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 2016  ottobre 31 Lunedì calendario

MA MI FACCIA IL PIACERE

The Young Pirl/1. “Il vero Partito della Nazione è quello del No, che va da Brunetta a Travaglio, che sull’Europa mette insieme Monti e Salvini, che tiene insieme Gasparri e De Mita, che da Berlusconi a Grillo a D’Alema dice solo no, questo è il partito che vuole bloccare l’Italia’” (Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario Pd, in piazza del Popolo a Roma, 29.10). A parte il fatto che ha dimenticato l’Associazione partigiani e altri putribondi figuri come Zagrebelsky, Rodotà, Carlassare, Pace, don Luigi Ciotti, Nino Di Matteo, Gian Carlo Caselli e Armando Spataro, ci dice qualcosa del Partito della Dazione?

The Young Pirl/2. “Io non ho bisogno di odiare per avere un’identità. Noi raccontiamo una storia… Io ho bisogno di un obiettivo per fare politica, altri di un nemico. Per Travaglio era Berlusconi, ora ci sono io, domani ce ne sarà un altro” (Renzi, Rolling Stone, servizio di copertina dal titolo “The Young Pop”, 1.11). Domani? Davvero? Wow!

The Young Pirl/3. “Cucù, Equitalia non c’è più!” (Renzi, In mezz’ora, Rai3, 23-10). Ricche multe a chi scopre come si chiama adesso.

Renzindustria. “Avete i governatori contro: da Emiliano a Crocetta sembra lavorino per la concorrenza, Emiliano a Capri ha fatto un pippotto per il No… Bel cazzzzz di lavoro è il tuo partito, datti una calmata… Ma come fai proprio a disciplinarli?” (Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, fuorionda col ministro Graziano Delrio a margine di un convegno, 25.10). Resta da capire se Confindustria s’è iscritta al Pd o il Pd s’è iscritto a Confindustria.

Provincialismo. “Viadotto crollato: tre ore di discussioni tra i tecnici e nessuno ha chiuso la strada. Il rimpallo tra il gestore della tratta e la Provincia di Milano su chi fosse competente” (Corriere della sera, 29.10). “’Chiudete quel ponte’. Ma è scaricabarile tra l’Anas e la Provincia” (la Repubblica, 29.10). “La Provincia: ‘Non abbiamo colpe, siamo solo responsabili dello stato del manto’” (La Stampa, 30.10). Cucù, le Province ci sono ancora!

Le colpe dei padri. “Mio figlio ha una sola colpa: quella di portare il mio cognome” (Pietro Lunardi, ex ministro del governo Berlusconi, dopo l’arresto del figlio Giuseppe, La Stampa, 27.10). Che comunque è già un bel reato.

Spot del No. “Io e Simone ci sposeremo nel 2017. Io lo chiamo Amò, lui mi chiama Pesciolina…” (Stefania Pezzopane, senatrice Pd, 25.10). “Io il senatore più assenteista? E allora? Al Parlamento si fa solo fiction” (Niccolò Ghedini, senatore FI, 25.10). “Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1! Ancora menzogne per interessi economici del governo” (Enza Blundo, senatrice M5S, 30.10). Casomai qualcuno avesse ancora dei dubbi sull’utilità del Senato.

Bella ciaone. “E l’anziano comunista disse: questa riforma la voglio da decenni… Fausto Malinverno, 84 anni: ‘La cosa che mi piace di più della riforma? La fine del bicameralismo, ‘sto ping-pong , non se ne può più. E io me li ricordo i discorsi nel partito: ero ancora un giovanotto e già si parlava di bicameralismo da aggiustare, poi s’è mai fatto niente. Stavolta è quella buona’” (La Stampa, 30.10). E chi glielo dice, adesso, al compagno Fausto che il bicameralismo rimane e il ping-pong pure e neanche questa è la volta buona?

Piange il telefono. “La scelta di De Luca: addio telefono. Per il governatore, ‘un politico con telefonino non è un politico libero’… Il telefono non lo usa, conosce la trappola di chi gioca con le intercettazioni” (Il Foglio, 25.10). Ha già abbastanza processi senza telefono, figurarsi se lo intercettassero pure.

Stai No. “Compagni, cosa vi siete persi” (Sergio Staino sull’assenza della minoranza Pd sotto il palco di Renzi in Piazza del Popolo, l’Unità, 30.10). Compagno Staino, non siamo venuti proprio perchè volevamo perdercelo.

De Morani Eloquentia. “Esiste uno strumento fatto apposta per gli anziani proprietari di casa che percepiscono pensioni basse: si chiama prestito vitalizio ipotecario” (Alessia Morani, deputata Pd, 27.10). ”L’eloquio è uno dei miei punti di forza” (Morani, L’Espresso, 30.10). Figurarsi se non lo era.

Vogliamo i generali. “Il generale Mario Mori ha accettato di raccogliere il testimone che fu di Enzo Tortora. Mori si candiderà al Parlamento: ‘Intendo lottare affinchè il signor Luigi Rossi abbia le mie stesse possibilità’” (Libero, 27.10). Interessante: c’era pure questo signor Luigi Rossi, a trattare con Vito Ciancimino e la mafia?