Avvenire 3/11/2016, 3 novembre 2016
VIETATO ALL’FBI DAL 1938 INFLUENZARE LA VITA POLITICA
Risale al 1939 l’Hatch Act, la legge che secondo alcuni sarebbe stata violata da James Comey, capo del Fbi, nell’aver rivelato l’avvio di nuove indagini sul presunto emailgate di Hillary Clinton.
Proprio alla vigilia delle più importanti elezioni politiche americane, le presidenziali. L’Atto – così nominato per il senatore Carl Hatch del New Mexico che ne fu fautore – è una legge federale volta a prevenire comportamenti politici impropri e dannosi, proibendo a dirigenti del governo – ad eccezione del presidente, vicepresidente e pochi altri ufficiali designati – di partecipare ad attività politiche di ogni forma. Anche ai semplici impiegati governativi viene ridotta la possibilità di impegno politico pubblico. La regola intende di fatto evitare la possibilità che ufficiali governativi influenzino in qualsiasi modo i risultati delle elezioni: proprio ciò che invece – secondo molti critici – avrebbe fatto Comey. Intervenendo con l’annuncio di una notizia potenzialmente dannosa e non comprovata per uno dei candidati alla presidenza, Clinton. Esiste inoltre una regola consolidata, proprio riguardante il Fbi, per cui il Bureau di investigazioni più potente degli stati Uniti non discute nè con il pubblico, né con il Congresso indagini in corso, in periodi prossimi a tornate elettorali.
L’Atto non è però una norma penale: chi viola le sue norme quindi può al massimo incorrere in azioni disciplinari.
Copyright © Avvenire
Powered by TECNAVIA