Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 09 Mercoledì calendario

S’AVANZA UN BUSINESS MILIARDARIO


DUE PAROLE, sette lettere: big data. Un universo sconfinato, tutto da scoprire. E, possibilmente, monetizzare. La progressiva diffusione delle auto elettriche, connesse, condivise e a guida autonoma produrrà un’impressionante quantità di dati e consentirà di sviluppare un business miliardario. Lo spiega bene il recentissimo studio McKinsey intitolato “Monetizing car data”: secondo le stime della multinazionale di consulenza americana, i ricavi generati dal “traffico dei dati” potranno essere compresi tra i 450 e i 750 miliardi di dollari entro il 2030. Affinché questo scenario si possa in qualche modo concretizzare, però, è necessario che gli automobilisti concedano a terzi (costruttori, compagnie assicurative, fornitori di servizi) l’utilizzo dei propri dati. L’indagine di McKinsey, condotta in Cina, negli Usa e in Germania, ha rilevato una generale propensione a cedere informazioni in cambio di servizi e, in misura minore, anche una significativa disponibilità a pagare, soprattutto per risparmiare tempo. Com’era prevedibile, ai servizi legati ai dati sembrano essere più interessati i giovani e le persone di mezza età e coloro che trascorrono molte ore al volante. L’entusiasmo non si raffredda neppure quando si tratta di condividere con case automobilistiche e assicurazioni un dato sensibile come la propria posizione, sia pur in forma aggregata e anonima: il 55% dice sì incondizionatamente, mentre un altro 21% è d’accordo a farlo a patto che i dati non siano ceduti a terzi.
Carlo Di Giusto