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 2016  novembre 12 Sabato calendario

CONSIGLI DA LO CICERO – Per l’ex pilone che vanta 103 presenze in azzurro «è giusto che O’Shea, dia finalmente largo ai giovani, ma occorre il giusto mix con la vecchia guardia

CONSIGLI DA LO CICERO – Per l’ex pilone che vanta 103 presenze in azzurro «è giusto che O’Shea, dia finalmente largo ai giovani, ma occorre il giusto mix con la vecchia guardia. E aspettiamo prima di giudicare questi nuovi fenomeni...» Roma - Nella sua carriera Andrea Lo Cicero ha collezionato cinquantacinque punti in testa, sei dita, quattro costole e un gomito rotti, spalle lussate a volontà e una clavicola fratturata, distorsioni varie alle gambe e una sublussazione del ginocchio. «Ma uscite dal campo per infortunio: nessuna». Il Barone, l’ex pilone che con la maglia della nazionale ha collezionato 103 presenze, è la persona giusta con cui commentare il nuovo corso degli azzurri. Allora, che cosa pensa di questa ventata di gioventù portata dall’irlandese O’Shea? «È giusto che i ragazzi in gamba abbiano il loro spazio, è il loro momento». Lei si è ritirato dal professionismo e dalla nazionale nel 2013, pensa che un rinnovamento sarebbe stato auspicabile anche prima di O’Shea? «Ogni commissario tecnico ha le sue convinzioni e fa le sue scelte per far funzionare la squadra al meglio. Io dico solo che le scelte di oggi mi sembrano nell’ordine naturale delle cose. Però…». Però? «Però attenzione a fare piazza pulita tutto in una volta, in una nazionale c’è bisogno del mix di ragazzi e di giocatori esperti, altrimenti non si va da nessuna parte». C’è qualcuno fra i nuovi azzurri che le sembra particolarmente interessante? «Non voglio fare nomi adesso, sono convinto che prima di esaltare i nuovi talenti va dato loro del tempo per confrontarsi con grandi squadre, come gli All Blacks appunto. Io aspetto il Sei Nazioni, anche per vedere come si comportano in una seconda prova una serie di giocatori. Piano a parlare di fenomeni…». Ha incontrato gli All Blacks sia con la maglia della nazionale che con quella dei Barbarians – il mitico club a inviti–, con cui nel 2004 realizzò anche una meta contro i Neozelandesi. Che ricordi ha di quelle sfide? «Ritrovarsi di fronte a dei mostri sacri come gli All Blacks spinge qualunque giocatore a tirare fuori il meglio di sé. Ho ricordi indelebili. Il risultato, quando giochi con loro, non è l’aspetto fondamentale. Conta come giochi». Ma ora che ha smesso di giocare, come sfoga tutta la sua energia? «Viaggio molto, ora ho in programma un giro del Sudafrica. Poi ho il mio programma Giardini da incubo su Sky che mi diverte e va benissimo. E poi mi alleno e gioco ancora per conto mio, per il puro piacere di farlo». «Mi ricordo benissimo tutti i miei match contro gli All Blacks. Sono sfide incredibili, ti costringono a tirare fuori il meglio di te» Andrea Lo Cicero.