Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 14 Lunedì calendario

APPUNTI ITALIA-SUDAFRICA – Quello che sabato scenderà in campo a Firenze contro l’Italia, è un Sudafrica in profonda crisi di identità e risultati

APPUNTI ITALIA-SUDAFRICA – Quello che sabato scenderà in campo a Firenze contro l’Italia, è un Sudafrica in profonda crisi di identità e risultati. Del difficile post Rugby World Cup, culminato con l’esonero di coach Meyer nonostante il terzo posto e una semifinale persa di un soffio contro gli All Blacks, abbiamo parlato più e più volte. E i recenti risultati dimostrano che la crisi fuori dal campo sta avendo effetti nefasti anche dentro il rettangolo verde, dove gli Springboks hanno collezionato cinque sconfitte nelle ultime sei uscite. L’ultima in ordine di tempo, sabato a Twickenham contro l’Inghilterra, ha evidenziato ancora una volta la mancanza di una precisa identità di gioco oltre che banali errori difensivi, costati le due mete costruite da Youngs che con leggerezza ha eluso la prima guardia. Tutti i dubbi di coach Coetzee sono ben testimoniati dagli esperimenti in mediana, con quattro coppie diverse nelle ultime sei uscite (Paige-Lambie, de Klerk-Steyn, Paige-Steyn e de Klerk-Jantjies). E l’aspetto che forse dà più grattacapi allo staff tecnico Springboks è che lo cose sono funzionate meglio proprio con l’esperto Steyn in regia (18-10 contro l’Australia). La coppia Lions de Klerk-Jantjies, che tanto ha fatto bene nel Super Rugby, mal si adatta al tradizionale gioco Springboks. La sensazione è che il dopo Mondiale abbia avuto strascichi pesantissimi per il rugby sudafricano, tra questione quote nere (policy praticata nelle Union), numero di giocatori elevatissimo che anche per le quote scelgono l’estero (e non solo atleti di prima fascia o ex top player a fine carriera) e mancanza di leadership nel gruppo. Perdere in un colpo solo Matfield, Pienaar, de Villiers, Burger, i du Plessis e du Preez non sarebbe facile per nessuno (tranne per quelli in maglia nera), ma per una squadra che ha fatto della fisicità e dell’ “intimidazione” (rugbistica, sia chiaro) una propria chiave per mettere sotto gli avversari, lo è ancora di più. Senza contare l’importanza che il ruolo di mediano di mischia ha nell’economia del piano di gioco sudafricano. Dopo Twickenham, per Strauss e compagni è fondamentale vincere a Firenze, dove gli Springboks arrivano con un carico di pressione enorme e che la squadra dovrà dimostrare di saper sostenere. “Quando iniziamo a sbagliare diventiamo noi stessi i nostri peggiori avversari – ha dichiarato Coetzee nel post Inghilterra – Ci sono cose che dobbiamo sistemare al più presto possibile, soprattutto in difesa […] E’ ora che i nostri giocatori prendano responsabilità in campo. Non abbiamo più scuse”. Vero che parlare di pronostici è azzardato, ma questi Springboks hanno tanto da perdere dagli 80 minuti del Franchi. Tantissimo.