Marco Pagani, Gente 8/11/2016, 8 novembre 2016
AIUTO, HO VINTO LA LOTTERIA
«Siamo stufi, riceviamo telefonate, allusioni. Basta». Si sono lamentati così, secondo il giornalista del quotidiano La Repubblica che li ha contattati e riportato lo sfogo senza rivelarne l’identità, i familiari dell’uomo che, a Vibo Valentia, in molti indicano come il probabile vincitore dei 163 milioni 538 mila e 706 euro del Superenalotto del 27 ottobre (la seconda cifra più alta mai vinta in Italia dopo quella di 178 milioni “regalati” nel 2010 dallo stesso gioco).
Hanno ragione, sia che davvero con il fortunato giocatore non abbiano alcun rapporto di parentela, sia che il novello milionario faccia parte della loro famiglia. Sebbene una somma di denaro del genere cambi di sicuro la vita, infatti, non sempre è garantito che lo faccia in senso positivo. I troppi soldi, sia che li ammetti sia che li nascondi, spesso portano altrettanti guai. «La vincita è stata una bella fortuna, ma quanta paura: ho ricevuto tante minacce e richieste. Ho imparato che chi vince deve negare sempre, non deve ammetterlo mai altrimenti non avrà pace. E non deve montarsi la testa», suggerisce per esempio Alfonso Comini. Il 17 gennaio 1998 azzeccò con un gruppo di amici il primo “sei” della storia del Superenalotto: si divisero quasi 13 miliardi di lire. E lui disse: «Uno dei vincitori sono io». Pentendosene presto, come dichiarò poi.
Se dare un volto a chi è baciato dalla fortuna rimane difficile, l’Ufficio premi Sisal è invece riuscito a tracciare un profilo degli italiani che hanno sbaragliato lotterie e Superenalotto. I più fortunati, si scopre, sono operai, pensionati, casalinghe, artigiani, impiegati, senza distinzione tra nord, centro e sud Italia. Ma c’è una grande differenza tra i desideri di uomini e donne. I primi pensano a comprarsi un’auto da sogno, un orologio di pregio o un oggetto legato a una loro passione particolare. Le donne vogliono aiutare i figli, sistemare la casa e fare un viaggio con la famiglia.
Una coppia della Florida e una del Tennessee, più un anonimo giocatore della California, potranno esaudire qualunque desiderio gli venga in mente. Il 13 gennaio, giorno dell’estrazione dei biglietti in loro possesso, hanno vinto e si sono divisi il premio più alto della storia: un miliardo e 580 milioni di dollari, circa un miliardo e mezzo di euro, messo in palio dalla lotteria americana Powerball. Speriamo non facciano come Billy Bob Harrell Jr. che nel 1997 dalla lotteria del Texas intascò 31 milioni di dollari (28 milioni di euro di oggi). Non voleva essere l’unico a rendere reali i propri sogni e fu questo il suo errore: ricevette talmente tante richieste di prestiti e regali da parte di parenti e amici che cadde in depressione e si suicidò. Lasciando scritto: “Vincere alla lotteria è la peggior cosa che mi sia successa”.
Evelyn Adams, signora originaria del New Jersey, negli Stati Uniti, si aggiudicò il primo premio della lotteria per due volte, nel 1985 e nel 1986. In tutto si mise in tasca 5,4 milioni di dollari (5 milioni di euro). Se li è mangiati tutti al casinò e ora vive in un campeggio dentro a una roulotte.
Il destino può riservare scherzi ancora più brutti. Nel 1991 Michael Linskey vinse 14 milioni di dollari (quasi 13 milioni di euro) alla lotteria del Massachusetts. Ma non sapeva che il bar in cui aveva acquistato il biglietto del primo premio era di proprietà di un famigerato gangster, James Bulger. Il bandito rintracciò Michael, il quale qualche giorno dopo comunicò alla stampa: «C’è stato un equivoco, non ero l’unico vincitore. Ho comprato il biglietto con Bulger e altri due miei amici».
Parenti, serpenti, si dice. William Post nel 1988 si aggiudicò il montepremi di 16,8 milioni di dollari (più di 15 milioni di euro) della lotteria della Pennsylvania. Venne citato in giudizio dall’ex fidanzata per non averli divisi con lei, suo fratello assoldò un killer per ucciderlo ed ereditare, i genitori gli chiedevano di continuo denaro. Risultato: il povero William adesso sopravvive con la pensione sociale.
L’insegnamento giusto probabilmente viene da Luke Pittard e dalla sua compagna Emma Cox. Lavoravano da McDonald’s a Cardiff, nel Galles, e nel 2006 vinsero un milione 369 mila e 847 sterline (al cambio attuale 1,5 milioni di euro). Diciotto mesi più tardi tornarono a servire nello stesso locale. Avevano perso tutti i soldi? «Ci mancava il nostro lavoro», hanno dichiarato. Forse loro sono davvero gli unici “felici e vincenti”.
Marco Pagani