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 2016  novembre 01 Martedì calendario

JACKIE DA’ SCANDALO


Le nozze che fanno sognare l’America si celebrano a Newport il 12 settembre 1953. Quel giorno tutta l’aristocrazia non titolata degli Stati Uniti è riunita nella chiesa cattolica di St. Mary, addobbata con gladioli rosa e bianchi. All’altare, davanti all’arcivescovo di Boston, si giurano amore eterno Jacqueline Lee Bouvier, 24 anni, e il neo senatore del Massachusetts John Fitzgerald Kennedy, 36, stella nascente del partito democratico. Sono ricchi, colti, invidiati. La sposa, di una bellezza sofisticata, appartiene all’alta società di New York e ha origini francesi, come rivela il cognome. Il padre dello sposo è Joseph Kennedy, politico e imprenditore di origine irlandese che ha accumulato una fortuna durante il proibizionismo e ricoperto il ruolo di ambasciatore in Gran Bretagna. Di lì a qualche anno Jack e Jackie formeranno la coppia più ammirata e potente del mondo, destinata a entrare nella storia per un evento tragico. Nel 1960, a soli 43 anni, Kennedy è eletto presidente degli Stati Uniti (in ruolo dal gennaio 1961) e diventa uno dei leader più carismatici del secolo. Jacqueline è seduta accanto a lui quando viene assassinato con tre colpi di fucile, a Dallas, il 22 novembre 1963. Nel celebre video amatoriale che documenta l’attentato lo sorregge e tenta di soccorrerlo.
Le nozze, in grande stile, sono seguite dalle televisioni e dai giornali americani. Migliaia di sostenitori democratici acclamano la coppia all’uscita dalla chiesa. Al ricevimento, che si svolge all’aperto nella sontuosa tenuta della madre della sposa, nella baia di Narragansett, partecipano oltre mille invitati.

Gli sposi arrivano su un calesse d’epoca. Lui in tight, lei avvolta in un abito di seta color avorio, con il velo lungo. Sarà uno dei modelli più copiati dalle spose dell’epoca. La stilista, l’afroamericana Ann Lowe, è nota tra le ricche signore di New York per le sue creazioni da sera. Ma l’unico quotidiano che la nomina, il Washington Post, utilizza un’espressione sprezzante: “L’abito è disegnato da una negra, Ann Lowe”. I Kennedy, sostenitori dei diritti delle minoranze, non gradiscono affatto. Jacqueline, che ha un’eleganza innata, è perfetta nel suo abito romantico in stile Via col vento. Ci vogliono più di due mesi di lavorazione e 50 metri di seta per confezionarlo. Il corpetto, aderente e drappeggiato, ha una scollatura profonda e lascia le spalle quasi scoperte. La gonna è ampia, gonfia grazie a un sottogonna in tulle. Nella parte inferiore riprende le pieghe del corpetto, in quella superiore è decorata con applicazioni circolari formate da nastri intrecciati con fiori d’arancio e ricami. In testa Jacqueline ha una cuffietta ricamata con fiori e perline da cui parte il velo, in merletto di Venezia, utilizzato dalla nonna paterna molti anni prima. Il bouquet, bianco e rosa, è composto di gigli, fiori d’arancio e mughetti in miniatura. Figlia di John Bouvier, il broker erede di una dinastia di mercanti giunti dall’Europa nel Settecento, Jacqueline vive un’infanzia dorata, turbata a 11 anni dal divorzio dei genitori.

