Rossana Linguini, Gente 1/11/2016, 1 novembre 2016
È LA SINDACA N. 1 E OBAMA CONFERMA
[Giusi Nicolini]
È tra i 15 finalisti del World Mayor 2016, il premio internazionale assegnato ogni due anni ai sindaci che si distinguono per il contributo allo sviluppo e alla crescita della propria comunità: ma Giusi Nicolini, prima cittadina di quell’avamposto dell’Europa nel Mediterraneo che è Lampedusa, lo ha appreso soltanto dalle agenzie di stampa. «È che il mio è un piccolo Comune», ci spiega quasi giustificandosi, «e stare dietro a tutti quelli che scrivono o mandano mail è impossibile, adesso che Lampedusa è diventata così visibile». Adesso, finalmente. «Sì, questo riflettore acceso serviva», dice sorridendo la sindaca, «è stato la salvezza dell’isola, che dal 1992 al 2014 era l’unico sito di sbarco per tutti coloro che attraversavano il mare sui barconi. Senza che nessuno nel mondo e tanti in Italia se ne accorgessero. Lampedusa era stata delegata a questo ruolo: dalla geografia prima di tutto, ma anche dalla politica che l’aveva sacrificata. Il che, assieme al fatto di essere una comunità lontana e periferica, ne ha compromesso sviluppo e qualità di vita degli abitanti». Per questo fin dal suo insediamento, nel maggio 2012, Giusi Nicolini sapeva da dove cominciare: svelare al mondo che cosa succedesse laggiù. Il miracolo inizia nel 2013, con il pellegrinaggio di Papa Francesco nella maggiore delle isole Pelagie in agosto e con la tragedia del barcone inghiottito con 368 migranti dalle acque turchesi davanti alla spiaggia dell’Isola dei Conigli in ottobre. «È stato allora che si è cominciato a parlare del modello di accoglienza dei lampedusani, anche con l’operazione Mare Nostrum voluta dall’allora premier Enrico Letta, che ha fatto sì che la rosa dei porti d’accoglienza si allargasse, cosa che con la missione dell’Unione Europea, Eunavformed, è ancora più evidente».
Oggi le cose sono cambiate, e non c’è più traccia di quella che nel febbraio del 2011 era stata battezzata la “Collina della vergogna”, promontorio frustato dal maestrale gelido e invaso dai bivacchi dei tunisini che il centro d’accoglienza di Contrada Imbriacola, già stipato all’inverosimile, non riusciva più a ospitare. «Quella appena trascorsa è stata un’estate meravigliosa», spiega la sindaca, «con una crescita delle presenze turistiche del 30 per cento, ben al di sopra del 10 per cento del dato medio italiano. Si è allungata la stagione con voli diretti che fino all’altro giorno collegavano l’isola a Venezia e Bergamo, c’è la consapevolezza che Lampedusa possa avere un futuro: cosa nella quale credevo solo io, fino a poco tempo fa».
Ora servirebbe continuare a investire in questa direzione, dice Nicolini. «La direzione del turismo, con la realizzazione di una serie di opere, dal porto alla riqualificazione urbana, che da sola l’isola non può portare avanti, e quella dei diritti, a lungo negati ai lampedusani, che ancora oggi devono spendere soldi per andare a partorire o a curarsi a Palermo». È andata a raccontarlo anche alla Casa Bianca, la sindaca, ospite dell’ultima cena di Stato della presidenza Obama assieme alla delegazione italiana al seguito del premier. «E quando Renzi mi ha presentata al presidente Barack Obama spiegando chi fossi, ho capito che lui conosceva Lampedusa». In abito lungo nero impreziosito da perline tono su tono e giacchina, in mezzo ai 375 invitati italiani e americani Giusi Nicolini parlava, spiegava, mostrava la sua isoletta su Google Earth. «Loro erano sbalorditi, sorpresi che fosse così vicina all’Africa e ammirati dal nostro coraggio. Chi erano? Tutti personaggi importantissimi, di alto profilo: io ero l’unica Cenerentola», scherza.
«E Roberto Benigni e Giorgio Armani, i più conosciuti, mi presentavano a tutti. Vedere quanto il mondo li apprezzi, ed essere lì a far parte di questa eccellenza, mi ha fatto sentire orgogliosa: non per me, ma per la mia isola, per la sua storia, per quello che rappresenta oggi». Un bel riconoscimento, dopo anni senza neppure un grazie. Come lo è la candidatura agli Oscar di Fuocoammare, il documentario sugli sbarchi diretto da Gianfranco Rosi, o come potrebbe essere il World Mayor 2016, se Giusi Nicolini fosse la prima italiana a vincere, dopo i terzi posti degli italiani Domenico Lucano, sindaco di Riace, nel 2010, e Walter Veltroni, primo cittadino di Roma, nel 2004. A fine gennaio, se saranno in tanti a votarla mandando una mail a lampedusa@worldmayor.com, potrebbe toccare a lei. E a Lampedusa.