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 2016  novembre 06 Domenica calendario

GIOVINCO: «VINCO A TORONTO E VOGLIO L’AZZURRO» – Fra una risposta e l’altra si percepisce un pelo di amarezza, forse perché si ritiene un incompreso

GIOVINCO: «VINCO A TORONTO E VOGLIO L’AZZURRO» – Fra una risposta e l’altra si percepisce un pelo di amarezza, forse perché si ritiene un incompreso. Sebastian Giovinco è sbarcato a Toronto all’inizio del 2015, pagato a peso d’oro (7 milioni di dollari lordi per 4 anni) dalla Mls, e in due stagioni ha fatto saltare il banco: titolo di Mvp, di capocannoniere e di miglior assistman al debutto e quest’anno «solo» 17 gol (3° posto) e 15 assist (2°), per colpa soprattutto di un lungo infortunio. La Formica Atomica da questa parte dell’Atlantico è stata davvero Atomica. A qualcuno è sfuggito il paragone con Messi. Ma una telefonata del c.t. Ventura non è arrivata. Oggi affronterà il New York City di Andrea Pirlo (che dovrebbe essere in campo) nella gara di ritorno della semifinale della Conference Est dopo il 2-0 dell’andata. Che cosa significa sfidare il Maestro a migliaia di chilometri dall’Italia? «Non è un match inedito, però è la prima volta in una partita a eliminazione, con posta in palio così alta. Uno di noi due va a casa e spero di non essere io. Diciamo che avrei preferito giocarci assieme con Andrea e non contro». Pensate pure al titolo? «Sì, ma cominciare oggi con un vantaggio di due gol significa poco: non dobbiamo abbassare l’intensità. New York ha ancora chance, sarà durissima. Perché nella Mls niente è scontato, è un campionato pazzo dove succede di tutto e nulla è mai sicuro. Qui si fanno due gol e poi finisci per prenderne tre». Spieghi agli italiani che cosa sono i playoff in un campionato di calcio. Dallas ha fatto più punti di tutte nella regular season, invece rischia subito l’eliminazione. «È come la Coppa Italia o la Champions: stesse regole. Il fatto che il verdetto possa essere ribaltato ha il suo fascino, ma si sa fin dal principio. Ho giocato dieci anni in Italia e questa nuova formula non mi dispiace». Chiarisca a chi non vede le sue partite: quanto vale la Mls? Un po’ risentito. «Non devo chiarire niente. Io m’impegno e faccio del mio meglio. A volte ci riesco altre no. Poi ognuno è libero di fare le proprie valutazioni. Ma non è un campionato semplice come afferma qualcuno. L’ho già ripetuto in più occasioni e non è mia intenzione far cambiare opinione a chi si è già formato un giudizio. Non m’interessa». Pensa di essere cresciuto come calciatore in queste due stagioni? «A 29 anni sei sicuramente nel pieno della tua maturità e l’età aiuta a migliorare soprattutto a livello mentale. E ovunque vai c’è sempre da imparare». Peccato perché quest’anno senza l’infortunio avrebbe potuto vincere di nuovo il trofeo di Mvp. «Sicuramente saltare 5 partite ha influenzato chi doveva votare, anche se i miei numeri erano ottimi. Mi sono procurato quasi uno strappo al quadricipite, roba brutta. Sono stato fermo 2 mesi: non mi era mai accaduto prima». Dopo due campionati di eccellenza, avrebbe voglia di riprovare a misurarsi altrove? «Io penso a far bene dove sono, poi nel calcio non si può mai dire mai». Si fatica a credere che nessuna italiana si sia fatta avanti: a certe squadre Giovinco potrebbe fare molto comodo. Ride. «Lo so, ma non lo posso dire io: bisogna chiedere a loro. Se qualcuno lo pensa, mi fa piacere. Però, nessuno si è fatto avanti: lo giuro. Forse perché sanno che sono sotto contratto ancora per un paio di stagioni». Ormai nella Mls ci sono nomi importanti: Gerrard, Lampard, Pirlo, Drogba. Lei si aspettava di diventare la star del campionato? «Ero venuto per fare del mio meglio e ci sono riuscito. Sono contento e mi godo il momento». Telefonate dal c.t. Ventura? «No, nessuna». Non le pare strano che con le sue prestazioni e con un arsenale offensivo non straordinario, non l’abbiano mai convocata? «Magari c’è la percezione che qui si giochi sotto ritmo. È un’idea che rispetto, anche se naturalmente non sono d’accordo. Ognuno poi fa le scelte che più ritiene giuste e sinceramente non credo che ci sia in assoluto alcun tipo di pregiudizio nei miei confronti. Ogni allenatore vuole vincere e decide di conseguenza. Ovviamente, mi auguro che la telefonata prima o poi arrivi. Naturale che l’ambizione di tornare in Nazionale ci sia». Ha letto cosa ha detto Buffon? «Non nei dettagli. Ma posso dire che dopo 5 anni di strapotere bianconero, ci sta che le altre rivali vadano in campo un po’ rassegnate. Mi sembra normale».