D’estate impara a cavalcare con la sorella nella tenuta dei nonni paterni a East Hampton e come le coetanee di buona famiglia cattolica cresce tra New York e Washington. Frequenta l’esclusiva Miss Porter’s School e il college femminile più snob degli Stati Uniti, il Vassar, dove nel 1947 viene nominata “debuttante dell’anno”. Intelligente, volitiva, ambiziosa, ama l’arte e la letteratura, si diverte a disegnare e a scrivere poesie. Senza dubbio è una delle ragazze più in vista dell’alta società americana. Quella che partecipa alle battute di caccia alla volpe e si riunisce nelle tenute di campagna. Dopo la laurea in Arte alla George Washington University, Jackie frequenta alcuni corsi alla Sorbona di Parigi e al rientro si stabilisce a Washington. Qui comincia a lavorare per il Washington Times Herald, fotografando i politici dell’epoca. Finché ne incontra uno speciale, con un ciuffo di capelli sulla fronte, atletico e fascinoso. A presentarglielo è l’amico giornalista Charles Bartlett, che organizza una cena a casa sua proprio con questo scopo. «Da un anno Bartlett e sua moglie cercavano spudoratamente di trovarmi un marito», racconta la futura first lady. John Kennedy ricorda così quella sera: «Mi sporsi oltre il piatto di asparagi e le chiesi un appuntamento». I due cominciano a frequentarsi e non interrompono i contatti nemmeno quando Jackie parte per un soggiorno di sei mesi in Europa. Kennedy nel frattempo si occupa della campagna elettorale. Secondogenito di Joseph Kennedy, John ha la politica nel sangue. È un ottimo oratore, è determinato, acuto. E può vantare di essersi comportato da eroe durante la Seconda guerra mondiale. La dedizione alla politica non gli impedisce di coltivare una passione sfrenata per le donne. Secondo i bene informati, nel 1939 avrebbe sposato in segreto una donna ricchissima, divorziata due volte, provocando l’intervento immediato del padre. Preoccupato per la carriera politica del figlio, Joseph Kennedy lo avrebbe costretto a divorziare, mettendo in campo tutta la sua influenza per cancellare ogni traccia di quelle nozze.
Quando incontra Jackie, Kennedy è uno scapolo dalla vita dissoluta, un libertino che assedia e fa impazzire le donne. Lei non si illude, nonostante il corteggiamento sfrenato. Accetta di sposarlo pur sapendo che non le sarà fedele. A colpirla è una fragilità che gli altri non vedono, il coraggio con cui sopporta i terribili dolori alla schiena provocati dalle ferite di guerra. «Un Kennedy non piange mai», gli hanno ripetuto fin da bambino.

Per il fidanzamento, quattro mesi prima del matrimonio, Jack decide di stupire Jackie con un anello strepitoso firmato Van Cleef & Arpels: un diamante di 2,88 carati montato accanto a uno smeraldo di 2,84 carati. La buona società americana non parla d’altro e attende il giorno del sì, l’evento più mondano dell’anno. Quel mattino Jackie regala al marito un libricino con suoi disegni e i suoi versi, dove ha scritto anche un motto di Napoleone: “I grandi uomini sono meteore destinate a bruciare per illuminare il loro secolo”. Parole che suonano profetiche.
Arriveranno quattro figli: Arabella, nata morta, Caroline, John Fitzgerald Jr„ che perirà in un incidente aereo nel 1999, e Patrick, che sopravviverà solo due giorni. Alla Casa Bianca la famiglia porterà una ventata di modernità ed eleganza: in giardino compaiono i giocattoli dei bambini e gli ospiti delle serate sono artisti, scrittori, intellettuali. Ma il matrimonio non è felice. Per anni, le prodezze erotiche di Kennedy animano i salotti della capitale. Nel 1956 un articolo pubblicato su Time e mai smentito dalla famiglia sostiene che solo l’intervento del patriarca Joseph ha convinto Jackie a non chiedere il divorzio. Di nuovo, la preoccupazione è quella di tutelare l’ascesa politica del senatore. In cambio, Jackie avrebbe ricevuto un milione di dollari. Il matrimonio prosegue. A dissolverlo sono i colpi sparati da Lee Oswald a Dallas. Jacqueline si rivela una vedova coraggiosa, assiste al giuramento del vice presidente Johnson con i vestiti ancora macchiati dal sangue del marito. La favola della prima coppia d’America, già finita nel privato, si conclude anche per il pubblico.
Silvia Casanova