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 2016  novembre 04 Venerdì calendario

LA FENICE RAJOY RINASCE DALLE SUE CENERI

A cinque giorni dalla sua elezione, ieri sera Mariano Rajoy ha comunicato i nomi del suo governo: 13 ministri, 8 uomini e 5 donne, 7 confermati e 5 nuovi. Un esecutivo all’insegna della continuità, perché nei ministeri che contano e che saranno i protagonisti della prossima fase economica, sono rimasti gli stessi di prima: Montoro a Tesoro e Finanze, de Guindos all’Economia, Báñez al Lavoro e alla Sicurezza Sociale. La vicepresidente Soraya Sáenz de Santamaría è riconfermata nell’incarico, perde il titolo di portavoce del governo, ma acquisisce in più la responsabilità delle Amministrazioni Territoriali, ossia dei rapporti con la Catalogna. Tra le new entry, il prevedibile arrivo di María Dolores de Cospedal alla Difesa, che sembra manterrà l’incarico di segretaria del PP.

Nel nuovo governo spiccano le assenze di Margallo, ex ministro degli Esteri e Fernández Díaz, ex ministro degli Interni, implicato nello scandalo contro dirigenti indipendentisti catalani. Il posto di ministro catalano che quest’ultimo lascia vuoto è occupato da Dolors Montserrat, con il ministero della Sanità e l’Eguaglianza, confermando così la storica ridotta presenza catalana nei governi del PP.

Dopo il giuramento di domani il nuovo governo sarà pienamente operativo. “Da una prima lettura si potrebbe dedurre che si è chiuso il ciclo politico iniziato il 15 maggio del 2011”, scriveva ieri il segretario politico di Podemos, Íñigo Errejón su eldiario.es. Eppure, la formazione di un governo a guida popolare non è “una dimostrazione di forza delle élite tradizionali, quanto piuttosto un segno della loro debolezza”, continuava il dirigente della formazione viola, perché “Il regime del 1978 ha dovuto scegliere, per la prima volta, tra governabilità e alternanza”.
Nel Psoe, dopo aver permesso la nascita del nuovo esecutivo Rajoy, la dirigenza non sembra interessata a celebrare un congresso con l’urgenza che Pedro Sánchez, segretario fresco dimissionario, reclamava. Sarà per la primavera del 2017, non prima e allora si vedrà cosa rimane del conflitto di queste ultime settimane che ha diviso così drammaticamente il partito e quali saranno i candidati in campo per ricostruirne la leadership. Per il momento, si è avviata la procedura per comminare le sanzioni monetarie ai dissidenti del gruppo socialista nel voto a Rajoy di sabato scorso, alcuni hanno perso il ruolo di coordinamento dei deputati della propria circoscrizione ed oggi comincia il congresso del PscC in piena crisi di relazioni con l’alleato socialista.