Stefano Feltri, Il Fatto Quotidiano 1/11/2016, 1 novembre 2016
CORTO DI MEZZA ETÀ
Una ballata del mare salato è un libro misterioso. Non importa quante volte lo avete letto, in quanti formati, se in bianco e nero o colorato ad acquerelli, in formato economico o in una pregiata edizione rilegata, se in italiano o in francese, se magari avete letto pure la versione in prosa che Hugo Pratt ha pubblicato molti anni dopo, se avete visto perfino quegli sfuggenti cartoni animati francesi.
La Ballata si inserirà sempre nei vostri ricordi come un déjà vu, una memoria sfuggente. Pensare di poter raccontare a qualcuno la “trama” è sforzo vano e un po’ assurdo. Certo, potete spiegare che c’è un marinaio in mezzo al mare dal nome che sembra falso, Corto Maltese, un monaco, una coppia di ragazzi inglesi, un certo Rasputin. Ma sono informazioni che aiutano alla comprensione? “Fa bene leggere Corto, perché aiuta ancora a sognare senza spiegarci come fare”, spiega Patrizia Zanotti nel presentare la mostra che ha curato a Bologna, Hugo Pratt e Corto Maltese, 50 anni di viaggi nel mito, che si apre il 4 novembre.
Come certi sogni, la Ballata non si riesce a raccontare, chi ci prova si perde, fallisce nel ricostruire atmosfere che non si possono separare dal segno di Hugo Pratt. Corto Maltese, fuori da quelle pagine, non esiste. Tanto vale leggerla, di nuovo, per l’ennesima volta, la Ballata. O guardarla, perché a Bologna vengono esposte tutte le 164 tavole di quella che è probabilmente la storia lunga più famosa del fumetto italiano, quella che si impone come cesura tra un fumetto popolare, tascabile, per il grande pubblico e un altro, inclassificabile, personale, che segue le spinte della creazione letteraria invece che del marketing.
“È stato in Etiopia, nel campo d’internamento per civili in cui ero prima di essere rimpatriato in Italia nel 1943, che ho iniziato a raccontare ai miei compagni storie per immagini. Alla fine della giornata tutti venivano a vedere cos’ero riuscito a immaginare”. Questo è Pratt che racconta – lo leggiamo nel cataglogo della mostra, pubblicato da Rizzoli Lizard – non il suo personaggio. Corto Maltese è una eco, non una proiezione del suo autore: “È proprio in quelle circostanze un po’ particolari che ho capito l’importanza dell’impatto del fumetto. Più tardi a Venezia, ho continuato i miei fumetti cercando di farne un mestiere per vivere”, ha spiegato Pratt a Lire nel 1981.
Nel 1967, sulle pagine della rivista di Florenzo Ivaldi Sgt Kirk, dedicata a un altro personaggio disegnato da Pratt, escono le prime nove tavole di Una ballata del mare salato. È un progetto ampio, sproporzionato per le riviste italiane che costringono i lettori (e i disegnatori) a frammentare le storie lunghe in una estenuante serie di puntate mensili. Corto Maltese non è neppure il protagonista – altrimenti Pratt non lo avrebbe mai presentato al lettore così, legato a una trave di legno, in mezzo al mare, senza spiegazioni – ma soltanto uno dei personaggi di un racconto corale.
Corto Maltese sarebbe finito lì, con la Ballata. Invece un paio di anni dopo, Pratt si trova senza lavoro e decide di recuperare quel marinaio a cui si sentiva legato: “L’idea mi venne dopo il Salone di Lucca del 1969. Avevo incontrato Georges Rieu, caporedattore di Pif, simpatizzammo e la dolcezza di una serata autunnale lucchese, il Chianti e le belle ragazze toscane ci resero euforici, al punto che Rieu mi propose di andare a lavorare a Pif quando avessi voluto.
Quando, poche settimane dopo, la rivista Sgt. Kirk chiuse, ripensai a quell’offerta e, all’inizio del 1970, presi il treno da Genova per andare a Parigi dove mi presentai senza annunciarmi a Pif”. Nessuno si ricordava di quell’offerta a Lucca, ma i francesi offrono comunque a Pratt una collaborazione.
Di storie, fino alla morte nel 1995, ne ha scritte decine. Ma quello che resta davvero è Corto Maltese: parecchi anni dopo, nel 1981, Pratt decide di scrivere e disegnare anche La giovinezza del marinaio, dandogli un passato, prima di quella estemporanea apparizione nella Ballata. E proprio la Giovinezza ora apre sempre le raccolte di Corto, le mille edizioni di quella che dopo mezzo secolo dall’inizio non appare più come una somma di episodi, ma una biografia, più vera di quella del suo autore.
Rizzoli Lizard, per i 50 anni di Corto, pubblica un massiccio cofanetto che, in volumi rilegati, raccoglie tutte le 1400 pagine di avventure del marinaio (Corto Maltese – L’integrale). In bianco e nero, come in originale, anche se in un’edizione molto più pregiata di quelle davvero delle origini. Senza introduzioni, senza apparati critici. Perché i fumetti di Pratt, a cominciare dalla Ballata, si possono analizzare, commentare, spiegare. Ma, in fondo, basta leggerli.