Stefano Caviglia, Panorama 3/11/2016, 3 novembre 2016
L’ASSURDITÀ DELLA POLIZZA CHE NON C’È
I terremoti degli ultimi cinquant’anni ci sono costati circa 3 miliardi l’anno fra assistenza alle popolazioni colpite e successive ricostruzioni. Questa cifra sarebbe stata molto più bassa se un buon numero di proprietari delle case distrutte avesse avuto una polizza di assicurazione. Peccato che questa sia quasi sconosciuta in Italia.
Delle case esistenti nel nostro Paese, solo l’l,2 per cento ha un’assicurazione contro le catastrofi naturali. Uno degli elementi che ne ostacolano la diffusione è il costo, ed è qui che si crea il classico circolo vizioso dei mercati che non decollano: il basso numero di polizze frena la diminuzione dei premi, che impedisce alle polizze di diffondersi.
Così è andata finora. Ma adesso che il terremoto crea allarme generale (ed è diventato una variabile dei conti nazionali) le cose cominciano a cambiare. La prima compagnia a muoversi è stata Generali, che due giorni dopo la tragedia di Amatrice, il 26 agosto scorso, ha deciso di offrire il 50 per cento di sconto sulla polizza anti terremoto, annunciando una nuova proposta contro i cosiddetti «rischi catastrofali» per inizio 2017. Uno sconto del 30 per cento a partire dal 15 novembre è stato appena deciso da Unipol.
I premi scendono, ma devono farlo ancora di più. Per un’abitazione del valore di 120 mila euro ad Ascoli Piceno (che in una scala da uno a cinque è considerata a rischio quattro), le Generali chiedono oggi 292 euro l’anno, 350 incendio compreso. Il prezzo medio di una polizza Allianz contro terremoti, alluvioni, inondazioni per 100 metri quadri a Reggio Calabria (alto rischio) è 600 euro l’anno (50 mensili). Quello di una polizza Unipol per incendio, terremoto e alluvione per una casa da 420 mila euro a Genova (alto rischio alluvioni, per cui l’assicurazione vale solo fino a 147 mila euro) è circa 464 euro l’anno.
«La strada maestra per far scendere ancora i prezzi» spiega a Panorama Vincenzo Cacia, direttore del colosso mondiale delle riassicurazioni Aon Benfield «è la suddivisione del rischio, sia fra i cittadini che fra le compagnie». La polizza obbligatoria (che, si dice, farebbe calare il prezzo a 70-80 euro l’anno) ha ovvie controindicazioni politiche, ma si potrebbero prevedere forme di semi obbligatorietà, come in altri Paesi. In Italia funzionerebbe l’associazione delle polizze terremoto a quelle contro l’incendio, diffuse perché richieste per la concessione dei mutui. A quel punto sarebbe più facile anche per le compagnie suddividere i reciproci rischi: il circolo vizioso sarebbe spezzato e i prezzi potrebbero scendere.