Antonio Calitri, Oggi 2/11/2016, 2 novembre 2016
BINARIO UNICO: QUI SI RISCHIA ANCORA
Bari, novembre
Ci sono 41 linee ferroviarie regionali in Italia da mettere in sicurezza al più presto. Dopo l’incidente ferroviario avvenuto lo scorso 12 luglio tra Andria e Corato, dove persero la vita 23 persone, governo e regioni corrono ai ripari e decidono di dotare dei sistemi di sicurezza più evoluti ben 1.850 chilometri di binari sui 3.400 delle intere linee ferroviarie minori (di cui 2.700 ancora a binario unico). Nessun allarmismo, per carità: ci sono linee che per più di 50 anni non hanno mai subito un incidente, pur senza esser “vegliate” dai sistemi di sicurezza di ultima generazione, ma, alla luce del disastro pugliese, meglio essere previdenti. E così, dopo che il 3 agosto scorso il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha incontrato i rappresentanti delle regioni italiane, responsabili diretti delle ferrovie locali, il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha dato il via libera all’investimento di 300 milioni di euro tondi, per portare l’intera rete secondaria allo standard di sicurezza più elevata, che significa, in sintesi, dotarle di tutti i sistemi di sicurezza tra cui l’ormai famoso SCMT. Si tratta dell’acronimo di Sistema di controllo marca treno che attraverso delle boe su binari e delle centraline sui treni che transitano sulla linea, permette la comunicazione automatica e, in caso di pericoli, come per esempio il binario occupato da un altro treno, prima lancia l’allarme, poi rallenta le locomotive e alla fine è in grado di bloccare automaticamente i mezzi per evitare la collisione.
Certo, non tutte le 41 linee che saranno interessate dai lavori di messa in sicurezza sono gestiti da sistemi di controllo antiquati come il consenso telefonico, in funzione sulla linea delle Ferrotramviaria dove è avvenuto lo scontro frontale tra due treni a luglio. Anzi molte di quelle interessate dai nuovi lavori sono già dotate di un sistema più sicuro come il «blocco conta assi», che attraverso sensori in entrata e in uscita dalle stazioni permette di conteggiare quanti assi dei treni – e cioè non solo il treno, ma ogni vagone, per evitare per esempio che possa sfuggirne uno che magari si è staccato da un treno ed è rimasto sui binari – sono usciti da una stazione e quanti ne sono rientrati all’altra, e se la differenza non è zero segnalano un problema di occupazione della linea, così che un altro treno non parta.
Un sistema sicuro, ma non il più sicuro in circolazione (l’SCMT). Senza voler creare allarmismi, ma solo per permettere a chi prende il treno di conoscere le condizioni della linea su cui viaggia, Oggi ha visionato in esclusiva la lista delle tratte che saranno interessate dai lavori appena arriveranno i finanziamenti. E abbiamo scoperto che si tratta di 41 linee in dieci Regioni: Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania e Puglia. La parte più corposa dei lavori riguarderà la Puglia, con ben 11 linee gestite da Ferrovie del Sud Est, Ferrotramviaria e Ferrovie del Gargano. Segue l’Emilia Romagna, che dovrà mettere in sicurezza 10 linee gestite da Fer e dove passano i treni Tper. E infine la Lombardia, con otto linee, tutte gestite da Ferrovienord con treni Trenord.
Antonio Calitri