anni con i miei genitori e oggi, che lo sono io, porto mio figlio?”. Mi colpì: non c’è cosa più bella che trasmettere passioni ai piccoli».
Johnny l’ha fatto con lui, oggi Gianluca lo fa con i suoi figli, nati dalle nozze con la ballerina e attrice Cristina Ginevri: Giacomo, quasi 9 anni, e Giulio, quasi 7. Orgoglio di papà. Guidi parla di loro e si illumina. «La cosa che più desideravo nella vita era avere una famiglia. Cristina, della quale sono innamoratissimo da quasi 15 anni, mi ha fatto il regalo più grande rendendomi padre. Fosse stato per me di figli ne avrei voluti sette... Li seguo moltissimo: faccio i compiti con loro, li porto a scuola, ci sfidiamo a carte e cerco di crescerli con la mia stessa passione per il mare. Il grande suona la batteria, adora il calcio: era portiere dei pulcini della Lazio, ma quest’anno ha sospeso perché, facendo la scuola internazionale, studia in italiano e in inglese ed è dura. Il piccolo canta, tifa Juve, gioca nel ruolo di difensore centrale e ama tutto ciò che è legato all’acqua: confesso che mi piacerebbe facesse l’Accademia della marina militare». La passione di Gianluca per mare e dintorni è profonda e reale: ha svariati brevetti nautici, segue corsi sulle navi con particolare curiosità per i disastri marittimi.
È uomo dai mille interessi e dalle svariate passioni: «Il teatro è da vivere e da andare a vedere. Ma poi amo l’inter, la musica classica e il jazz, adoro cucinare per la mia famiglia, mangio sano e pratico arti marziali per restare in forma. A marzo saranno 50, l’età va aiutata con una vita sana». A febbraio, invece, suo padre Johnny spegnerà 80 candeline. «Siamo legatissimi. Papà è un uomo molto intelligente, di grande apertura mentale ed è un fine osservatore che scruta bene e tutto prima di agire. Talvolta gli chiedo consigli, lui è molto saggio e non manca mai la sua telefonata per complimentarsi quando mi vede in Tv o a teatro».
Top secret il regalo che Gianluca vorrebbe fare al padre per il compleanno. Per il suo, invece, si “regala” la tournée del musical Serial killer per signora, con l’amico e collega Giampiero Ingrassia. E culla un sogno che guarda lontano: «Portare i miei figli a studiare all’università in Inghilterra e arrivarci in barca. Tutti e quattro insieme».
Sabrina Bonalumi