Luciano Cerasa, Il Fatto Quotidiano 1/11/2016, 1 novembre 2016
L’INPS: “ISPEZIONATE L’ESPRESSO”. LA PATATA BOLLENTE DI TITO BOERI
Organici aziendali gonfiati pochi mesi prima della dichiarazione dello stato di crisi per attingere a piene mani alla cassa integrazione guadagni, attivare contratti di solidarietà e usufruire dei pensionamenti anticipati e dirigenti demansionati a poligrafici per poter accedere al prepensionamento. Accuse anonime tutte da verificare, se non fosse che a prenderle molto sul serio in una comunicazione al ministro del Lavoro, è il direttore generale dell’Inps, Massimo Cioffi.
Le aziende per le quali l’Inps chiede ispezioni e verifiche, sono società di primo piano, l’Editoriale l’Espresso e la consociata Manzoni Spa. Ma l’affare diventa ancora più delicato se poi l’attuale presidente dell’ente di previdenza, Tito Boeri, è anche direttore scientifico in aspettativa della fondazione della famiglia De Benedetti, proprietaria del gruppo imprenditoriale da ispezionare, e prima dell’incarico era editorialista di Repubblica. “Segnalazioni su irregolarità inerenti a Cigs autorizzata a società Manzoni Spa” è l’oggetto della lettera ufficiale che Cioffi sta per inviare al ministero del Lavoro.
Il dirigente rileva che sono giunte all’istituto “dettagliate segnalazioni” che riguardano la condotta del gruppo editoriale. In occasione di due operazioni di ristrutturazione, la prima conclusa nel 2012 e la seconda nel 2015, l’azienda avrebbe chiesto 117 esuberi ma assumendo altro personale nel periodo appena precedente lo stato di crisi, proveniente, ipotizza l’Inps, da società appartenenti al medesimo gruppo e in qualche caso anche dall’esterno. “Nell’ambito dei 117 esuberi – scrive Cioffi – sono stati segnalati all’istituto 7 nominativi di dirigenti, trasformati in quadro per poter essere prepensionati”. Sempre secondo le segnalazioni, tutti i lavoratori assunti non sarebbero neppure usciti dalle aziende di origine. Le direzioni dell’Inps hanno verificato le denunce, incrociando le date dei numerosi interventi di Cigs di cui hanno usufruito l’Editoriale l’Espresso e la Manzoni con i movimenti del personale registrati nelle banche dati a disposizione. Dalla banca dati ministeriale delle comunicazioni obbligatorie sono emerse 248 segnalazioni di inizio di attività lavorativa nei 4 mesi che hanno preceduto la dichiarazione di esubero e la conseguente messa in cassa integrazione straordinaria dei dipendenti, con il prepensionamento di poligrafici e giornalisti. Tra il 2011 e il 2015 sono stati concessi per decreto al gruppo editoriale l’Espresso e alla Manzoni Spa 187 prepensionamenti di poligrafici e 69 di giornalisti, mentre per altri 554 lavoratori sono stati attivati contratti di solidarietà. Il direttore dell’Inps acclude anche la scheda di ciascuno dei dirigenti che sarebbero stati “degradati” a quadro per permettere loro di accedere al pensionamento anticipato.
L’iniziativa di Cioffi arriva dopo una serie d’informative interne che gli organismi centrali e regionali dell’Inps si scambiano fin dall’aprile del 2012. Tra silenzi e solleciti di verifiche, il rimpallo all’interno dell’istituto va avanti da anni e culmina in una richiesta d’ispezione molto circostanziata della Dcpsr, la direzione centrale prestazioni a sostegno del reddito, inviata ai vertici dell’Inps il 12 agosto scorso, a firma del direttore Luca Sabatini. L’indagine, spiega il direttore centrale pensioni Antonello Crudo in un’altra nota interna, origina da “alcune dettagliate segnalazioni portate all’attenzione del presidente” a mezzo email. Crudo conferma che l’analisi condotta da Sabatini ha fatto emergere “importanti momenti di criticità” con possibili risvolti anche “di natura penale” che richiedono un’attività ispettiva “anche in congiunta con gli ispettori del lavoro”.
La pistola carica della lettera con la documentazione raccolta dagli uffici, è ora poggiata sul tavolo del direttore Cioffi. Il presidente Boeri ha chiesto di inviare l’informativa al ministero del Lavoro “per competenza”, passando la patata bollente al ministro Giuliano Poletti. Se nulla in natura e in politica accade per caso, l’iniziativa di mettere sotto inchiesta i vertici del gruppo editoriale l’Espresso e dei ministeri (Lavoro e Economia) che hanno concesso le provvidenze di legge, sembra fatta apposta per creare difficoltà all’economista prestato all’Inps dalla fondazione Rodolfo Debenedetti. Tra Boeri e i direttori dell’istituto, Cioffi in testa, è guerra aperta da quando il 30 giugno scorso il presidente, contro il parere del direttore generale, ha accentrato su di sé i poteri interni, anche nella scelta e nella gestione dei dirigenti. Il 28 luglio seguente, Boeri ha decretato la decadenza di tutti i dirigenti entro il 31 dicembre 2016 e l’apertura delle selezioni. Nel frattempo il presidente dell’Inps continua a sparare a palle incatenate contro la politica previdenziale del governo, denunciando all’opinione pubblica e soprattutto davanti all’Europa, impegnata a compilare una difficile pagella sulla manovra che non danneggi la tenuta di Renzi, buchi di decine di miliardi. Il referendum del 4 dicembre rischia così di trasformarsi in una sfida all’O. K. Corral anche sul futuro del vertice dell’Inps.