Paola Manciagli , Oggi 9/11/2016, 9 novembre 2016
VIVO ANCORA CON MIA MADRE PERCHÉ NON SI FA GLI AFFARI MIEI
[Flavio Insinna]
Con il suo lavoro Flavio Insinna cerca di dare, agli altri e a se stesso, qualcosa di più di un bel programma di successo. Per questo condivide con il pubblico pensieri di poeti e scrittori persino in uno show di assoluto svago come Affari tuoi, o accetta di condurre prime serate sperimentali come l’appena concluso Dieci cose. O, ancora, si offre per interpretare La classe degli Asini, la fiction che vedremo in prima serata su Rai 1 lunedì 14. «Non l’avevo mai fatto, di propormi per un ruolo», confida. «Ma ho letto per caso il copione de La classe degli asini e, a metà, sono scoppiato a piangere. È una storia pazzesca. Così, ho telefonato».
DIVENTA PROFESSORE
La fiction è una di quelle che vanno dritte al cuore: racconta la storia vera di un’insegnante, Mirella Casale (interpretata da Vanessa Incontrada) che nella Torino Anni 70 lottò per includere i bambini con disabilità nelle classi con tutti gli altri. Insinna interpreta un professore “rapito” da questo sogno, che si fa in quattro per aiutare la Casale. «È un’occasione per riflettere su come ti vuoi avvicinare alla diversità. L’abbiamo girato d’estate, con mille gradi e vestiti invernali. Ma, dall’operaio sul camion a noi sul set, capivamo che stavamo facendo una cosa speciale. Hanno voluto partecipare anche famiglie di disabili, e questo ha reso tutto più bello e importante. Amo raccontare storie, dolorose anche, ma con una possibilità di speranza».
Quest’anno ha festeggiato i 30 anni di carriera teatrale e i 10 anni di conduzione tv. Iniziò nel 2006 con Affari tuoi, che a marzo sarà messo a riposo. Insinna ha solo cose belle da dire: «La mia prima e ultima parola è “grazie”. A chi mi ha scelto, alla Endemol, alla Rai e alle persone che ci seguono, la famiglia di Affari tuoi. Continuano ad arrivare disegni, lavoretti, cravatte, dediche, il tassista ti sorride... È stato un viaggio meraviglioso, ha cambiato sia la mia vita, sia la mia carriera». Una lunga carriera «che ho costruito più con i “no” che con i “sì”», racconta. Ha rifiutato offerte clamorose. «Dopo il successo del Grande Match (il dopo partita degli Europei 2016, ndr), ho detto no a La Domenica Sportiva. La proposta mi ha reso orgoglioso, ma non mi sentivo all’altezza. Sento tantissimo la responsabilità dei soldi che mi danno, degli onori che ricevo, non voglio tradire la fiducia delle persone». Anche alcuni «sì» gli sono costati. Dieci cose è stato molto criticato dai giornali e poco seguito dai telespettatori.
«HO VINTO E HO PERSO»
«A 51 anni, con una carriera dove ho vinto, ho perso, ho stravinto, ho straperso, mi sono conquistato la libertà di non dispiacermi più di tanto. Il telefilm più bello che ho fatto è Don Pappagallo, la storia del sacerdote trucidato alle Fosse Ardeatine. Ma è andato malissimo. Quello è il mio fiore all’occhiello, ho ricevuto recensioni meravigliose e attestati umani da parte delle famiglie di chi fu rinchiuso in via Tasso, e da partigiani, che custodisco in maniera gelosissima. E lo stesso vale per La classe degli asini. Se anche non dovesse andare bene, la rifarei cento volte». È appassionato quando parla di lavoro, ma riservatissimo sul privato. E nemmeno si cura che i giornali abbiano straparlato per mesi di un suo misterioso fidanzamento. «Non ho il computer, non apro mai internet e se c’è la pagina dello spettacolo la salto e vado a quella dello sport. Anche a casa, mia madre e mia sorella non mi hanno chiesto “a”. Io lo so che non riesco a raccontarla questa cosa per il valore che ha, ma noi ci amiamo in maniera straordinaria e sappiamo che se uno non parla è perché non ha interesse a parlare. Nessuno s’impiccia. Per anni hanno continuato a chiedermi: “Ma vivi ancora con i tuoi?”. Sì, e lo reputo un regalo di Dio vivere con una famiglia dove non sanno neanche quanto guadagno e non mi hanno mai chiesto niente, hanno solo ascoltato quello che volevo dire io. La mia famiglia, per me, è la cosa più importante».