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 2016  novembre 06 Domenica calendario

ALTRO CHE NOBILTÀ, CONTANO I SOLDI: È L’AMERICA, BELLEZZA

Le chiamano ‘dinastie americane’. Ma non sono fatte d’intrecci e di somme di quarti di nobiltà. Sono fatte di accumuli di soldi, se si chiamano Rockfeller, o Vanderbilt, e di potere, partendo, comunque, dai soldi, che c’entrano sempre, se si chiamano Kennedy o Bush. E i Clinton? Quelli, per il momento, sono solo una famiglia, non (ancora?) una dinastia, lo diventeranno se Chelsea saprà farsi valere, ma c’è tempo e ci sono dubbi.
Il cognome adottivo e le origini scozzesi
I Clinton sono i Blythe. Basta risalire l’albero genealogico di Bill, l’ex presidente, per capire che, lì, di dinastico non c’è nulla: la storia di Bill è quella dei Blythe, una famiglia di origini scozzesi e inglesi, della cui presenza in America vi sono tracce fin dai tempi delle 13 Colonie e della Guerra d’Indipendenza; Clinton è un cognome adottivo. Del bisnonno Henry Patton Foote Blythesi sa che nacque a Tippah, nel Mississippi, terra di cotone e di schiavi, il 18 settembre 1851 e lì morì il 3 luglio 1898, dopo avere avuto come figlio William Jefferson Blythe Sr (1884-1935), che si trasferì in Texas e ebbe con la moglie Lou Birchie Ayers (1893-1946) nove figli. Uno di questi, William Jefferson ‘Bill’ Blythe Jr (1918-1946), si sposò quattro volte e dopo le ultime nozze con Virginia Dell Cassidy (1923-1994), si trasferì a Hope in Arkansas: combattè in Egitto e in Italia e al ritorno in patria riprese il lavoro di commesso viaggiatore. Morì in un incidente stradale tre mesi prima della nascita di William Jefferson Blythe III. Allevato a Hope dai nonni materni Eldridge ed Edith Cassidy, due bottegai, mentre la mamma andava a New Orleans per diventare infermiera, il bimbetto divenne Bill Clinton nel 1950, quando Virginia si risposò con Roger Clinton, che l’adottò.
Quando è il nonno che conta
La storia americana dei Bush risale a Timothy Bush e a sua moglie Deborah House: vivevano a Lebanon nel Connecticut tra il ‘700 e l’ ‘800, ebbero quattro figli. Timothy jr faceva il fabbro a Rochester, nello Stato di New York: morì nel 1850, a 84 anni. Dal matrimonio con Lydia Newcomb nacque Obadiah Newcomb Bush (1797-1851), commerciante, morto in mare tornando nel New England dalla California. Obadiah sposò Harriet Smith: loro figlio James Smith Bush, 1825-1899, fu ministro della Chiesa episcopale. Dal suo matrimonio con Harriet Eleanor Fay, nacque Samuel Prescott Bush (1863-1949), che sposò Flora Sheldon. Prima dirigente delle ferrovie, nella Seconda Guerra Mondiale incaricato di assistere e coordinare le industrie fornitrici delle forze armate, Samuel s’installò nell’Ohio. Il salto di qualità definitivo lo fece il figlio di Samuel e Flora, Prescott Sheldon Bush, padre e nonno di un presidente degli Stati Uniti; nato a Columbus (Ohio) nel 1895, laureato a Yale, capitano di artiglieria nella Prima Guerra Mondiale, poi imprenditore di successo e infine senatore repubblicano del Connecticut per due mandati, dal 1952 al 1963. Prescott morì nel 1972 a New York. Un figlio, George H.W. Bush, che si trasferì in Texas, spostò l’attività dall’acciaio al petrolio, fu dirigente della Cia, ambasciatore in Cina, vice-presidente degli Stati Uniti per otto anni sotto Ronald Reagan e poi presidente dal 1989 al ’93. Un nipote, figlio di George H.W., George W. Bush, è stato a sua volta presidente dal 2001 al 2009.
La saga degli irlandesi
Dei Kennedy, tutti sanno tutto. Irlandesi di origine, bostoniani d’insediamento, cattolici, escono dall’anonimato con Patrick J. Kennedy, 1858-1929, e Mary Augusta Hickey, i nonni del presidente. Commerciante di successo, Patrick, democratico, fu a più riprese deputato e senatore dello Stato del Massachusetts. Ma il vero patriarca è il figlio primogenito Joseph P. Kennedy Sr.(1888–1969), che sposò la figlia del sindaco di Boston Rose Fitzgerald (1890-1995): ambasciatore degli Stati Uniti nel Regno Unito fra il 1938 e il 1940, ebbe importanti incarichi nell’America rooseveltiana che tentava di uscire dalla Grande Depressione. Joe e Rose ebbero nove figli: ad alimentare la leggenda, c’è la maledizione, che vuole i Kennedy, belli, forti, potenti, spesso al centro di tragedie. Il patriarca Joseph, prima di morire, vide cadere i suoi tre figli maschi maggiori: Joe in guerra, John e Robert ammazzati in attentati, uno a Dallas, l’altro a Los Angeles.