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 2016  novembre 15 Martedì calendario

SORRENTINO: «300 IN PORTA PER CASO»

Portiere per caso. La strada verso la gloria per Stefano Sorrentino è stata tortuosa. Casuale soprattutto, anche se non è l’unico ad essersi messo i guanti con un po’ di ritardo. Pensava a far gol da ragazzino, nonostante l’influenza del padre Roberto che fra i pali di Catania, Cagliari e Bologna di messaggi anche indiretti al figliolo continuava a mandarne. «Da piccolo facevo l’attaccante, poi negli anni 90 ad un torneo mancavano i portieri e l’allenatore dell’epoca, Rino Rado, mi disse di andare tra i pali perché mio padre faceva quel ruolo. Alla fine vinsi il premio di miglior portiere. E da lì in poi continuai a restare in porta», ha raccontato Sorrentino a «Sport 2000», pochi giorni dopo aver incrociato quella Juventus che ad un certo punto aveva deciso di accantonarlo e di farlo scendere dal treno del grande calcio. Lui, Primavera bianconero, era in bilico fra professionismo e l’anonimato dei dilettanti dove stava per essere relegato. «Volevano mandarmi in Eccellenza, tanto che mi interrogai sul mio futuro. Mi mancava un anno per finire le superiori, ero senza patente, qualche domanda me la feci».

LA SVOLTA Poi il passaggio dalla Juve al Torino «Fu una fortuna», ha sempre ripetuto Sorrentino, che a 37 anni di traguardi da tagliare ne ha ancora. Uno in particolare. «Arrivare alle 600 partite da professionista», il tetto fissato dal portiere, il cui rendimento in campo continua a rimanere molto alto. Gliene mancano 101, ma solo 28 per raggiungere le 300 in Serie A. Sorrentino guarda sempre avanti.